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Jungkook aprì lo sportello della macchina dal lato del passeggero, e una lunga gamba adornata da un elegante tacco nero ne uscì, poggiando così sul marmo scuro

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Jungkook aprì lo sportello della macchina dal lato del passeggero, e una lunga gamba adornata da un elegante tacco nero ne uscì, poggiando così sul marmo scuro.

Lui l'aiutò a mettersi in piedi porgendole la mano, il respiro trattenuto per via dell'esasperante profumo che emanava.

Non era la prima volta che sentiva l'odore di Hana, erano stati insieme più volte, oramai avrebbe dovuto esserci abituato. Eppure, da quando avevano intrapreso quel tipo di relazione, lei non perdeva occasione per sprigionarli, non perdeva occasione di provare a farlo cadere in tentazione.

Il problema era che quell'odore era dolce. Dolcissimo.

E Jungkook... beh, amava mille volte di più il profumo di pulito di un certo omega.

Serrò la mascella con forza, mentre il suo sguardo cadeva in automatico sul rolex che portava al polso.

00:37.

Non importa quanto ci provasse, una parte di lui continuava a puntarsi su quel dannato orologio nel bruciante desiderio di svignarsela il prima possibile.

Ovviamente il tempo non gli passava mai.

«Lo sai, Jungkookie... mi piace» la voce pacata ed elegante di Hana lo risvegliò dai suoi pensieri, erano arrivati già davanti il grazioso portone verde della villetta della sua famiglia e lei gli aveva preso la mano, intrecciandola alla propria «Intendo noi due in questo modo» sollevò le loro mani, portandosele alla bocca per baciare il dorso della mano del Prime.

Il rossetto rosso ciliegio, ora gli macchiava la pelle.

«Era solo una cena fuori, nulla di speciale» sorrise confuso, non capendo a pieno a cosa si riferisse. Lei lasciò le sue mani, passando le braccia attorno al suo collo per avvicinarsi e portarsi ad un soffio dal suo viso «Ma era una cenetta intima, solo per noi due. Solo chiacchiere e risate...»

Per chiacchiere e risate, intendeva lei che parlava tutta la sera e lui che ridacchiava facendo finta di ascoltarla, ma l'alpha non aveva il cuore di dirglielo.

O meglio, non poteva, visto i cani da guardia che i suoi genitori gli avevano messo alle calcagna.

«Dopotutto, ci conosciamo già. Sappiamo che tipo di chimica abbiamo tra le lenzuola e la complicità che ci lega come amici... come coppia funzioneremmo a meraviglia»

Jungkook deglutì, suo padre gli aveva imposto di tenere il silenzio su Taehyung e la gravidanza, ma lui non ce l'aveva fatta. «Anche sapendo che avrò delle figlie? Lo sai che non ho intenzione di lasc-» la ragazza passò una mano sulle sue labbra, zittendolo «Sei stato molto chiaro, ho capito che non te le lascerai alle spalle. E, ti dirò, mi va bene»

Aveva un'espressione poco serena, in verità. E Jungkook lo sapeva che aveva fatto molta fatica ad accettarlo, tanto che aveva creduto di aver mandato tutto all'aria.

𝕄𝕪 𝕓𝕝𝕖𝕤𝕤𝕚𝕟𝕘 𝕞𝕚𝕤𝕗𝕠𝕣𝕥𝕦𝕟𝕖 ||TkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora