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"Buongiorno" Esclama mamma fin troppo energica per i miei gusti. "Che ne dici se stamattina vai a farti una bella passeggiata? Penso io a Bonnie" Annuisco finendo il bicchiere di succo riempito qualche minuto prima e torno in camera a cambiarmi. Mi assicuro di avere con me il cellulare ed esco di casa.

Mentre mi aggiro per le strade di Oxford ne approfitto per chiamare Adelle. Per quei pochi minuti in cui abbiamo parlato mi ha pregato e ripregato di accettare l'invito ad uscire con la comitiva di Valerie, una nostra vecchia amica. Si fa sentire occasionalmente ma è una brava ragazza. Fanno sempre l'alba e stanno perennemente in discoteca, non che mi dispiaccia, solo che a volte vorrei fare qualcosa di diverso. Quindi spero non sarà un'abitudine uscire con lei e il suo gruppo.

Sono passate due ore da quando sono in giro e ho fatto un po' di compere per il college. E' quasi ora di pranzo adesso e ci vuole troppo per tornare a casa, quindi decido di fermarmi da qualche parte a mangiare.

Mi infilo in un bar e ringrazio l'esistenza dell'aria condizionata. Oggi fa un caldo allucinante.

Questo posto mi piace molto. Le pareti sono enormi vetrate che partono dal soffitto e scendono giù fino ai miei piedi. I lampadari sono normali lampadine decorate con file di perle che pendono verso il basso. L'unico muro vero e proprio è quello dietro la cassa, è rosso e nero.

"Cosa ordina?" Un ragazzo mi guarda aspettando al più presto una mia risposta.

"Un hamburger classico. Grazie" Sorrido timidamente al bel ragazzo e sposto lo sguardo sulle persone che passano fuori dal locale. Quando con la coda dell'occhio mi accorgo che si è allontanato, torno a guardarlo. Si ferma al bancone e lascia il biglietto con la mia ordinazione ad un altro ragazzo che sparisce dietro una porta. Poi torna ai tavoli e si ferma a chiacchierare con un cliente. L'uomo fa una battuta, non troppo divertente, ma lui ride lo stesso.

Non molto dopo è di nuovo al mio tavolo con la mia ordinazione.

"Ecco a te" Mi sorride.

"Grazie" Gli ricambio il sorriso ma lui ancora non va via. "Hai bisogno di altro?"

"No, grazie"

"Come ti chiami?" E' serio? "Non volevo darti fastidio, ma se è così me ne vado" Dice quando io non gli rispondo.

"Non dovresti lavorare?"

"Posso fermarmi due minuti" Accenna una risata. "Allora?"

"Sono Hannah" Dico alla fine.

"Non sei di qui, vero?" Scuoto la testa. "Infatti, me li sarei ricordati quegli occhi verdi" Faccio un sorso di coca cola cercando di non far notare il mio imbarazzo.

"Evans! Non ti pago per chiacchierare, torna a lavoro!" Sposto lo sguardo su un signore che lo sta letteralmente fulminando con lo sguardo. Il ragazzo ride.

"Meglio che vada. E' stato un piacere, Hannah" Si allontana sparendo tra i tavoli e di lui mi rimane solo un presunto cognome. Evans.

-

Sono ormai le tre del pomeriggio e sono stanca, meglio dire sfinita. Perciò decido di dirigermi direttamente in camera mia. Mike è terra che gioca con le macchinine che gli ha comprato zia, sembra davvero preso. Io mi stendo sul letto e chiudo gli occhi.

"Hannah! Svegliati!" Le urla di mio fratello mi svegliano e mi costringo ad aprire gli occhi. E' in piedi al centro della stanza che mi guarda, cos'è successo? La maglietta è fastidiosa, è tutta appiccicaticcia. Abbasso lo sguardo per capire perché. E' tutta bagnata, sono sudata dalla testa ai piedi. Che è successo?

"Stavi tremando" Dice avvicinandosi piano. Mi metto seduta sul bordo del letto. Tremavo? No, non di nuovo.

"Perché non vai un po' da mamma?" Annuisce e va verso la porta. "Non dirle nulla però, okay?" Annuisce di nuovo ed esce.

Non ci voleva.

"Parto stasera, verso le sette" Metto i nuovi vestiti in valigia cercando di non far cadere il cellulare, messo tra la spalla e l'orecchio.

"Okay. Domani mattina ci trasferiamo, non vedo l'ora"

"Anche io"

Mi lascio cadere sul letto e parlo con Nicole per altri dieci minuti, poi stacco e vado a farmi una doccia.

L'acqua calda scivola lungo la mia schiena creando brividi per tutto il corpo. Provo a pensare alla nuova camera, ai nuovi vestiti, alla nuova scuola e mi sembra tutto così strano.

Andiamo all'ingresso, dove mia madre mi aspetta per partire.

Saluto Bonnie e Tom con un grande abbraccio, e le prometto che verrò a trovarla più spesso. Poi entro in macchina e, nonostante le canzoni a riempirmi la testa, passo la maggior parte del viaggio a ripensare al sorriso di quel ragazzo.

Evans.

Ice love [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora