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Taehyung sollevò l'ultima sedia in legno del pub, poggiandola su uno dei tavoli

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Taehyung sollevò l'ultima sedia in legno del pub, poggiandola su uno dei tavoli. Poi si spostò la chioma azzurra, sfuggita alla bandana della sua uniforme di cameriere dalla fronte con un polso, intanto che guardava la sala.

Di norma, aveva sempre evitato di chiedere al suo capo turni al locale che implicassero le ore notturne. Un po' perché non aveva tempo per via dell'università e un po', e Taehyung odiava doverlo ammettere, era perché l'idea di lavorare di notte in un pub pieno zeppo di metalupo ubriachi gli faceva drizzare i peli sul retro del collo.

Comunque, anche in quella occasione, erano venuti in suo soccorso Namjoon e Seokjin, offrendosi di andarlo a prendere.

In verità, suo cugino avrebbe preferito che Taehyung smettesse già di lavorare. Ma l'omega aveva bisogno di mettere da parte quanti più soldi possibili. La maternità, dopotutto, non avrebbe coperto tutte le visite di cui aveva bisogno. Per non parlare dei soldi che avrebbe preso. In pratica bastavano soltanto per comprare un pacco di pannolini a settimana, cosa alquanto scandalosa. Ma era così che funzionava, e ora come ora Taehyung non aveva alcuna forza per ribellarsi al dannato sistema sociale in cui viveva.

Sospirando afferrò l'asta del mocio, così da strizzarlo e iniziare a pulire per terra. Ma, proprio mentre stava per cominciare, una forte strizza ad una delle sue natiche lo fece sobbalzare.

Taehyung trattenne il respiro, intanto che lentamente si voltava per guardare alle sue spalle.
«Non hai idea di quanto sia bello vederti piegato in due con questi jeans attillati...» Kuruo era uno dei suoi collaboratori, il capo in comando quando il vecchietto proprietario tornava a casa. Era un beta dalle movenze viscide e dalla tendenza a credere di essere più speciale di quello che era davvero.

Taehyung credeva che in realtà avesse il cazzo piccolo quindi, anche se allungava le mani e faceva battute da vomito, sapeva che non si sarebbe mai spinto oltre.
Troppo timoroso di svelare il suo "piccolo segreto".

«Chissà come staresti senza, eh?» Soffiò al suo orecchio, facendolo rabbrividire, intanto che staccava la mano e gli lasciava una seconda, e dolorosa, pacca sul sedere.
Poi, soddisfatto, lo sorpassò «Ci vediamo domani, ricordati di chiudere. - ghignò e gli fece l'occhiolino- ah, e rimetti quei jeans, splendore. Una cosa bella va condivisa un po', no?»
Taehyung non rispose, in gola l'ennesimo coniato di vomito da trattenere.

Quando lo vide uscire dalla porta, finalmente, riuscì a riprendere a respirare normalmente.
Sfilò il mocio dal secchio, prendendo a pulire il pavimento. Ma la sensazione di vomito non fece neanche in tempo a sfumare, che sentì la porta riaprirsi, stavolta addirittura con violenza.
Si voltò di scatto, già sul punto di allarmarsi, ma l'odore familiare calmò all'istante tutti i suoi nervi.
Anche se durò poco, visto che in un attimo il cuore gli arrivò in gola e gli occhi gli si spalancarono.

«Quindi, è così che stanno davvero le cose... eh, principessa?»

Jungkook, in piedi davanti l'ingresso chiuso del pub, aveva le mani nel suo Caban blu firmato, intanto che si guardava intorno con fare strafottente.
«Ju-Jungkook... che cosa ci fai qui?» chiese, anche se la sua voce venne fuori più come un mugugno strozzato.

𝕄𝕪 𝕓𝕝𝕖𝕤𝕤𝕚𝕟𝕘 𝕞𝕚𝕤𝕗𝕠𝕣𝕥𝕦𝕟𝕖 ||TkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora