Perché sta urlando?
"Ciao anche a te" Scherzo ma lei non ride.
"E' successo di nuovo, mi servi qui" Mi ci vogliono pochi secondi per capire di cosa sta parlando e molti di più per decidere cosa fare. Credo che quella ragazza voglia suicidarsi. E' già successo due volte in un mese. Non esco mai con lei e il motivo è questo: si ubriaca e si droga in modo esagerato, così sviene e io devo farla riprendere, dato che sono l'unica che riesce a farlo. "Hannah? Ci sei?" Adelle blocca i miei pensieri e senza accorgermene sono già per strada.
In pochi minuti arrivo e busso impaziente alla porta. I genitori di Adelle sono fuori per due giorni, lei ha dato una festa in pieno pomeriggio e la gente è già fatta e ubriaca.
"E' in bagno" Dice velocemente seguendomi preoccupata. Questa casa la conosco bene, ci sono stati periodi in cui passavo tutti i giorni qui. In pratica ci vivevo.
Una volta entrata in bagno il corpo di Ashley stesa nella vasca mi mette i brividi. Anche se ho visto questa scena già due volte non mi abituo mai e mai lo farò.
"Da quanto tempo è così?" Le controllo il polso, il battito è lento ma c'è.
"Forse dieci minuti" Adelle è nervosa, e anche tanto. E' normale, questa ragazza potrebbe morire e nessuno vorrebbe essere coinvolto.
"Aiutatemi a sollevarla, subito!" Mi giro verso due ragazzi lì presenti. Mi aiutano a tirarla fuori e la fanno piegare sulle ginocchia in modo che solo la testa sia nella vasca.
Senza perdere tempo le infilo due dita in gola, sperando vomiti subito. Inizio però a spingere più forte quando vedo che non reagisce. "Andiamo Ashley, vomita!" Mi scappa di bocca anche se, ovviamente, lei non può sentirmi. Spingo ancora più forte e tiro un sospiro quando inizia a tossire e vomita il suo pranzo e, credo, cinque pillole di non so quale droga.
"Come hai fatto? Io non ci sono riuscito" Mi chiede uno dei ragazzi.
"Mia zia è una dottoressa" Taglio corto perché non ho voglia di continuare questa conversazione. Sto parlando di Bonnie, che era un'ottima dottoressa prima che la malattia la costringesse a mettersi a lavoro. Mi ha sempre affascinato il suo lavoro e da piccola, quando le andavo a genio, mi sono fatta insegnare alcune tecniche di primo soccorso.
Sciacquo la bocca di Ashley e la faccio sedere sul pavimento, mi lavo le mani e vado in cucina. Faccio spazio tra i corpi sudati che, evidentemente, non si sono neanche accorti dell'accaduto e sono sollevata quado vedo che in cucina ci sono solo due persone. Il resto occupa il salotto.
Prendo un bicchiere d'acqua e mi poggio al lavello. Ashley è così irresponsabile, è la terza volta, cazzo. Un'ipotesi è che voglia uccidersi ma ha un ragazzo che la ama, è una bella ragazza, ha una bella vita e non credo voglia perdere tutto ciò per qualche capriccio.
"Stai bene?" Mi giro al suono della voce di Adelle. Ha cacciato la coppia e ha chiuso la porta.
"Si, sto bene" No, beh. In parte. Mi sono scocciata di questa storia. Va sempre così perche non possono chiamare l'ambulanza che li denuncerebbe per uso di droghe pesanti.
"Mi dispiace che tu sia dovuta venire qui per questo" Fa un grande sospiro. "Di nuovo"
"Quelle pillole che sono?"
"Non lo so" Ammette massaggiandosi la fronte.
"Qualcuno deve fare qualcosa per quella ragazza perché lo sappiamo entrambe che lo rifarà" Dico in modo brusco. Vado verso di lei dopo aver posato il bicchiere che neanche ho toccato. "Parla col fratello" Le dico ora in modo molto più calmo. Lei annuisce e mi abbraccia. E' molto sensibile ed emotiva e mi meraviglio che non sia scoppiata a piangere. "Fatela bere molto"
"Non resti?" Chiede seguendomi nel corridoio.
"No, domani parto. Vado da zia Bonnie" Inizio ad alzare la voce per superare il volume della musica che in salotto è molto alto. Adelle mi fa cenno di uscire fuori al pianerottolo, lo faccio e lei mi raggiunge accostando la porta di ingresso.
"Ad Oxford? Per quanto tempo?"
"Due giorni più o meno" Alzo le spalle e mi siedo sulle scale.
Mi piace il suo vestito. E' bianco, senza spalline e le arriva a metà coscia. È semplice con dei ricami di pizzo, però sarebbe stato più adatto per una festa in discoteca e non una festa di pomeriggio nel suo appartamento.
Quando la porta si apre mostra Nicole e il suo meraviglioso sorriso che si illumina appena mi vede. Corre ad abbracciarmi e si lascia cadere su di me. Non ci vediamo da un paio di settimane poiché è stata a Liverpool con la famiglia.
Le dico che non resto e ci salutiamo.
STAI LEGGENDO
Ice love [COMPLETA]
FanfictionCOMPLETA. Hannah Miller, 19 anni, Londra. Abbastanza grande da capire cosa è giusto per lei e cosa non lo è. Eppure si ritrova a fare sempre la stessa scelta, che non sembra farle bene. E' forte, ma per quanto tempo lo sarà ancora? "Amare vuol dire...