Capitolo 69 💕

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Poco dopo aver terminato il mio pranzo, i miei ospiti avevano già mangiato, ci spostanmo nel salone.
Io accanto a Nicole, nel divano a tre posti e Michael di fronte a noi sulla poltrona.

Da notare le diverse emozioni dei due piccioncini.
Michael mi scruta, pronto a sentire cosa ho da dire e soprattutto, non aspetta altro che un errore, qualsiasi, da parte di Jace.
Nicole sembra come una bambina alle giostre, non riesco a tenerla tranquilla.

Michael deve essersi messo d'accordo con qualche mio fratello, altrimenti non si spiega tutta questa serietà.
Non è morto nessuno.

Racconto brevemente la serata, di come si è comportato, fino ad arrivare al bacio.

"Caspiterina, chi lo avrebbe mai detto.
Però carino dai!"
Esclama la mia amica.

"Ti ha costretta a dormire da lui?
Ti ha costretta a fare qualcosa?"
Ecco il quasta feste di turno.
Nettamente in contrasto con l'umore della sua fidanzata.

"No, mi ero addormentata in macchina e poi credo che anche Jace fosse stanco.
Mi ha trattata bene, è stato gentile"
Dico il vero e provando a metterlo su una buona luce.
Magari fra un po' di tempo potremmo uscire insieme, noi quattro.

"E quando mai.
Per te la macchina è meglio di un sonnifero"
Ride fortemente il ragazzo e noi due lo seguiamo a ruota.

Si, effettivamente è vero, mi rilassa.
Che ci posso fare?

Dopo pranzo mi arrivarono delle notifiche dal portale studenti, quanto meno alcuni professori caricano gli argomenti svolti in classe ed i compiti.

Mi misi subito all'opera, mi sentivo indietro col programma, non ho mai fatto più di due assenza.
Quest'anno ne ho già fatte cinque.
Forse era il caso di darmi una regolata.

Il mio pomeriggio in tre fasi:
Storia
Inglese
Matematica.
L'ultima materia non è esattamente il mio, in fatti mi distrusse.

Nell'ultimo periodo ho la fissa per Melanie Martinez, la mia playlist è piena di sue canzoni.

Pacify her, mi avvicinò a quest'artista, inoltre questo brano coincide col mio pensiero sugli uomini.
Sono attratti da un bel corpo, poco importa se ami o meno.

Non dovrei pensare questo, ora che mi frequento con Jace, tocca a lui farmi cambiare idea.
Sarà divertente vedere cosa combinerà.

Sempre se lui "accetti" o che almeno ci provi.
Forse non lo farà.

Sebbene le parole di oggi sono state così chiare.

Beh, mostrerà il suo interesse.
Non posso e non voglio parlare di amore, è troppo presto.

Il campanello mi distrae, giornata frenetica.
E per fortuna che avevo detto a Kevin che la casa fosse sempre vuota.

Senza nemmeno chiedere chi fosse o guardare dallo spioncino.
Sono una stupida.

Appena i miei occhi incrociano i suoi, il mio corpo viene impossessato dalla paura, gli chiudo la porta in faccia.

Quel ghigno, quello sguardo.

Arriva sempre al momento sbagliato.
Non lo sopporto.

"Avanti bambolina, non vorrai farmi arrabbiare, vero?"

Fred.
Oramai associo la sua faccia al termine paura.

Ancora?
Per quanto tempo dovrà tormentarmi?

Meno chiacchiere e più fatti, devo mandarlo via.

"Vattene"
Gli urlo, sperando di essere il più convincente possibile.

"È fuori discussione"
Risponde tirando dei pugni alla porta che mi fanno balzare indietro spaventata, dato che sono appoggiata su di essa.

"Ti devo parlare"
Insiste.

Quanto sono fortunata, tutti sono in vena di due chiacchiere con me.

Mi ricorda tanto quando cerchi una cosa e non la trovi e quando non ti serve scopri che era dentro il cassetto, che per la cronaca, avevi controllato dalle due e tre volte.

Quando vorrò qualcuno a casa, sarà sicuramente scappato in Tanzania.
Sul serio casa mia si sta trasformando in un hotel, c'è un via vai di persone.

Ora capisco quando mia madre sbraitava ai miei fratelli che in questa casa ci sono degli orari e soprattutto...
Si, non è un albergo.

"Possiamo parlare anche così.
O per telefono, avresti risparmiato tempo"
Lo liquido, tornando ad appoggiare la schiena sulla porta.

"Se sono venuto qui significa che voglio parlarti in faccia, non credi?
Ricordo ancora come si entra dalla finestra?"
Che farabutto!

Allora Grace, pensa, se chiudo le finestre lui mi vedrà e scassinerà la porta.
Se rimanessi qui, entrerà in casa attraverso la prima finestra che gli capiterà, come l'ultima volta.

Bene, non ho altra scelta, in un modo o nell'altro la farà franca.
Quanto meno, gli aprirò io la porta e gli farò vedere che non ho paura.

Faccio entrare nei polmoni una gran quantità d'aria e la butto fuori.

Con la mano tremolante, abbasso la maniglia e come immaginavo, lo vedo con espressione vittoriosa.
Pallone gonfiato.

Non sento altro che le sue labbra sulle mie.
La porta si chiude, dopo che lui la spinge con la mano.
Prontamente mi stacco.

"Ti odio!"
Senza pensarci un suono, un gesto, diventa padrone della situazione.

Le impronte diventano ben visibili sul punto colpito, la sua guancia si tinge di rosso, non per imbarazzo, ma per il forte schiaffo che gli ho dato.

Sbatte gli occhi ripetutamente e con l'altra mano si tocca il punto colpito.

"Come siamo aggressive.
Ciclo?"

"Fred!
Sono cose personali!"

Perché pensano sempre a quello?
Hai mal pancia?
Sei seccata?
Hai sbalzi di umore?
Ti fanno la stessa domanda.

Anche loro sono bipolari, dovrebbero avere 365 giorni.

"Sei stata con lui"
Il suo castello è crollato e con esso, la sua spavalderia.

"Dimmi.
Com'è a letto?"
È arrabbiato.
L'atmosfera è gelida, mi sento soffocare.

"Che diamine dici.
Non è successo niente"
Gli rispondo nel totale imbarazzo.

"Non so proprio a chi credere"
Sbuffa.

"Cosa vuoi dire?"
Mi sto sentendo male, ho paura.
Le gambe mi cederanno, ne sono sicura, lo sento.

"O nulla di che, un certo Jace potrebbe aver detto a tutti che adesso state insieme che baci benissimo, che sei sua, che siete stati insieme e robette simili"

Non ci voglio credere, pensavo fosse cambiato.

Mi ha presa in giro, di nuovo.
Mi sono fatta prendere in giro, di nuovo.
Quante altre volte la mia bontà, la mia enorme stupidità, mi fregherà?
Sono proprio irrecuperabile, Michael aveva ragione.

Si è preso gioco di me.

Un'altra delusione in mezzo alle altre, non so quante siano.

Un'altra persona, un'altra dannatissima persona che bussa alla mia porta oggi.

"Qualsiasi cosa dovesse dirti, non devi credergli"

Dev'essere lui, coscienza sporca.

Apro la porta e tirandolo per un braccio, lo faccio entrare.

"Siete scemi?
Avete una minima idea di cosa siano i vicini?
Soprattutto quelli pettegoli?"

Ed eccoci qui, che bel triangolo.

Che casino.

Il triangolo noo.
Non l'avevo considerato.

Sei la mia rovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora