Capitolo 13 💕

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Apro lentamente gli occhi e vedo il volto di Fred

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Apro lentamente gli occhi e vedo il volto di Fred.
Cerco di capire perché sono con lui.

Certo, adesso ricordo: stavo per cadere a terra e lui mi ha presa in braccio.

Colta dall'imbatazzo, inizio a muovermi.
Mentre mi guardo attorno noto che sono su un letto, sul mio letto.

Sono in camera mia!

"Come hai fatto a entrare?"
Chiedo colpita.
Le sue labbra, si curavano di lato.

"Ho scassinato la porta, semplice"

Ma ovvio, ceh come ho fatto a non pensarci.

"Hai scassinato la porta?!  Non mi potevi chiamare? E se ti vedeva mio fratello?"

Lui reagisce come se avessi detto una barzelletta.

"Una domanda per volta.
Primo; ho provato a svegliarti, ma siccome stavi sognando il sottoscritto, non sei riuscita a svegliarti.
Secondo; non mi faccio problemi.
E comunque tranquilla non c'è"
Fu abbastanza tranquillo, alla fine del suo discorso sollevò le spalle.

Strano che mio fratello non c'è.

"Va bene, se tu sei a casa e stai meglio, io vado"
Lo fermo.

Prima di uscire dalla stanza lo voglio almeno ringraziare.

"Grazie e non ti stavo sognando!"

"Sisi certo e tranquilla qualsiasi  ragazzo avrebbe così con la sua fidanzata.
Ci si vede"
Rimasi da sola in camera, con la testa che mi ripeteva quella parola.

Fidanzata.

Stiamo parlando di Fred, mai mi sarei immaginata che proprio lui utilizzasse quella parola nei miei confronti.

Un sorriso si fa largo sulle mie labbra.

Ma vari colpi di tosse rovinano il momento.
Nel comodino accanto al mio letto, ha messo un bicchiere d'acqua, un termometro e il mio telefono.

Prendo il termometro per vedere la temperatura.

Lo metto tra l'ascella e il petto e mentre aspetto che suoni di penso a Nicole e Michael.

Saranno in pensiero emi uccideranno, la solita pasticciona.

Il suono mi distrae dai miei pensieri.
Vedo il piccolo display, 38.5.

Devo prendere qualcosa, non posso stare così.
Appena alzo la coperta dei brividi mi fanno tremare.

Per fortuna, nell'armadio tengo sempre 3 pled. Soffro molto il freddo e sono pronta ad ogni evenienza.

Apro le ante e con molta non curanza, ne prendo uno e me lo metto attorno al corpo.
Scendo di sotto, vado in cucina e mentre apro lo sportello dei medicinali, sento le chiavi girare nella serratura della porta d'ingresso.

Finalmente, qualcuno che mi vuole realmente bene. Al solo pensiero mi sento meglio.

Lascio tutto e vado nel salone.

La persona che entra in casa però non è Luca.
È Max.

Non si è neanche accorto di me.

Dopo aver posato le chiavi sul mobiletto accanto alla porta, insieme al giubbotto.
Alza lo sguardo e senza lasciar trapelare alcuna emozione mi osserva.

Dentro di me c'è una battaglia interiore.
Non so se abbracciarlo, piangere o dirgli tutte le male parole che ci sono sulla faccia della terra.

"Ah. Sei qui! Meglio così, sono venuto solo per te"
Si avvicina a me.

Sono così arrabbiata.

"Allora, dai che mi devi dire?
Sono qui solo per questo.
Dopo la telefonata di Luca"

Non mi smuovo.
Ricordo quel giorno.

"Ei.
Ci sei si o no?"
Dice al quanto scocciato che non gli prestassi attenzione.

"Si ci sono.
Tutto qui?"
Domandai, lasciando libero sfogo ai miei sentimenti.

"No.
Perché?"

"Perché? Perché?
Non ti fai vedere da 1 anno e vieni qui solamente perché Luca ti ha chiamato?
Serviva che Luca ti ricordasse che hai una famiglia!
Vattene! Non ti voglio vedere"
Gli urlo contro, non sopporto la sua presenza. Poteva risparmiarsi tante cose, potevamo essere ancora felici.

"Tu non ci sei mai stato per me.
Ogni volta che provavo a starti vicino mi mandavi via.
O te ne andavi, lasciandomi sola.
Pensavo di non essere abbastanza per mio fratello.
Ce l'ho messa tutta, ho provato con i voti a scuola, con i tuoi amici, con mamma e papà, col tuo vizio del fumo.
Te lo giuro ce l'ho messa tutta"

Senza esser me ne accorta avevo le guance bagnate dalle lacrime, che scendevano copiose dagli occhi.

Dissi ogni cosa, ogni emozione repressa, ogni pensiero anche quello più nascosto.

"Quello che non ho detto a Luca ora lo dico a te e puoi anche andare.
Ho paura di perderti, di non ricordare il tuo volto, la tua voce, ciò che provo quando mi dai la mano.
Perdere i nostri ricordi, per me sarebbe terribile.
Perché ti voglio bene"

Ho gridato, ho pianto, finalmente mi sono liberata di un peso.

Lo abbraccio.

Dopo un po' ricambia.

"Andiamo, hai la febbre"
Quando mi prende in braccio e mi sento così piccola, così protetta.

"Quando eri piccola dicevi che ero il tuo principe misterioso"
Sono felicissima,il cuore minaccia di uscirmi dal petto.

Se lo ricorda.

Stringo le mie braccia attorno al suo collo.

"Anch'io sono felice, però così mi soffochi"
Allento subito la presa.

"Non scappo più"

Sei la mia rovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora