"Tu non parli tanto di te, l'ho notato in queste settimane, tu eviti di esporti e eviti di guardare le persone dritte negli occhi." si spiegò Jimin, "Ma gli amici si devono conoscere."
"Hai ragione Zanna... umh beh le cose basilari le conosci già, quindi in particolare c'è qualcosa che vuoi sapere?" chiese il menta, non volendo spaziare a vuoto.
E tutto si sarebbe aspettato, tranne che il platino gli chiedesse di parlare di arte. Aveva appurato che non la capisse, quindi gli venne naturale domandare il motivo di quella richiesta.
"So che per te è importante, e anche se non la capisco, penso sia giusto che io ti ascolti, perché se è significativo per te allora lo è anche per me." farfugliò Jimin, torturandosi le mani come a sfogare tensione.
Yoongi sorrise, non gli capitava spesso di ricevere quel tipo di attenzioni, o di riceverne e basta. Mai nessuno, neppure la sua famiglia, soprattutto la sua famiglia, si era interessato a lui tanto.
"La mia arte preferita è quella delle musica, suono la chitarra classica..." si fermò, e poi riprese. "Scrivo, a volte, anche canzoni, ma sono per lo più idee abbozzate..." concluse.
Lo aveva fatto, per la prima volta aveva parlato del suo dedicarsi alla stesura di testi; e per quanto la cosa possa sembrare piccola, per lui era davvero mettersi a nudo.
Ma il platino non intervenne rimanendo a guardarlo, così Yoongi decise di continuare... "Arte è anche scrivere, appunto. Scrivo poesie, canzoni, storie, sfoghi personali..."
Jimin, a quelle parole, parve tornare in se, incatenando gli occhi ai movimenti labiali dell'altro. Capita spesso, nei casi di autismo, di avere dei momenti di "stacco" dalla realtà circostante.
"Zanna? Tutto ok?" chiese Yoongi, accortosi dell'espressione dell'altro. "Ho avuto un episodio di dissocizione..." sbiascicò il nominato, che muoveva le dita delle mani come avessero volontà propria.
"Ho letto che è tipico, forse ti sto annoiando... possiamo fare altro, decidi tu cosa." si propose il menta, venendo poi bloccato da un dito che gli si posava delicato sulle labbra.
"No, voglio sentire." chiarì subito Jimin, ricomponendosi. A quel punto Yoongi avrebbe anche voluto riprendere a parlare, ma quel dito, quel contatto...
"Vedi Zanna, esistono infiniti tipi di arte, e io ne apprezzo solo alcuni... ad esempio oltre alla musica e al disegno, apprezzo anche le persone, l'arte del corpo umano, l'arte della mente" si spiegò Yoongi.
L'altro annuiva, pareva aver capito cosa intendesse. "Quindi le persone sono arte?" chiese per appurare di aver effettivamente compreso, e quando vide il menta annuire, si fermò a riflettere.
"Io per te sono arte, Yoongi?" domandò con un tono all'apparenza pacato, ma che nascondeva il desiderio di una conferma effettiva.
"Certe che lo sei Zanna,e ti dirò di più: sei un magnifico dipinto, che sto cercando, di giorno in giorno, di analizzare." spiegò metaforicamente il verde.
"Tu per me sei come un logaritmo, devo studiarti, capirti, per risolverti. Io amo la matematica, però non amo capire le persone, non so cosa ci sia di così diverso in te." gli spiegò Jimin.
"Posso dire lo stesso... e pur non essendo io uno che crede nel destino, quante probabilità c'erano che noi due diventassimo amici?".
"Il 7% di probabilità, tenendo conto di tutti i fattori sociali che ci uniscono e conducono occasionalmente su idee convergenti." rispose Jimin, senza cogliere la nota retorica della domanda. Strappando una risata a Yoongi.
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diciassette occhiatacce
General FictionJimin contava involontariamente le volte in cui faceva contatto visivo con gli altri, Yoongi odiava guardare la gente negli occhi. I fatti narrati sono totalmente scollegati dalla realtà, si trattano temi delicati. Buona lettura :)