Taehyung non era forte come un alpha, o indipendente come un beta...
No, questo no... Taehyung, dopotutto, era un semplice omega.
Ma, invece, aveva qualcosa che in molti non avevano: La bellezza.
E diamine se era bello.
Bastava un battito di cigl...
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Quella mattina, Jungkook si svegliò presto. Prima di quanto avesse voluto.
Il suo non era stato un sonno tranquillo, anzi avrebbe voluto definire quella nottata un vero inferno. Non ricordava con esattezza cosa fosse ciò che lo aveva agitato tanto, ma c'era un'immagine nella sua mente che non riusciva ad eliminare.
Un viso, il viso di un bambino.
Guardò in basso, lì dove Taehyung aveva il capo poggiato sul suo petto. L'immagine che aveva in mente era simile alla sua, anche se mille volte più giovane e piccina.
Assottigliò le palpebre, spostando una mano sulla guancia che riscoprì un poco fredda dell'omega e lo carezzò con delicatezza, sistemando anche meglio il piumone del letto per coprirlo dal gelo della mattinata senza sole. C'era anche lui in quei sogni, lo sentiva. Magari, mentre piangeva ancora, mentre soffriva a causa sua.
La sola idea gli strinse il cuore e gli amareggiò l'animo.
Chiuse gli occhi e immerse il capo nel cuscino sopra la quale stendeva. Non ricordava di essercisi messo, forse lo aveva fatto Taehyung per lui.
Sorrise malinconicamente, mentre l'amaro si trasformava in calore e si propagava piano nel suo petto, quell'omega era così dolce nella sua testardaggine da destabilizzarlo.
E, proprio come quando aveva capito che sarebbe divenuto padre, Jungkook si ritrovò a venir avvolto da una nuova sensazione, una sensazione che sembrava dargli la carica per affrontare qualsiasi cosa.
Ma cos'era? Ancora non lo voleva sapere.
Ma capiva che era importante e capiva che Taehyung ne era il nucleo.
Tornò a guardare l'omega e, mentre l'oscurità celava i loro corpi vicini e la sua espressione, gli occhi del Prime brillavano luminosi più che mai, posati sulle linee morbide di quel ragazzo dalla chioma azzurra e sbarazzina.
Si chinò su di lui, piano per non svegliarlo e, per la prima volta da quando tutta quella faccenda si era venuta a creare, le sue labbra sfiorarono quelle di Taehyung in un bacio innocente. Un tocco rubato nel sonno, un segreto che Taehyung non avrebbe mai scoperto e che parlava forte quanto quei suoi occhi illuminati.
Infine, si scostò, alzandosi dal letto per lasciare la stanza e andare in giardino a schiarirsi la mente nel freddo.
Quando il suo sguardo si posò sulla scrivania, però, si fermò.
C'era un blocchetto da disegno e delle matite nel disordine di quel tavolo e lui, dopottutto, aveva ancora ben impressa quell'immagine nella mente.
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