trappola

115 7 0
                                    

Erano passati due giorni da quella mattina, e Jimin non si era fatto vivo. Non era da lui perdere scuola, non avrebbe mai saltato una sola lezione intenzionalmente. Qualcosa non andava.

Yoongi lo aveva notato, o meglio, aveva notato che dopo la sua frase Jimin si era pietrificato. E che nei successivi giorni si era assentato, ma non aveva collegato le due cose.

Per gentilezza, e in parte legittima preoccupazione, decise che si sarebbe recato a casa sua quel giorno dopo scuola. Ormai sapeva dove abitasse, restava solo decidere cosa dire...

"Ciao, perché non vieni a scuola?" pensò fra se e se, ma forse suonava inquietante. "Ehy Zanna, perché non ci sei stato in questi due giorni?", nah, suonava patetico.

Così si ritrovava col dito leggermente tremante davanti al campanello di casa sua, indeciso sul da farsi. "3A, Park Liza e Park Jimin."

E, mentre se ne stava assorto nei suoi dubbi, una donna lo raggiunse: "Devi entrare?" chiese con un sorriso gentile, girando la chiave nella serratura del cancello. Yoongi annuì.

"Abiti qua?" chiese lei, facendo intendere di non averlo mai visto. "No, sono qui per far visita a... umh  un mio amico." rispose lui, misurando le parole.

Poi entrambi presero l'ascensore, ritrovandosi ben presto al terzo piano: a destra il corridoio portava sugli appartamenti dalla E alla H, a sinistra dalla A alla D. Entrambi andarono a sinistra.

"E questo tuo amico non sa che vieni?" domandò la donna per rompere quel silenzio di tomba, "No, e non so neppure se gli farà piacere sinceramente." riflettè Yoongi.

"Ricevere delle attenzioni è sempre una cosa gradita, questo tuo amico è fortunato ad averti." gli sorrise nuovamente lei. Quella donna era perfettamente estranea, ma si comportava come un'amica, pensò Yoongi.

Per prima fu la sconosciuta ad arrivare all'appartamento, per secondo Yoongi. I due era immobili davanti alla porta, guardandosi confusi l'uno dal comportamento dell'altro.

"È qui che abita il mio amico." si spiegò Yoongi, "Vedi, credo tu stia sbagliando, qui abitiamo io e mio figlio..." si chiarì la signora, per poi realizzare e spalancare le palpebre.

"Tu cerchi Jimin? Park Jimin?" domandò spiazzata. "Si, sa dove posso trovarlo?" rispose Yoongi, che non capiva il tono agitato dell'altra.

Così, senza dire nulla, la donna aprì la porta, rivelando un appartamento impeccabile. "Jimin, Jimin amore vieni qui." lo chiamò a gran voce lei. Ancora meravigliata che il suo piccolo avesse qualcuno a fargli visita.

A quel punto il menta parve capire: senza volerlo aveva conversato con la madre del platino per interi minuti. Assurde le coincidenze della vita...

E, prima che potesse effettivamente decidere cosa dire al platino, lo vide palesarsi. Non era in ottimo stato, pensò, sembrava aver dormito poco e mangiato ancora meno.

Non appena Jimin si accorse della sua presenza, però, retrocesse ripetendo "No, no no" come in crisi. Fino a tornarsene in camera sua, lasciando la madre e Yoongi imbambolati.

"Sapevo che non sarei dovuto venire." disse il menta in un soffio, celando a malapena il dispiacere e la delusione di quel rifiuto...

Eppure, mentre faceva dietrofront, fu fermato da Liza: "Cos'è? Te ne vai? Solo per un "no"? Pensavo fossi meglio di così, Yoongi.....".

Il tono era provocatorio, mirato a stuzzicarlo per far si che insistesse. Vi assicuro che il menta era tutto tranne che stupido, ma in quell'occasione, cadde con tutto se stesso nella "trappola".

diciassette occhiatacce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora