Paragrafo 2. LA SALITA.

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Paragrafo 2.

La salita.

Dopo pochi minuti ad andatura regolare e costante, arrivò al bivio da cui si poteva lasciare la statale per imboccare la strada secondaria in salita che si arrampicava fino alle vette della catena montuosa alle spalle della città, che in quel periodo dell'anno era inevitabilmente ricoperta di neve.

Per i primi quindici chilometri circa, questa strada era asfaltata e abbastanza facilmente percorribile anche con una semplice utilitaria, poi iniziava a prendere le sembianze di uno sterrato, per terminare negli ultimi chilometri sotto forma di una mulattiera o poco più, da percorrere preferibilmente con auto 4x4 e soprattutto senza fretta. Emise un lamento gutturale, come faceva spesso passando in quel punto, quando fu costretto a rallentare l'andatura a causa delle condizioni pessime del manto stradale.

Nel primo tratto il vecchio fuoristrada salì con regolarità, mostrando qualche incertezza solo sul ghiaccio lucido che iniziava a formarsi a bordo strada con l'aumentare dell'altitudine, poi quando l'asfalto lasciò il posto alle pietre e al fango, la trazione integrale sembrò voler chiedere uno sforzo in più alle gomme che però erano ormai lisce e senza tasselli a causa dell'età.

Ad ogni sobbalzo il rumore nel portabagagli sembrava preoccuparlo sempre di più costringendolo diverse volte a passare la mano sulla parte interna della maniglia per assicurarsi che le sicure centralizzate fossero bloccate a dovere.

Man mano che la strada saliva, le piantine e i cespugli ad altezza d'uomo lasciavano posto agli abeti e alle querce, fino ad arrivare all'ultimo tratto di strada, quasi in cima alla montagna, dov'era tutto un bosco di pini e aghifogli.

Nonostante conoscesse a memoria ogni metro di quel percorso, si emozionava come un bambino ogni volta che le lampade potenti dei fari illuminavano il tratto buio di strada che compariva a sorpresa dietro una curva. Un ultimo rettilineo e una discesina, poi percorse il vialetto davanti casa con il motore al minimo, come per dargli un po' di tregua dopo quella salita estenuante prima di spegnerlo del tutto.

Scese dal veicolo affondando gli stivali nella neve ancora soffice, si chiuse la cerniera del cappotto e scaricò il corpo dal portabagagli facendo cadere nella neve la coperta di lana e i sacchi di plastica nera con cui lo aveva nascosto durante il trasporto.

Voleva portarlo dentro a spalla, ma alla vista del sangue pensò di trascinarlo in casa tirandolo per i piedi o quantomeno di prendere qualcosa per non macchiarsi i vestiti.

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