Capitolo 27💕

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Una volta arrivata a scuola, poco prima di varcare il cancello grande e grigio controllo il telefono per la terza volta.
Aspetto il messaggio di Michael, di solito è il primo ad augurarmi il buongiorno.

"La mia partenza non ci divide.
La mia casa è dove ci sei tu, siamo una famiglia.
Se hai problemi chiamami, sta attenta"

Prima di andarmene a scuola, ho preso il bigliettino e l'ho messo dentro il mio diario.
Sarò anche sdolcinata, sentimentale, ma è come se portassi una parte di mio fratello con me, anche se sono abbastanza imbranata e temo di non trovarlo più.

Oggi non c'è nessuno fuori dal cancello, strano, solitamente ci sono tantissimi ragazzi, dalle prima alle quinte.

Incurante di questo particolare vado in classe, poso lo zaino pesante sul banco verde pieno di disegnini e scritte secolari.
Non incontro nessuno, sebbene i miei compagni siano arrivati, anche loro prima di me hanno posato gli zaini.

"Muoviti!
Mi ha detto che sono in palestra"
Sento due ragazzi della quarta accanto.

"Ma sai chi si sta picchiando?"
Domanda uno, mentre si avviano in corridoio.

Mi avvicino alla porta, cercando di sentire il più possibile.

"Ne hanno riconosciuto uno, Fred"

Le mie gambe si muovono da sole.
Inizio a correre, spintonando i due ragazzi.
Ho paura, questa strana sensazione non mi lascia respirare.

Purtroppo c'è troppa calca e dentro di me spero che arrivi qualche professore o bidello e mi aiuti.

Tento a farmi avanti a colpi di spintoni, tutto vano.

La cattedra.

Ho sempre avuto paura di cadere, stavolta farò un eccezione.
Salgo e tremo.

Vederli per terra, con l'odio negli occhi, la rabbia repressa che si sprigiona attraverso la violenza, mi hanno buttata a terra.

Perché non li aiuta nessuno?
Perché nessuno li ferma?
Per favore, fermateli.

Il mio sguardo balzava da ragazzo a ragazzo, credendo che magari potessero sentire il mio pensiero.

"È la mia ragazza, mettiti l'anima in pace"
Dice con i denti stretti il mio fidanzato.
A pochi centimetri dal corpo imponente di Fred.

"Non illuderti, se fossi rimasto in letargo ancora un po' non ci sarebbero dubbi sulla sua scelta"
Risponde a tono, fissandolo negli occhi.
Si tratteneva dallo toccarlo, ma si vedeva che la sua pazienza stava per cedere.

Il sorriso di scherno di Michael fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Le mani già sporche e spaccate vicino le nocche, mi fecero intuire che si erano fatti del male e nessuno dei due voleva farsi indietro.

Mai, permettere agli altri di decidere per te.

In pochi attimi sono riuscita ad avvicinarmi.

"Smettila"
Gli dico, guardandolo negli occhi.
Fa paura, sembra non avere intenzione di fermarsi.
Lui non merita nulla.

"Ei.
Ma che hai fatto?"
Felice che sia finita, abbraccio il mio ragazzo.
Gli chiedo dandogli un bacio sulla guancia.

"Sei una delusione.
Sei uguale alle altre, nascosta da quella finta faccia d'angelo"
Sentirlo rivolgersi con totale indifferenza e freddezza, mi priva momentaneamente  della forza.
Dovrei fregarmene, dovrei dare ascolto alle parole tenere sussurrate dal mio ragazzo, ma non riesco.

Io non volevo fare del male a nessuno.
Io volevo essere amica di tutti.
Io volevo essere una brava ragazza.
Io volevo un po' di serenità.

Ma chi voglio prendere in giro.

È colpa mia se Michael si è fatto male.
È colpa mia se i miei fratelli litigarono.

Lui ha ragione, sono una delusione.
Sono una fallita.
Sono la causa.
Sono una povera illusa.

Fanno bene ad odiarmi.
Fanno bene a prendermi in giro.
Fanno bene a guardarmi così.

Me lo merito.

In un totale stato di apatia, distacco totale dal mondo.

Permetto al mio corpo di andare fuori controllo.

Mi sto facendo del male.
Me lo merito.

Infondo lui ha ragione, io sono una delusione.

Sei la mia rovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora