Capitolo 39 💕

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Per non farlo sforzare ulteriormente andiamo in camera sua, così può stendersi, mentre io mi siedo verso i piedi del letto.

Rido quando lo vedo tremare a causa del freddo.

"Ridi ridi, mi hai fatto morire prima"
Sbuffa.

"Ehh lo sai che sono monella!"
Dico con voce infantile e ironico.

"E poi volevo farti uno scherzo"
Confesso.

Batte la mano accanto a lui, mentre si fa più in là, facendomi spazio e così faccio.
Mi stringe la mano e io appoggio la testa sulla sua spalla.

"Grazie per essere venuta.
Mi sei mancata tanto oggi"
Anche tu.

"Com'è andata la giornata?"
Accidenti.
Sono venuta qui anche per questo per parlargli, ma come faccio.
Vorrei non dirglielo, ma devo essere sincera.

Io ci rimarrei male al posto suo, vorrei sapere ogni cosa.

"Niente, tutto ok.
Senti io ti devo dire una cosa, ma tu mi prometti che non ti arrabbi?"
Preannuncio.
Piena di paura.

"Si"
Dice affranto e ormai arreso.
Cambio programma.

Non ce la faccio...

"Ti amo tanto"
Continuo sulla strada dello scherzo cercamdo di essere il più credibile possibile.

Provo a mascherare il dolore che mi divora il petto, questo vorace che si è aperto e mi divora da dentro, prima il petto, lasciandolo vuoto e pesante, poi lo stomaco, facendomi venire la nausea.

Mi sforzo di non vomitare, anche perché non sarebbe un bello spettacolo.

Io che vomito, lui con la febbre.
La coppia perfetta!

"Tutto qui?"
Ride, menomale.

"Certo!"
Lo abbraccio, cacciando i pensieri negativi.

"Ma tu a Novembre perché ti mangi il gelato?"
Effettivamente non tutti mangiano il gelato nel periodo invernale, ma a me piace e me ne frego.

"Se la metti così, me lo mangio io.
Peggio per te"
Incrocio le braccia al petto e mi giro come una bambina indignata della sua risposta.

Vado in cucina e prendo un cucchiaino.
Ritorno da Michael, insieme al gelato.

"Scusa, posso no?"
Dico alludendo al cucchiaino.

"Si si tranquilla"
Infondo non è la prima volta che vengo qui, l'unica cosa diversa è che non sono più sua amica, ma la sua ragazza.
Mi siedo accanto a lui e mangio.

Forse sto affogando i miei pensieri nel gelato, sperando che questa voragine si plachi, se non ci penso.
O almeno spero, già lo spero tanto.

"Tu cos'hai fatto?"

"Niente: letto e tv"
Mi risponde alzando le spalle.
Avvicina la sua bocca al cucchiaino, pieno di gelato e lo imbocco.

Di nascosto bagno il dito nella crema bianca, per poi ripulirlo, poggiandolo sul naso del ragazzo.
Scoppio a ridere dalla sua faccia.

"Non eri quello che non mangia il gelato a Novembre?"
Ribadisco prendendolo in giro.

Prima fa gli occhi storti, mi guarda e  ripete il mio stesso gesto.
Ma a differenza mia, mi lascia un bacio a fior di labbra.
Successivamente alza la testa, lasciandola a qualche centimetro di distanza dal mio viso.
Leva il gelato sul naso, dandogli un piccolo bacio.

"Come hai fatto?
Sono passati due secondi e già hai finito"
Dice stupito, guardando il contenitore vuoto.

"La magia del mio stomaco"
Confesso il mio oscuro segreto.

La mia coscienza mi riporta in mente l'errore di oggi, i sensi di colpa ritornano.
Immagini di un forte litigio tra me e Micheal mi destano.

"Scusa se ti ho risposto male prima, ma mi infastidisce quando mi parli in quel modo"
Interrompe i miei pensieri con quella voce nasale, noto i suoi occhi lucidi e soprattutto quanto sia pentito.
Io lo perdonerò sempre.

"Si e anche io ti devo delle scuse"
Non posso fargli questo, lui non lo merita.
Abbasso la testa, vergognandomi.

"Oggi sono stata a casa di Fred per aiutare Nicole.
Ed è meglio che sia andata così, ovvero che ero lì"
Riesco a sentirmi più leggera, ma l'agitazione sale sempre più.

Mi giro per vederlo negli occhi.
Ha una faccia incredula e disgustata.
Si alza ed esce dalla stanza.
Lo inseguo.
Lo fermo in salotto, quasi all'entrata.

"Ti prego ascoltami"
Chiedo supplicandolo.

"No!
Ti rendi conto, a casa di Fred.
Ora lui potrebbe dire la qualunque su di te, io ci farei una figura di merda e tu soffriresti.
Sei una stupida"
Lo ha detto.
Lo pensa.

Anche lui.

A causa di un forte fulmine, accompagnato dal tuo la casa piomba nel buio.

Flashback

"Luca io rimango qui, i fiori si bagnano.
Ci abbiamo perso tanto tempo e ora sono così belli, non possono prendersi il raffreddore"
Resto piegata vicino alle aiuole con i gerani viola e le margherite.

"Grace dobbiamo entrare!"
Cinge il mio fianco e mi prende in braccio.

D'un tratto, un fulmine colpisce uno dei rami più bassi dell'albero, bloccando Luca e a causa la luce, va a sbattere contro il tronco.

"Luca, stai bene?"
Domando tornando con i piedi per terra, ho avuto tanta paura, ma il mio fratellone non ha mollato la presa.

Fine flashback

Quel giorno si era fatto male alla spalla, era lussata.
Nulla di grave, ma io porto sempre il rimorso dentro di me.

La suoneria del mio telefono ci interrompere, mio fratello.

"Grace, stai lì"
Sento che è agitato, probabilmente è preoccupato a causa del temporale.

"No, tranquillo"
Il segnale è disturbato.

"Ven... rend... hai.... no?"
Certo, ho capito tutto.
Posso cogliere la palla al balzo.

"No, resto qui!
Non venire"
Grido, sperando che possa sentire meglio.

"Va... ma... ritorni... "
Chiudo.

Adesso posso discutere con il mio ragazzo con serenità e senza pensare a mio fratello che fa scattare il copri fuoco.

Sei la mia rovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora