school kills artists

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Dopo quel pomeriggio, tra i due, si era instaurato un rapporto indefinito... insomma non era fidanzati ma ovviamente si amavano ed erano fedeli l'uno l'altro. Non erano fidanzati, ma era come lo fossero, solo senza clausola sociale.

Dicembre scorreva veloce, tra scuola e impegni. Sembrava durare tutto il tempo di una sigaretta, e a proposito di quelle: "Non solo fa freddo ed esci comunque, lo fai per andare a intossicarti." lo rimproverò Jimin.

L'altro sorrise, ormai ci era abituato. Aveva praticamente smesso di fumare, capitava al massimo una volta al giorno. "Dimmi Zanna, se io la poso, tu mi baci?" chiese il menta, per poi vedere l'altro annuire arrossendo.

E così ripose quella sigaretta nel pacchetto, con una cura esagerata. Risollevando poi il capo, percependo la pressione dolce delle labbra del platino sulle sue. Jimin usava un burrocacao alla vaniglia, ne sentiva il sapore.

"Che disegni?" chiese poi il platino, ammiccando al quaderno che l'altro teneva in mano. "Cose.." rispose questo evasivo, non volendo entrare nel merito della questione.

Nell'ultimo periodo, Yoongi, si rendeva conto di stare meglio, e sapeva fosse per merito di Jimin. Aveva paura, però, che a causa dei suoi disturbi sarebbe finito col rovinare tutto.

E ritraeva questa sua ansia, preoccupazione con una matita. E puntualmente finiva tutto per avere la stessa forma, il viso di quella ragazza notato da Jungkook a inizio scuola.

"Se non chiudi le porte col passato, questo ti terrà sempre con se.". Yoongi lo sapeva, ma farlo avrebbe significato dirle addio, e lui non era pronto. Non per adesso.

Tuttavia, grazie al platino e alle medicine prese con costanza, teneva più o meno sotto controllo l'umore, l'ansia e l'insonnia. Ma lo percepiva come equilibrio precario.

Sapeva, dentro di se, di pensare di non meritare Jimin. Perché è così, quando odi te stesso pensi di non meritare di essere amato. Quindi allontani chiunque, finendo per agonizzare in te stesso.

E lui temeva questo, più di ogni altra cosa. Decise infatti che si sarebbe spinto un po' più oltre mettendosi a nudo con Jimin, se voleva che l'altro rimanesse allora doveva avvertirlo della propria condizione.

"Senti, io oggi stacco dal lavoro alle 17.45 perché devo chiudere prima... se ti va ci possiamo vedere, vorrei parlarti di alcune cose." propose infatti il menta.

"Puoi venire da me, fa freddo per stare in giro. Avvertirò Liza, ma non penso per lei ci possa essere alcun problema." confermò Jimin, frenando la curiosità di chiedere di cosa volesse parlare.

A quel punto il professere entrò in aula, iniziando la lezione. Jimin, come al solito, seppe rispondere a tutte le domande che venivano poste. Yoongi si limitava a fissare il vuoto.

Odiava la scuola, odiava le istituzioni. Pensava lo rincoglionissero, che fosse un tentativo continuo di plagiarlo secondo un prototipo sociale di bravo cittadino.

Ahhh, ma con lui quella merda non abboccava. Studiava perché serviva per arrivare in alto, per realizzarsi, ma teneva bene a mente della persona che era e dei suoi reali obbiettivi.

diciassette occhiatacce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora