Taehyung non era forte come un alpha, o indipendente come un beta...
No, questo no... Taehyung, dopotutto, era un semplice omega.
Ma, invece, aveva qualcosa che in molti non avevano: La bellezza.
E diamine se era bello.
Bastava un battito di cigl...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
L'agitazione, l'ansia, la voglia di vederlo. Taehyung sentiva tutto quanto mischiarsi nel fondo del suo stomaco, arrampicarsi lungo le pareti del suo corpo e agitargli il cuore, che non smetteva di pompare a tutta velocità.
Le bambine nel suo ventre, invece, erano calme. Come se sentissero quella presenza sin da lontano, come se ne sentissero l'odore ancor prima di lui.
E, quando finalmente lui e Jimin arrivarono all'inizio della via che portava a quella che era stata la sua casa in adolescenza e riconobbe la sua figura poggiato di schiena su uno dei muri accanto la casa, un brutto flashback gli colpì la mente.
«L'ultima volta che ci siamo visti così... non è finita bene» sussurrò, ricordando quella prima sfuriata in cui avevano dovuto intervenire per separarli. Ricordando la sensazione di frustrazione e odio che provava per quell'alpha strafottente che non lo capiva.
«Non è più come l'ultima volta, Tata...» Jimin gli poggiò una mano lungo la schiena, carezzandolo con delicatezza per incoraggiarlo «Se vuoi, io rimango con te. Non è un problema»
Taehyung continuò a fissare la figura in lontananza di Jungkook. La luce del sole che calava, gli decorava il profilo squadrato. Il capo rimaneva puntato in basso, fisso sulle sue scarpe.
Jimin aveva ragione, non era più come allora. No, adesso sapeva quanto Jungkook potesse essere attento, come potesse essere gentile... quanto potesse essere... beh, Jungkook.
Si voltò verso il suo migliore amico e sorrise, anche se incerto «No, andrà tutto bene. Solo... non so se voglio andarci davvero» confessò.
L'alpha lo affiancò, guardando a sua volta Jungkook in lontananza, poi guardò l'amico.
Lo conosceva da un'eternità, tanto che era arrivato ad un punto in cui credeva non avessero bisogno di parlare per capirsi, gli bastava guardarsi, leggere l'uno gli occhi dell'altro.
«Di cosa hai paura Tata?»
L'omega bassò lo sguardo, le labbra premute insieme «Io...mi sono accorto che tutto ciò che volevo fino a pochi mesi fa, ha perso ogni significato...» si portò il viso tra le mani «Volevo diventare uno stilista, aprire un mio marchio, cucire i miei vestiti... e ora...»
Jimin attese in silenzio, gli occhi su quella figura esausta «Ora, l'unica cosa a cui riesco a pensare è che voglio che le mie bambine abbiano il loro papà, che lui non sposi quella tizia... che le senta scalciare per la prima volta... H-ho perso me stesso... ho perso tutto quello per la quale ho camminato fino ad ora»
L'alpha corse con le mani al suo volto, costringendolo a guardarlo dritto negli occhi, sorrideva sicuro «Non hai perso te stesso, sciocco... Hai solo rivisto le tue priorità. Questo è normale quando ci si innamora...»
Taehyung lo fulminò con lo sguardo, quasi come se si sentisse preso in giro «Non mi è mai successo con-»
«Quello non era amore, Taehyung! Diamine, sei stato con quel tipo per due settimane quando eravamo alle superiori, lo hai lasciato dopo averci scopato mezza volta! E lo sai bene» rise, mentre l'altro continuava a non convincersi delle sue parole «Con quell'imbecille di Jungkook hai molto di più in ballo... una famiglia, delle figlie...» mentre parlava, Taehyung percepiva ogni parola come fosse amplificata, come se ci fosse un fiore piantato al centro del suo stomaco, che fioriva man mano «Un futuro...»