Capitolo 44 💕

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Il volo di Max era previsto per le 12:45, infatti verso le dieci eravamo già in aeroporto.

Non abbiamo parlato molto, siamo rimasti vicini e tenendoci per mano.

Cercavamo di farci forza.
Ma chi prendo in giro.

Era lui a farmi forza, Max ha sempre saputo cosa fare e soprattutto come mostrarsi forte davanti a me.

Non nego che quando abbiamo scoperto del ritardo dell'aereo di una ventina di minuti, rimasi felice, a differenza di mio fratello.

Comunque il distacco era solo questione di tempo, prima o poi avrei dovuto fare i conti con la realtà.

Realtà che non tardò ad arrivare.

"Andiamo Grace, ti voglio bene anche io, ma così perderò il volo"
Mi ero aggrappata a lui come una bambina, temevo e temo tutt'ora che questa distanza ci allontani di nuovo.

"Mandami un messaggio appena arrivi a casa, io ti rispondo appena atterrato"

"Sta tranquilla, appena possibile ritorno"
Con questa frase mi aveva salutata, dandomi un bacio sulla guancia.

Al momento mi trovo fuori dall'edificio, aspettando un taxi.

I minuti passano ed il mio stomaco inizia a brontolare.

"Sciopero dei mezzi?
Ma sei sicuro?
Accidenti, io ho una riunione tra venti minuti, come faccio?"
Il discorso di una donna al telefono mi fece congelare sul posto.

Prendo subito il telefono ed il caro amico Internet conferma, oggi c'è lo sciopero dei mezzi.

Sbuffo, confusa su cosa fare o chi chiamare.

Un clacson mi riportò coi piedi per terra, noto una macchina scura a me molto familiare e prego con tutta me stessa di sbagliarmi.

Insomma, quante persone a Milano avranno questa macchina, no, non è possibile.

Sono abbastanza fiduciosa, fino a quando l'autovettura si avvicina ed il finestrino del passeggero viene abbassato.

"Vuoi un passaggio?"
Jace.

Merda, perché ha sempre quel sorrisetto odioso sulla faccia?

"No grazie"
Però, io ho fame.
Mettiamo caso che dovessi chiamare qualcun altro, passerebbe un bel pezzo prima di tornare a casa.

"Grace non mi piace pregare le persone, perciò vedi di non farmi ripetere"
Insiste diventando sempre più cupo in viso e senza distogliere lo sguardo.

"Ho già risposto.
Dopo l'ultima volta non vengo con te neanche morta"
Continuo a rifiutare la sua offerta.

"Per ricordare così bene la volta scorsa..."
Stufa del suo comportamento gli dico nuovamente che non salirò nella sua macchina e che può andare a casa o dove gli pare.

"D'accordo, ci si vede"
Mette il broncio, ma in pochi secondi inizia ad allontanarsi.

Questa velocità mi insospettisce.
Meglio così, non voglio avere niente a che fare con Jace.

Infatti, non passò molto prima che iniziasse a piovere e notai che la macchina di Jace, era semplicemente qualche metro più in là di dove era prima.

Arrabbiata con l'universo, con lui e con me stessa, cammino verso la sua macchina.

Voglio solo tornare a casa.

"La tua offerta è ancora valida?"
Ma certo, non aspettava altro.

"In realtà, no.
Prima lo era, ora no.
Ma dato che sta piovendo, tu avrai fame ed io sono una brava persona.
Ti perdono e ti do un passaggio"
Sorride.

Quanto mi da sui nervi.
Si può essere così spocchiosi?
E pure bugiardo, brava persona, certo, come no.

Gli unici suoni sono le dita di Jace che tamburellano sul volante e la musica in sottofondo.

Mi sono imposta di non parlare, se non per ringraziarlo.

"Come siamo silenziose oggi.
Che ci facevi in aeroporto?"
Appunto, la calma non durò molto.

"A quanto pare non ho nulla da dire e vedi di farti gli affari tuoi"
Sto provando a mettere dei paletti fra noi due, soprattutto ad essere fredda così potrebbe stufarsi.

"Tesoro dovresti mangiare meno limone a colazione.
Ti ricordo che ti sto dando un passaggio, almeno due chiacchiere me le devi"

"È assurdo.
Perché con te si parla sempre e solo di 'dare e ricevere' , a volte le persone fanno delle azioni solo perché si sentono di farle e ascolta bene, non si aspettano nulla in cambio"
Gli rispondo a tono, mostrando tutto il mio dissenso.

"È qui che ti sbagli.
La vita è un 'dare e ricevere'.
Faccio un esempio, tu riempi di carinerie ed attenzioni il tuo ragazzo, sicuramente non pretendi un regalo costoso, ma dentro di te, ti auguri che lui si comporti nella stessa maniera.
O mi sbaglio?"

"Beh, questo, questo non vuol dire nulla.
Un detto dice, raccogli ciò che semini.
Ovvero, sono brava, di sicuro o per la maggioranza avrò qualcosa di bello intorno"

"Quanto sei testarda, stai esprimendo il mio stesso concetto, solo in un'altra maniera"

Era meglio se fossi rimasta in silenzio, questo qui non fa altro che innervosirmi.

"Col fidanzatino?
Spero che vada tutto bene"
Ne sono più che convinta.
Chissà, magari ha delle bambole wodoo di Michael e tramite qualche rito o tortura gli fa il lavaggio del cervello.

"A gonfie vele, mai stata meglio"
Rispondo gonfiando il petto di orgoglio e felicità.

Fortunatamente non chiede altro e ritorna il silenzio.

"Non hai ancora risposto.
Perché eri in aeroporto?"
O santa pazienza, quanto insistite.

"Potrei farti la stessa domanda"
Svio la risposta con un'altra domanda.
Non mi va che questo impiccione sappia delle cose mie private.

"Avevo voglia di fare un giro, inoltre in uno dei negozi dentro l'aeroporto ci lavora una mia amica"
Amica, già, amica.

"Gelosa?"
Lo guardo incredula, non può avermi letto nel pensiero e poi io non sono gelosa.

"Credici, semplicemente non sono convinta che sia una normale amica"
Dall'inizio della conversazione raramente lo guardo negli occhi, tendo sempre a guardare fuori, perché altrimenti mi imbarazzo e non riesco a parlare.

"Questa si, è una comune amica"
Non so per quale motivo, ma gli credo.
Potrebbe anche essere, o no?
Inoltre che motivo avrebbe di mentirmi?

"Mio fratello è tornato a Londra"
Alla fine mollo la presa, anche se ho già rotto tante barriere dopo essere salita in macchina.

Sei la mia rovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora