✾ 40 ✾

3.8K 251 48
                                        

Le luci del commissariato erano troppo intense e calde, gli bruciavano la pelle ancora sensibile a seguito della trasformazione avvenuta poco prima

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Le luci del commissariato erano troppo intense e calde, gli bruciavano la pelle ancora sensibile a seguito della trasformazione avvenuta poco prima.

Tramutare in lupo, dopotutto, aveva brutti effetti collaterali sul fisico umano. Un tempo avveniva in maniera più naturale, almeno secondo gli esperti del campo, ma man mano che i metalupo si evolvevano, diventava più difficile. Presto, sostenevano, anche i Prime avrebbero perso questa caratteristica, ma i seguaci più ortodossi della dea rifiutavano ostinati questa teoria.

Lui, che nell'arco della sua vita aveva provato il dolore e la spossatezza dovuti al ritorno in forma umana abbastanza volte da decidere che era una cosa che voleva evitare il più possibile, si augurava che le previsioni di quegli esperti si avverassero. Anche se era qualcosa che non si applicava a lui, sperava sempre che le generazioni seguenti non patissero quello strazio.

Ma quella volta, al dolore e alla spossatezza, si era aggiunta anche una terza sensazione ad affliggerlo.

Era un'agitazione, un senso di ansia che gli graffiava lo stomaco, che lo rendeva inquieto e nervoso.

C'era qualcosa, una vocina forse... che continuava a dirgli che stava perdendo tempo, lì seduto ad una delle poltroncine del commissariato, ad aspettare inerme notizie sulla sua sorte dopo lo scontro con suo padre, Jungkook stava perdendo tempo.

Suo padre... forse, era a causa sua quel senso d'ansia. L'ultima volta che lo aveva visto, un'ambulanza lo stava caricando per portarlo all'ospedale. Jungkook se l'era cavata molto meglio, qualche graffio e un morso neanche troppo profondo su una coscia; quindi, i poliziotti lo avevano preso e portato direttamente in commissariato.

Quante ore erano passate da allora? Due? Tre? Non poteva esserne sicuro.

«Jeon Jungkook» la voce asciutta e severa di uno degli ufficiali che aveva passato parecchio tempo a fargli domande sull'accaduto, lo risvegliò dalla sua linea di pensieri, costringendolo ad alzare il capo dalle mattonelle bianche e lucide del pavimento alla sua figura, forse un po' troppo massiccia per il lavoro che faceva «Puoi andare»

Scattò in piedi, maledicendosi mentalmente per la poca cautela nei confronti della sua gamba malamente fasciata «C-cosa? Perché?»

«Tuo padre non ha intenzione di sporgere denuncia» A rispondergli fu Yoongi che, accompagnato dalla signora Min, ora lo raggiungeva a gran falcate «Ha tenuto a far sapere che tu e lui siete stati aggrediti da un pazzo non ben specificato, smentendo tutte le voci di un conflitto tra voi due»

Jungkook sfarfallò le palpebre confuso «Ma credevo che-»

«Non gli conviene ammettere di avercele prese dal proprio figlio, Jungkook. Una denuncia significherebbe mostrare una crepa troppo grande al mondo. In questo modo, tutti sanno ma senza una certezza la cosa occuperà poca rilevanza» era una buona notizia, ma non placò l'ansia del Prime, che infatti si ampliava man mano che Jungkook leggeva il comportamento stravagante del suo migliore amico. Era nervoso, agitato almeno quanto lui mentre aspettava seduto su quella dannata sedia. Non lo guardava negli occhi, si torturava le mani e si agitava portandosi da una gamba all'altra.

𝕄𝕪 𝕓𝕝𝕖𝕤𝕤𝕚𝕟𝕘 𝕞𝕚𝕤𝕗𝕠𝕣𝕥𝕦𝕟𝕖 ||TkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora