Paragrafo 31. Si parte.

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Paragrafo 31

Si parte.

"Samuel, Dylan, forza svegliatevi, questa è la volta buona."

"Papà dobbiamo per forza?" chiese una voce assonnata da sotto una coperta tirata fino a coprire gli occhi per ripararli dalla luce che entrava spietata attraverso la persiana spalancata da Bob.

"Vedrete ragazzi, questo campeggio sul lago vi piacerà ed anche se non ci sarà la neve, vi farò vedere che spettacolo la vita selvaggia immersi nella natura. È tutto pronto, vedo vostra madre a che punto è, carico in auto le ultime cose e poi si parte, andate a lavarvi forza!"

"Non mettermi fretta Bob, deve essere un week end di relax non di stress. Ho bisogno di stare in pace nel mio bagno per una mezz'oretta almeno, visto che nei prossimi tre giorni per toilette avrò solo cespugli e boschi sconfinati."

"Certo Lucy, ma almeno non dovrai fare la fila e attendere il tuo turno" disse cercando di strapparle un sorriso, invano.

In casa Johnson l'unico veramente entusiasta per quella partenza era Bob che, per quanto si sforzasse, non riusciva a trasmettere a nessuno dei suoi familiari nemmeno un po' di curiosità se non di interesse per la nuova esperienza che li attendeva e che di lì a qualche ora avrebbe cambiato per sempre il futuro dell'intera famiglia.

I due ragazzi diedero un'ultima caricata alle batterie supplementari dei loro cellulari, Lucy gettò alla rinfusa qualche medicinale dal mobiletto del bagno nella borsa delle emergenze e Bob fece il giro della casa per chiudere tutte le finestre e spegnere le luci lasciate accese da Samuel e Dylan, troppo impegnati a dare il buongiorno ai loro amici sui social.

La station wagon rossa li attendeva davanti casa, carica come nel precedente tentativo di partenza di qualche mese prima miseramente fallito all'ultimo minuto. Bob era riuscito a ritagliarsi tre giorni di ferie e questa volta non vedeva l'ora di rivivere in montagna le sensazioni che da piccolo aveva sempre provato durante le sue vacanze all'aria aperta con i suoi genitori.

Aveva studiato da tempo il posto più adatto per il campeggio libero in tenda ed alla fine aveva scelto il versante nord del bosco di conifere al margine del lago artificiale di quella catena montuosa che vedeva tutti i giorni dalla statale andando a lavoro in auto. Il posto era esposto al sole per buona parte del giorno, c'era un'ottima fonte di acqua potabile ed era vicino ai resti di un antico sito pagano risalente addirittura al quarto o quinto secolo, che la sovrintendenza aveva dichiarato monumento di importanza nazionale, ma che era ben presto stato abbandonato a sé stesso per ovvia mancanza di visitatori. Quando tutti e quattro ebbero allacciato le cinture e il motore aveva iniziato a scaldare i pistoni, Bob cercò di far pregustare alla sua famiglia i piaceri del campeggio selvaggio a stretto contatto con la natura, ma Dylan e Samuel calarono la testa sui loro smartphone sfruttando gli ultimi segnali di connessione, Lucy iniziò, in religioso silenzio, a dare una forma decente alle sue sopracciglia, lacrimando come una fontana ad ogni colpo di pinzetta e a lui non restò altro da fare che inserire il cd e selezionare la traccia numero otto per gustarsi il sound metallico di "Brake my Bones" dei Richmond Church Boys.

A quell'ora del mattino la statale era deserta e si srotolava come un nastro di raso nero tra il primo verde delle campagne circostanti che iniziavano a riprendersi il proprio colore dopo i rigori dell'inverno. La loro destinazione era di fronte alla città che avevano appena lasciato, su una di quelle vette che si stagliavano imponenti a fare da scudo alle prime luci del giorno.

L'aria era fredda ma delicata, quasi indecisa se fare il tifo per l'inverno appena trascorso o per la primavera ancora in attesa. A seconda della propensione avrebbe potuto far assaporare un'atmosfera di vacanza in famiglia o di angoscioso presagio.

"Ehi Dylan, ti ricordi quando eri più piccolo e appena salivi in auto iniziavi a chiedere quando arriviamo papà?"

"A proposito papà, quando arriviamo?"

"E quando torniamo soprattutto?" aggiunse il fratello più piccolo.

"Attenzione, se ci troviamo bene ho portato scorte e viveri per due mesi su per giù."

"Bob, smettila di terrorizzare i ragazzi, potrebbero avere un trauma impossibile da superare per la loro crescita" si intromise ironicamente Lucy, ancora ignara dello spettacolo al quale di lì a poco avrebbero assistito.

"Invece, scommetto che mi ringrazierete alla fine di questa vacanza e che vorrete ripeterla appena possibile" disse ora, quasi infastidito, Bob.

Nessuno rispose ma si udirono solo sbuffi e risatine a metà. Dopo un po' l'auto rossa lasciò il comfort dell'asfalto e iniziò a sobbalzare sullo sterrato dei tornanti che iniziavano la salita verso il lago. C'era un solo cartello dell'Ente Parco all'inizio della strada con il nome della diga e del lago omonimo, ma era ormai arrugginito e completamente scolorito dalla pioggia e dal sole. Le attrezzature da campeggio nel bagagliaio sussultavano rumorosamente dando l'idea del suono di una vecchia macchina per cucire che non si arrende.

"Guardate, stiamo lasciando la civiltà, siete pronti ad impugnare le clave e i bastoni infuocati?" li provocò Bob.

"Si, si, certo" rispose laconicamente Samuel mentre con aria sconsolata e rassegnata riponeva il suo telefonino nella custodia, visto che il segnale era andato via da un pezzo ormai.

"Ragazzi, vostra madre in qualità di insegnante di storia locale, ora vi racconterà per filo e per segno la storia di questo posto, vero tesoro?"

"Se proprio volete... dunque... anni fa costruirono una diga per creare questo lago artificiale. Fine."

"Dai Lucy, perchè non racconti ai ragazzi tutte le leggende più o meno serie che circolano su questi luoghi?"

"Io insegno storia, non pettegolezzo locale. Quindi, fine."

"E va bene, vorrà dire che sarò costretto a farlo io, magari stasera davanti al fuoco, così andrete a letto terrorizzati e tremerete ad ogni fruscio di vento, d'accordo?"

"Sì sì papà, va bene, basta che ti sbrighi non ce la faccio più a stare seduto a guardare questi alberi tutti uguali fuori dal finestrino", si premurò di rispondere Samuel.

Bob scosse la testa e continuò a guidare in silenzio facendo attenzione ai sassi che sempre più spesso trovava lungo quella strada di montagna che diventava sempre più insidiosa man mano che si saliva.

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