Ankar si muoveva furtivo sul terreno come se ne facesse parte, osservava dritto davanti a sé l'accampamento nemico con tutti i suoi occupanti intenti a compiere le dovute mansioni come fosse una colonia di formiche composta esclusivamente da esemplari soldato.
Tagan avanzava di fianco al lupo nel suo stesso identico modo, il cacciatore dal pelo rosso era circondato da tutti i guerrieri del suo schieramento pronto a mettere in atto sicuramente il più pericoloso dei piani.
"Al mio segnale" sussurrò il canide.
Lo scopo dei nativi era un attacco preventivo contro gli stranieri con la letale aggiunta della sorpresa, gli occhi del leader fissarono il lato destro e videro un piccolo gruppo di connazionali che eseguiva le sue direttive.
Sophira scalò un albero fino a raggiungere il ramo più alto e si preparò a usare la fionda contro le sentinelle.
Sasso dopo sasso gli europei caddero come steli di grano recisi dalla falce, tuttavia i proiettili della gatta non fecero danni ingenti a causa delle armatura, perciò furono altri a renderli inoffensivi per sempre.
La fase iniziale procedette rapida ma senza intoppo come la rapida di un fiume, Kawab segnalò tale successo con la lancia dalla punta insanguinata tenuta orizzontalmente nella mani destra.
Ankar fissò la sorella minore che già aveva caricato l'arma pronta a scagliare la prima pietra.
I sudamericani seguirono il capotribù lentamente.
"Ci farà uccidere tutti" sussurrò Adda che, però, rimase inascoltata, ormai gran parte dei cacciatori non le dava più retta visti i suoi comportamenti.
"Allora torna indietro".
Si limitò a dire Maron mentre le passava accanto senza neanche voltare la testa.
"Ora!"
Il lupo fu il primo ad alzarsi e corse verso il luogo da attaccare, quando i suoi piedi raggiunsero il cadavere di una delle sentinelle fu notato da un conquistadore che ebbe solo il tempo di spalancare gli occhi prima di ricere l'arma del canide in gola.
Il proprietario riprese l'oggetto con un forte strattone, mentre tutti gli spagnoli notavano, allarmati, ciò che accadeva intorno a loro.
Sophira e altri nativi iniziarono a lanciare frecce e sassi contro chi avevano a tiro, mentre i cacciatori a terra prendevano quante più vite possibili.
Dall'altra parte, però, anche i soldati facevano qualche vittima, tuttavia il fatto che dovessero caricare dopo ogni colpo sparato gli costringeva al corpo a corpo argomento che i nativi avevano da sempre studiato.
Micah trapassò il corpo dell'ennesimo avversario e usò il cadavere come scudo contro il proiettile che provò a raggiungerlo per poi scattare con la lancia ancora incastrata nel soldato morto, la punta, però, era fuori da esso e la usò per uccidere l'europeo che aveva appena sparato.
Cortès fissava dalla sua tenda l'ennesima forma di disprezzo dei suoi nemici, concentrava lo sguardo sul lupo rosso... Il furto del cavallo era una ferita fresca.
Recuperò dal tavolo la pistola e la puntò in direzione del canide che toglieva la vita all'ennesimo soldato pronto a fare lo stesso con chissà quanti altri, la mira era stabile e il tiro libero.
Purtroppo fu lo stesso per la gatta sull'albero che colpì la mano della iena con una pietra, lo spagnolo osservò il punto rosso poco sotto le nocche e poi spostò gli occhi sulla felina pronta a scagliare un altro proiettile contro il capotribù nemico.
Purtroppo una freccia colpì il ramo dove la cacciatrice poggiava i piedi e lo spaventò che quest'ultima prese le fece perdere l'equilibrio.
Urlò durante la caduta ma si aggrappò a una delle braccia dell'albero e restò con i piedi a penzoloni.

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QUINTA ALBA
AdventureSole. Giungla. Morte. Pericolo. Ankar è pronto ad affrontare tutto ciò senza paura, ma se queste cose fossero l'inizio di ciò che davvero attende questo guerriero. Il destino. ATTENZIONE:La storia presenta scene di violenza.