Capitolo 29 💕

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Grace's pov.

Ahi, la testa, è pesante e fa male.
È un dolore acuto e persistente al centro del cranio.

Sollevo di poco le palpebre e noto la mano calda e grande del mio ragazzo sopra la mia.

"Ehi"
Sussurro.
Alza il viso.
Ha il segno delle coperte sulla guancia sinistra.
Si solleva e mi lascia un candido bacio sulla guancia, delicato, quasi avesse paura di ferirmi ulteriormente.

Michael ancora prima di aprire bocca mi ferma,
"Parleremo dopo"
Non gli do retta, voglio sapere, voglio capire.
Ne ho bisogno, altrimenti diventerò scema.

"Voglio dei chiarimenti"
Dico convinta, con sguardo quasi minaccioso.
Sbuffa ridendo, mentre si avvicina di più.

"Come stai?"
Domanda apprensivo, mentre mi sistema il cuscino.

"Bene bene"
Lo liquido, non farà il furbo sviando il discorso.

"Già certo, dici sempre così"
Commenta arrabbiato, evitando il mio sguardo.

L'odore forte del disinfettante, di pulito, l'aria asfissiante, quel luogo a mio viso inquietante.
Fin da bambino avevo paura di questo posto, sebbene è il luogo dove i miei genitori lavorano.
Purtroppo da bambina vedevo quelle persone piangere, quei miei coetanei che anziché giocare erano più deboli e mi metteva una tristezza assurda.
Inizio ad avere paura e se io dovessi restare qui?
Io non voglio restare, non mi piace, voglio andare a casa.
Michael allertato dal mio sguardo agitato, dalle mie mani smaniose di liberarmi dalla coperta, si siede accanto a me e mi stringe fra le sue braccia.

"Ehi, ehi calma, sta calma va tutto ok.
Guardami, non pensare a niente.
Respira e inspira"
Prova a farmi imitare i suoi movimenti.
Mi dispiace, non voglio crearti altri problemi, non voglio farti preoccupare ulteriormente.
Sono un disastro.

Si mette una mano sulla fronte, non appena mi calmo.
"Ah!
Mi farai diventare pazzo"
La tristezza si impossessa di me.
"Scusa...non"
Balbettò.
Si mette a ridere e mi blocca.
"Sto scherzando e poi già sono pazzo di te"
Sorrido.
Lo amo, lui mi fa ridere e mi fa stare bene.
Lui è la persona migliore per me.

"Ehi ben svegliata"
Irrompe Max.
Anche lui qui, stranamente sono sorpresa, anche se non dovrei.
Viene e mi abbraccia con delicatezza.

"Si, da quanto sei qui?
Come stai?"
Chiedo ansiosa di risposte.

"Calma calma, a me non ci devi pensare.
Tu piuttosto"
Mi fa un cenno.

"Bene bene"
Sono stufa di questa domanda, non vi dovete preoccupare.

"Già certo ed io sono sposato e con una squadra di calcio composta da figli miei.
Finiscila di mentire, non ci aiuti"
Sbuffa, andandosi a sedere sul bordo del letto.

"Michael, perché non vai a casa e ti riposi?
Con me c'è mio fratello"
Sorrido per rassicurarlo e convincerlo, vorrei seriamente che si riposasse, ma vorrei anche parlare con Max.

"No, preferisco rimanere"
Testa dura, lo apprezzo, ma si vede lontano un miglio che è stanco, dovrebbe schiacciare un pisolino e magari mettere qualcosa sotto i denti.

Faccio un altro tentativo, non demordo.
"Ti giuro che ti scrivo ogni secondo e ti tengo aggiornato"
Mi guarda dritto negli occhi, ci sono riuscita.

"Sicura?"
Continua fissandomi negli occhi.

"Promesso"
Prima di uscire mi da un lungo abbraccio e noto con la coda dell'occhio il grande entusiasmo di Max, gelosone.

Quest'ultimo osserva la porta ed esulta non appena si chiude, commentando.
"Finalmente soli, non per qualcosa, sono un tantino geloso"
Veramente?
Non me n'ero accorta.

Annuisco.

"Mi spiace, hai na faccia"

"Si vede così tanto?
Ho parlato con mamma e papà"
Dice a denti stretti.

"No!
Perché!
Non dovevi"
Accidenti, ci mancava solo questa.

"Shhh, io sono il più grande e tocca a me decidere però, insomma non pensare che ero al settimo cielo.
Luca mi ha convinto alla fine"
Mi racconta avvicinandosi.
Ci credo, Max è sempre stato un ragazzo ribelle.

Aspe, cosa?

"Hai parlato pure con Luca!"
Sbraito.
Mi butto all'indietro, riportando la schiena sul cuscino, sprofondandovi.

Me lo ritroverò qui sotto.

"Devi stare calma e poi se non lo avvisavo mi ammazzava"
Effettivamente, ne sarebbe capace.

Non so cosa mi sta succedendo, ho bisogno di un abbraccio, ho bisogno di sentirmelo stretto.

"Max, mi puoi abbracciare?"
Chiedo di getto.

"Certo"
Si sistema accanto a me per poi stringermi.

"Grace dirmi qualcosa?"
Dice tutto ad un tratto.
Non capisco.
"Perché?"
Domando.

"Alimentazione sbagliata, stress, sono queste le cause del tuo attacco di panico.
A casa di magiare mangi, mon è che qualcosa non va?
Stai facendo qualche minchiata?"
Mi guarda serio.
Piccolo, si preoccupa.

"No, che vai a pensare.
Così ho avuto un attacco di panico"
Abbasso la testa e ricordo lo sguardo pieno di odio di Fred.
Un nodo si forma nello stomaco.
Non voglio ricordare, non voglio stare male, non posso.
Lui non si merita niente.

"A scuola non faccio merenda"
Sbotto, ma non pensavo che potesse causarmi un malessere.

"Ecco, mi sta bene che lo ammetti, sei sempre stata intelligente e da tale ti comporti.
Ma perché scusa?
Puoi non dirmelo subito,  però mi devi promettere che non lo fai più.
Annuisco, contro il suo petto.
Fisso i suoi occhi.

"E lo stress?
Sai dirmi qualcosa?"

Ecco.
Domanda di riserva?

Sei la mia rovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora