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«Che vuol dire che non posso averne un altro senza pagare una penale? Stiamo scherzando?!» Taehyung si sporse in avanti, affacciandosi ad occhi spalancati oltre il bancone della segreteria dell'università

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«Che vuol dire che non posso averne un altro senza pagare una penale? Stiamo scherzando?!» Taehyung si sporse in avanti, affacciandosi ad occhi spalancati oltre il bancone della segreteria dell'università.

La povera segretaria, vedendolo così alterato deglutì timorosa. La signora Chai era sempre stata un'omega dal carattere mansueto, non proprio adatto a gestire un branco di giovani metalupo agitati quali potevano essere degli studenti universitari «M-mi dispiace, signor Kim... m-ma vede, quello era un documento autenticato. È grave perderlo, quindi per averne uno nuovo si deve pagare una penale...»
«E a quanto ammonta questa penale?» Si tirò indietro, intrecciando le braccia al petto e sbattendo nervoso il piede sul pavimento.
«E-ecco... sono 1204337,90 Won» la donna chiuse gli occhi, sentendo il tonfo di una mano colpire il legno della scrivania dietro la quale si trovava.
«COSA?!» la voce di Taehyung risuonò in tutta la hall di accoglienza, facendo girare un persino un paio di studenti che stavano controllando gli orari del giorno «Ma è una rapina! Siete pazzi?!»

«M-mi dispiace, davvero! S-Sono le regole, no-non si arrabbi!» Chai, stava seriamente per mettersi a piangere. E Taehyung, osservandola, si sentì terribilmente in colpa, dopotutto era vero che lei non c'entrava nulla.

Ringhiò in frustrazione, assumendo una posa un po' meno aggressiva. Non poteva permettersi quella cifra, quindi, nonostante all'inizio avesse scartato completamente l'ipotesi, si ritrovava a dover andare di nuovo da quel bastardo prime.
Sì, Jungkook era stato declassato a "bastardo prime" la sera stessa della loro ultima litigata. Taehyung si rifiutava di chiamare per nome quell'essere immondo dalle sembianze umane. Non se lo meritava e lui non lo avrebbe fatto.

«Va bene, vedrò di ritrovare quel maledetto foglio» sbuffò irritato, intanto che si allontanava per andare verso l'uscita dell'edificio.
I suoi occhi erano già sullo schermo del telefono. Forse avrebbe potuto convincere Jimin ad- no meglio di no... Jimin non vedeva l'ora di ammazzarsi con Jungkook, quindi era il caso di evitare.
«Chissà se Hobi-hyung...» mentre pensava ad alta voce, una spallata lo fece sussultare «Scusa» chiese senza curarsi di guardare contro chi fosse finito.
Solo che, in verità, quella spallata era stata data apposta e non da lui. Ma Taehyung ci arrivò soltanto quando sentì parlare una voce familiare «Hey, puttanella arrogante, perché non provi a mostrarti un po' più dispiaciuto?»

L'omega dalla chioma azzurra alzò finalmente il capo, voltandosi per rivedersi lo stesso alpha gigantesco e dalle movenze scimmiesche che lo aveva importunato all'incontro di boxe.
Era accompagnato da quei suoi soliti amichetti idioti e sorrideva come un completo imbecille.
Taehyung era troppo nervoso per non levarsi la soddisfazione di fargli scomparire quel sorrisetto.

«Mh? E come dovrei mostrarti il mio dispiacere, Jun? Dimmi, sono molto curioso» disse in tono remissivo, sbattendo le palpebre con fare innocente.
In un paio di cigliate Jun aveva già cambiato espressione più volte; passando dalla confusione per via di quel fare civettuolo, al ghigno compiaciuto «Beh, ho un paio di idee... Ma comprendono tutte io e te in un bagno» sogghignò intanto che si staccava dal gruppetto per avvicinarsi.
Taehyung glielo permise, aspettando paziente che si portasse proprio davanti a lui. Era più alto e puzzava di cannabis, tanto da pungergli il naso.
L'omega trattenne il respiro e si sporse in avanti. Poi, mosse le dita sulla giacca sportiva che indossava, scalandola fino ad arrivare al suo mento, che carezzò soavemente «Ah, sì? E cosa mi faresti nel bagno?»
«Oh, ti farei di tutto» passò un braccio attorno ai fianchi di Taehyung, tirandolo a sé «usciresti da lì soltanto con un aiutino, perché ti assicuro che non cammineresti più dritto»
«Uh, ma pensa...proprio come un vero uomo...» Taehyung tornò a scendere con la mano lungo il suo corpo, il tessuto dei jeans costosi che Jun indossava sarebbero stati perfetti per un modello di giacca che aveva in mente «Ma abbiamo un piccolo problema...» sorrise angelico.
«Ah, si? E quale?» chiese l'alpha, mordendosi il labbro inferiore. Sembrava già parecchio eccitato, ma non durò molto.

𝕄𝕪 𝕓𝕝𝕖𝕤𝕤𝕚𝕟𝕘 𝕞𝕚𝕤𝕗𝕠𝕣𝕥𝕦𝕟𝕖 ||TkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora