gelosia?

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Yoongi fissava l'orologio nella speranza che così il tempo passasse più in fretta. D'inverno non c'era molta clientela alla gelateria, quindi passava le sue ore lavorative a non far nulla.

Poi sentì il campanello suonare, segno che qualcuno era entrato; alzò il capo e vide Jimin, ma sta volta con uno sguardo completamente diverso: era... triste? Forse preoccupato.

"Una pallina e mezza di gelato al cioccolato." chiese. Yoongi spalancò le palpebre, come al cioccolato? Credette di aver sentito male, e chiese di ripetere l'ordine. Ma aveva sentito bene.

"Hai deciso di variare?" domandò lui, mentre preparava il gelato. Jimin non rispose, squadrandolo e poggiando il denaro sul bancone. "Zanna, senti, che hai oggi?" chiese sfinito Yoongi.

"Cos'è? Ti senti tradito perché ho scelto il gelato al cioccolato? Pensi che preferisca questo perché il gelato alla vaniglia mi ha stufato? Pensi che la monotonia uccida? Eh?" domandò acido il platino.

Yoongi era indeciso se scoppiare a ridere o a piangere data la confusione delle parole appena sentite. Cos'era quella? Una sorta di frecciatina? Eppure non capiva a cosa fosse riferita.

"Zanna, ti spiace essere più chiaro..." disse cercando di avere un tono neutro. "A te piace Jungkook, non io." strillò Jimin, afferrando la coppetta e facendo per andarsene.

Yoongi assunse un'espressione indecifrabile, era incredibilmente confuso. "Aspetta...." disse vedendo l'altro rivoltarsi, "Zanna... cosa stai dicendo?" domandò.

"Tu.. Jungkook è bello, è più alto di me, ha più muscoli di me, è estroverso, non ha strane fisse ne strani comportamenti, lui... lui ti piace." sussurrò con un filo di voce.

Yoongi capì, e subito raggiunse l'altro. Non fece in tempo ad abbracciarlo che subito lo sentì singhiozzare. "Shhh.. Zanna, no... che stai dicendo?" lo rassicurò, stringendolo a se.

Passarono qualche minuto in quella posizione, finché Jimin non smise di piangere. Yoongi gli asciugò le lascrime, accarezzandogli le guancie dolcemente.

Subito il menta gli spiegò che non era affatto così, che Jungkook era solo un amico e che di sicuro non sarebbe mai stato più di questo. E che lui vedeva in Jimin molto più delle apparenze.

"Zanna io ti amo, amo te, amo i tuoi comportamenti, amo le tue sfumature, amo il tuo corpo, amo ogni singola cazzo di sfaccettatura che ti caratterizza."

Così, piano piano, Jimin capì che il suo comportamento era stato del tutto irrazionale. Si era comportato in quel modo solo perché li aveva visti scherzare... che gli era preso?

"Scusa... non so che mi sia saltato in testa.. so che mi ami. Ecco.. non so spiegarlo ma in quel momento avrei potuto ammazzare sia te che lui..." disse buttandola sull'ironia, ma essendo totalmente serio.

"Io so cosa avevi, ma te lo dico solo se mi dai un bacio." rispose Yoongi, col suo solito fare di sfida. Il platino girò gli occhi al cielo, e lo accontentò. "Vedi Zanna, tu eri geloso." spiegò.

Jimin corrugò la fronte, non gli era mai successo di esserlo. "No che non sono geloso, la gelosia è una cosa stupida." disse ricomponendosi, con tono meccanico.

Yoongi rise, scuotendo il capo. "A si? E allora che avevi? E soprattutto, perché sei arrossito così quando te l'ho detto?" domandò, sapendo di avere ragione.

Jimin lo colpì leggermente sulla spalla, "Non fare il so tutto io Min Yoongi, non ero geloso. Punto e basta." lo schernì, sapendo che in realtà era decisamente vero.

Yoongi alzò le spalle, l'altro non avrebbe mai ammesso nulla, ma gli bastava averne la consapevolezza. "Come ti pare... gelosone..." rispose, alzandosi poi per baciarlo sulla fronte.

Jimin dovette mordersi la lingua per non urlargli contro, dannazione se al suo ragazzo piaceva provocarlo. "Quindi, il gelato te lo mangi o aspetti diventi un frappè?" chiese ridendo il menta.

"No che non lo mangio, io resto fedele al mio gelato alla vaniglia. Stupido." rispose calcando bene l'ultima parola.
"Io sarò scemo, ma tu hai tenuto il broncio per ore come fanno i bambini." lo zittì Yoongi.

Ahhh, la loro intesa. Era qualcosa di fantastico, sapevano quando ridere e quando essere seri. Sapevano capirsi, esattamente come se ci fosse stato un filo a connetterli..

diciassette occhiatacce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora