Una volta nel condominio, percepiva già la temperatura corporea ristabilizzarsi. Giunse davanti alla porta dell'appartamento, e bussò tre volte con pause regolari.
Quando sentì le chiavi far girare la serratura, si schiarì la gola e schioccò le dita a una a una con il pollice. Si sistemò i capelli, controllò di aver pulito bene le scarpe nel tappetino, e rialzò lo sguardo.
"Finalmente, pensavo non venissi più." scherzò Jimin, con tono fra il provatorio e il sarcastico. Tono che fu recepito chiaramente da Yoongi, ma non altrettanto apprezzato.
"Mi sono alzato, vestito, preparato. Ho preso lo scooter, e ho guidato nonostante mi si stessero congelando pure le viscere. Ti ho preso il gelato, pure se il supermercato era lontano. Adesso come minimo scopiamo."
Si intuiva che, frustrazione a parte, era stato più che felice di fare ogni singola azione di queste sapendo che avrebbero reso felice il platino. Ma doveva pur sempre mantenere un po' la parte.
"So che mi ami... comunque, il gelato?" chiese, puntando al suo obbiettivo. Come ovvio che sia, era alla vaniglia. "Non sai quanto pagherei per poterti sfruttare così ogni giorno." canticchiò felice.
"Si Zanna, ti amo anche io." disse ridendo Yoongi, alzando gli occhi al cielo. Detto ciò entrambi si recarono in cucina, e mentre il platino gustava il gelato, Yoongi lo guardava perso.
Lo rendeva così felice vederlo mangiare, non se lo spiegava. Lo rendeva felice vederlo star bene grazie a lui. Lo rendeva felice sapere che quel ragazzino era tutto suo.
Dopo una decina di minuti Jimin terminò il gelato, dirigendosi poi con il ragazzo in camera da letto. "Allora Yoon, che film vuoi vedere?" chiese, ma con fare sospetto.
Il menta alzò le spalle, non sapendo perché avesse usato quel modo. "Per me va bene tutto." rispose. Alla fine optarono per Monster House, visto e rivisto da entrambi un milione di volte.
Circa verso metà film, però, il menta sentì l'altro muoversi. E in un attimo si ritrovò con la gamba destra dell'altro sul proprio addome. "Umh, Jimin?" chiese lui, ma non udì risposta.
"Stiamo insieme da quanto? Mesi..." disse accarezzando poi la parte superiore del torace del menta, "Non ti è mai capitato di pensare a me in quel modo?" domandò curioso.
Yoongi era confuso, ma piacevolmente. Era chiaro che gli fosse capitato, ma non avrebbe mai lasciato che la cosa pesasse o ricadesse su Jimin. Annuì.
Dopo quel semplice gesto, in un batter d'occhio, Jimin si trovava sopra di lui: il loro bacini erano a contatto, i palmi del platino posavano sui pettorali dell'altro e i loro occhi erano incatenati.
"Z-Zanna..." tentò di dire Yoongi, ma fu fermato dall'altro che fece immediatamente collidere le loro labbra."Non mi spiace affatto questo contatto, ma voglio essere sicuro tu sia a tuo agio.." soffiò il più alto non appena staccatosi dal bacio.
"Lo sono Yoon... solo, ne sento il bisogno. " spiegò Jimin, che quasi neppure credeva a quello che stava dicendo. Per un lungo periodo aveva creduto di essere asessuale, quando in realtà semplicemente aveva bisogno di trovare qualcuno come Yoongi. *
"Va bene, ma fermami quando vuoi..." gli sussurrò il menta all'orecchio, per poi accompagnare la testa dell'altro al suo viso, iniziando un bacio appassionato. E, nel contempo, portando l'altra mano sempre più in basso sulla schiena.
*Come chiaro che sia, questa frase si riferisce solo ed esclusivamente alla situazione di Jimin. L'asessualità è un orientamento assolutamente valido, che non richiede certo di "attendere quellx giustx" .
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diciassette occhiatacce
General FictionJimin contava involontariamente le volte in cui faceva contatto visivo con gli altri, Yoongi odiava guardare la gente negli occhi. I fatti narrati sono totalmente scollegati dalla realtà, si trattano temi delicati. Buona lettura :)