"Va bene ragazzi, questo è tutto, e mi raccomando passate delle buone vacanze in famiglia! Ci vediamo a gennaio." esordì il prof, poco prima del suono dell'ultima campanella.
Si udì un sospiro di sollievo generale, la consapevolezza che ad aspettarli c'erano due settimane di tranquillità. Due settimane da passare felici e con la propria famiglia.
"Dimmi Zanna, tu festeggi il natale?" domandò Yoongi, pensando che effettivamente fra le lucine intermittenti e le musichette, per l'altro dovesse essere un vero inferno.
"A casa io e Liza lo festeggiamo a modo nostro, è... umh come dire... come una rivisitazione della festa per adattarla alle mie necessità." rispose Jimin con un sorriso spontaneo.
Per fortuna, pensò il menta, non gli aveva chiesto cosa avrebbe fatto lui. Del resto come ogni natale da quando sua sorella non c'era più, per nessuno della famiglia Min era natale.
Nije e Yoongi erano soliti preparare tutti gli addobbi, amavano decorare di mille dettagli l'intera abitazione. Probabilmente nel loro caso, a portare lo spirito natalizio non era il periodo, ma loro stessi.
Il natale dell'anno in cui Nije se n'era andata, nessun albero fu montato, nessuna lucetta fu collegata, nessun regalo fu dato e soprattutto nessun cuore fu colmato di gioia.
Perché nella famiglia Min era così, collegavano talmente tanto la festività alla ragazza, che andata lei era come se anche la bellezza della ricorrenza fosse morta.
"Farai, vero, i compiti assegnati?" chiese Jimin, con tono quasi da maestrino, come se già sapesse che non li avrebbe neanche provati a svolgere.
"Ti farò sapere..." rise il menta, sapendo di star stuzzicando l'altro. "Potrei farli, oppure no... magari un bacio mi aiuterebbe a decidere." suggerì poi, incatenando le iridi a quelle di Jimin.
"Non ci provare neanche Min Yoongi, non sono così stupido. Ci sono cascato una volta e mi è bastata, quindi scordati che io ti baci solo-" ma non fece in tempo a finire.
Le sue labbra erano in collisione con quelle dell'altro, e Yoongi giurò di averlo sentito sorridere. Probabilmente Jimin non era uno da "primo passo" ma il menta capiva quando era il momento di fare cosa.
"Tsk!" sputò con finto disprezzo Jimin, simulando del disprezzo. "Dio, amo quando me lo dici." commentò Yoongi riferendosi al verso appena emesso dall'altro.
Così alla fine si salutarono, già d'accordo che si sarebbero visti durante le vacanze. E se ne andarono con il cuore sereno, senza sapere che quella sensazione sarebbe mancata loro davvero molto da lì a poco.
[capitolo di passaggio]
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diciassette occhiatacce
General FictionJimin contava involontariamente le volte in cui faceva contatto visivo con gli altri, Yoongi odiava guardare la gente negli occhi. I fatti narrati sono totalmente scollegati dalla realtà, si trattano temi delicati. Buona lettura :)