"Quindi adesso sei tu che scompari all'improvviso?" Domanda Adelle appena metto piede in camera. "Dove sei stata?" Poggia le mani chiuse a pugno sui fianchi.
"A litigare con un paio di persone" E' passata l'ora di pranzo. Per strada tornando sono andata piano, in macchina mi sono rilassata così tanto sentendo musica che pensavo di rifare la strada solo per perdere tempo.
"Che intendi?" Si siede affianco a me sul letto ancora disfatto.
"Sono andata a casa. La psicologa ha detto che sono rimasta traumatizzata e che riporto il presente al passato ricollegando i momenti a Sebastian. Devo andare avanti e passerà tutto." Guardo con attenzione il suo viso. Si aspetta altro. "E poi ho litigato con mia madre e urlato contro la Turner, che è uscita di casa offesa. Potrei averle detto che non sa fare il suo lavoro" Faccio spallucce e Adelle scoppia a ridere.
"Chi è?" Domando restando seduta quando bussano alla porta.
"Duke" La sua voce rimbomba nella mia testa. Era da tanto che non ci parlavo e non voglio ancora farlo. Adelle mi lancia un'occhiata e mi indica con la testa la porta. Devo andare ad aprire.
"Che ci fai qui?" Dietro la porta c'è il solito ragazzo, solo con i capelli più lunghi. I suoi occhi cercano disperatamente i miei e quando si incontrano rimango di sasso. La luce che entra dalla finestra dietro di me gli illumina il viso facendo rispendere quelle favolose iridi blu.
"Sono venuto per parlarti. Posso entrare?" Guardo Adelle in cerca d'aiuto ma si è già alzata e viene verso di noi.
"Non fare cazzate." Lo minaccia prima di sorpassarlo.
Non doveva lasciarmi sola con lui.
Copro il mio letto il meglio che posso e ci sediamo. Cosa avrà da dirmi? Io non lo voglio qui, proprio non voglio vederlo.
"Mi dispiace" Dice. "per tutte le cose che ti ho detto e per quello che ti ho fatto passare."
Non so se credergli o no. La mia vita è un tale disastro che non riconosco nemmeno ciò che è giusto o ciò che è sbagliato. Come posso capire se una persona mente o no?
"Non avresti dovuto dire tutte quelle cose" Ripenso a quella mattina. Come si può fare una cosa del genere? Sbraita con me, con Alec, utilizza la violenza. Se io ho bisogno di aiuto, probabilmente anche lui ne ha bisogno.
"Scusami" Sussurra. "Non volevo. Sono venuto qui per chiederti se possiamo essere almeno amici" Sorride. "Una tregua".
"Non credo sia possibile." Una tregua? Siamo per caso tornati bambini? Mi alzo irritata e incrocio le braccia al petto.
"Avanti, solo amici." Si alza anche lui e fa un passo in avanti. "Qual è il problema?"
"Nessun problema. Vuoi essere mio amico? Allora dimmi qualcosa di me che nessuno sa." Lo metto alla prova. Lui non sa nulla della mia vita.
"Ho detto amico, non amichetto del cuore" Ride, mi mancava questo suono ma avrei preferito sentirlo in un'altra circostanza.
"Siamo stati insieme, qualcosa di me devi pur sapere" Incrocio le braccia al petto aspettando che mi dia una risposta. Nulla. "Ora direi che puoi anche andare"
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Ice love [COMPLETA]
FanfictionCOMPLETA. Hannah Miller, 19 anni, Londra. Abbastanza grande da capire cosa è giusto per lei e cosa non lo è. Eppure si ritrova a fare sempre la stessa scelta, che non sembra farle bene. E' forte, ma per quanto tempo lo sarà ancora? "Amare vuol dire...