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Jungkook aprì gli occhi pesanti, infastidito dal brusco terremoto che sembrava percuotergli il corpo

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Jungkook aprì gli occhi pesanti, infastidito dal brusco terremoto che sembrava percuotergli il corpo.

Brontolò, mugugnando mentre immergeva il viso nel cuscino.

«Oppa! Lo so che sei sveglio!» la vocina delicata della sua sorellina, gli sembrava una tromba nelle orecchie sensibili da metalupo.

«Sunsun...che vuoi?»

«Sono le 7.20 del mattino e tu stai ancora dormendo! Papà ha già chiamato due volte perché dice che hai- Ahi!» Jungkook gli spalmò una mano in faccia, cercando di spegnerla come fosse una sveglia «Dì a tuo padre che se vuole che mi svegli, può venire benissimo qui a buttarmi giù dal letto!» grugnì infastidito.

Quando Sunmin non rispose, aprì ambi gli occhi per guardarla «Lo sai che non verrà finché io sono qui...» Sunmin aveva abbassato la voce tutta insieme, trasformandola in un sussurro, come provasse vergogna per sé stessa.

Jungkook scattò sugli avambracci «Sunsun, no! Lo sai che non è così! Te l'ho detto lui-» provò a carezzare il capo della sorella, ma questa si alzò in piedi, allontanandosi dal letto «Ormai sono due mesi, Oppa! Pensi io sia stupida? Pensi non abbia capito?!» si avvicinò alla porta, così da spalancarla malamente «Non verranno più! Non finché io non sparirò dalla faccia della terra!» mentre usciva, ignorò completamente il ragazzo dai capelli blu che si era avvicinato alla porta nel frattempo.

«Sunsun!» chiamò ancora Jungkook, provando a raggiungerla. Ma, gattonando sul letto, rimase impigliato nelle coperte, ruzzolando a faccia in giù sul pavimento in parquet «Quel bastardo me la pagherà cara!» ruggì con rabbia, cercando di risollevarsi.

Taehyung rimase a guardarlo per un po' sulla soglia della camera, mentre cercava di scalciare via le coperte che gli imprigionavano le gambe «Hai qualcosa da dirmi?» gli chiese intanto che incrociava le gambe ora libere.

Non riusciva più a guardarlo per bene negli occhi, dopo che aveva avuto quella crisi un paio di settimane prima.

Si sentiva un debole, o meglio, Taehyung lo faceva sentire come tale.

Non che gli dicesse chissà che cosa, sia chiaro, semplicemente era lo stupido orgoglio di lupo a farglielo pensare.

Beh, quello e le continue situazioni in cui si ritrovava, tipo quella di quella mattina.

«Non proprio, volevo sol-»

«Allora puoi andartene? Io non posso entrare in camera tua, tanto quanto tu non puoi entrare nella mia»

Taehyung alzò ambe le sopracciglia, mentre sentiva la rabbia ribollirgli nello stomaco.

Detestava il suo stupido modo di parlare arrogante e idiota. E più quella convivenza andava avanti e più a lui saliva l'istinto omicida.

«Primo, non sono in camera tua, ma fuori. Secondo, stai tranquillo che non ci entro qui dentro con il rischio di prendermi chissà che malattia sessualmente trasmissibile!»

𝕄𝕪 𝕓𝕝𝕖𝕤𝕤𝕚𝕟𝕘 𝕞𝕚𝕤𝕗𝕠𝕣𝕥𝕦𝕟𝕖 ||TkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora