Taehyung non era forte come un alpha, o indipendente come un beta...
No, questo no... Taehyung, dopotutto, era un semplice omega.
Ma, invece, aveva qualcosa che in molti non avevano: La bellezza.
E diamine se era bello.
Bastava un battito di cigl...
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Taehyung sentì il respiro mozzarglisi in gola. Quella ragazzina era la stessa che se ne era stata all'angolo della porta quel giorno, quando la sorella era entrata per provocarlo. Già allora, ripensandoci, aveva notato fosse troppo esile per il suo lignaggio.
Era una bambina, indifesa, circondata dagli stessi alpha alla quale era stata associata per anni. Non c'era bisogno che immaginasse il suo terrore, perché lo conosceva bene. Le sue mani presero a tremare. Da una parte, sentiva di dover intervenire. Sapeva di dover intervenire, persino il suo lupo glielo chiedeva. Dall'altra, però... La sua mano si spostò sul suo stomaco, carezzandolo con timore.
Quelli erano ancora dei ragazzini, ma in quel momento non erano tali. No, in quel momento erano tre alpha. Tre predatori affamati.
Un altro colpo attutito dalla carne soffice tornò a fargli alzare il capo. L'avevano colpita di nuovo, stavolta dritta allo stomaco. Taehyung vide la mano di quello che si era posto tra le gambe dell'omega sollevarsi con malagrazia sulla sua coscia coperta dalla calza leggera, poi prendere e sollevare la gonna a balze della scuola media che la piccola indossava.
Taehyung serrò con forza la mascella e i suoi occhi guizzarono di azzurro, decise che era giunto il momento di porre fine a quello schifo.
Si infilò una mano in tasca e ne tirò fuori un oggetto, che nascose dietro la schiena. Poi, finalmente, si alzò in piedi. «HEY!» il suono della sua voce riecheggiò nel vuoto del parcheggio sotterraneo, facendo scattare il capo dei tre ragazzini e della piccola Jeon. L'omega spalancò gli occhi pieni di lacrime, riconoscendolo.
«Che cazzo vuoi?» sbottò quello che era tra le gambe della ragazza, lo stesso che aveva parlato pure poco prima dicendo tutte quelle stronzate senza senso sull'andare in giro in calore.
«E io che credevo che nelle scuole come le vostre, ammettessero solo gente sveglia» lo beffeggiò, indicando l'uniforme del liceo che indossavano «Non è ovvio?» roteò gli occhi, assumendo un'espressione di ovvietà «Lasciatela andare»
Quello che teneva ferma la piccola Jeon per le braccia si drizzò sulle ginocchia «Perché non ti fai i cazzi tuoi, eh? Omega» l'ultima parola la soffiò sprigionando i suoi ormoni, troppo poco sviluppati per fargli alcun effetto.
«Dea» l'espressione che fece l'omega dai capelli azzurri fu di puro disgusto «Ma almeno vi sono scesi i coglioni?» chiese con sincero sconcerto «Mollate quella ragazzina, prima di imbattervi in faccende più grandi di voi!»
«Tu brutta putt-» il ragazzo che aveva parlato poco prima, fece per scattare in avanti ma quello che si era ficcato tra le gambe dell'omega, che ormai era chiaro fosse il capetto, lo fermò con un gesto della mano.
Era un ragazzino, proprio come gli altri. Ma questo aveva sviluppato per bene. Taehyung lo intuiva dagli occhi rossi e dagli ormoni forti e sicuri che emanava. Quel bastardo era calmo, troppo per non aver mai fatto una cosa del genere.