Paragrafo 40
I colori.
Lui era steso pesantemente sul pavimento, con le mani protese in avanti e la testa di lato. Morto, circondato dal sangue e dalla puzza di cadavere. I piedi all'indietro e le gambe contratte. Lei immobile, in ginocchio con le mani ed il viso completamente sporchi del sangue di suo figlio. Gli uomini sulla porta non ebbero difficoltà ad immaginare quella donna fino a poco prima intenta ad intingere le dita nella pozza rossastra ai suoi piedi e passarsele in viso come ultimo disperato gesto di amore materno.
Era assente, neanche si girò quando i poliziotti entrarono nella stanza gridandole di stendersi a terra e tenere le mani ben in vista. Non era stata l'uccisione involontaria di Stern a turbarla, quella l'aveva solo percepita come evento accaduto ma l'avrebbe vissuta solo molto tempo dopo.
A sconvolgerla, piuttosto, era stato il click secco e vuoto del grilletto, sfumato nel vuoto di quel silenzio, quando si era puntata la pistola ormai scarica alla tempia e aveva premuto invano il dito contro il metallo sottile.
Dopo che la donna fu portata via in manette, gli agenti in attesa della scientifica, continuarono la perquisizione senza tralasciare nessun angolo di quella grossa casa dell'orrore. Trovarono gli strumenti di tortura che Stern aveva usato prima con Margaret e poi con Bill, i ritagli di giornale in cui si parlava del rapimento della donna risalente a qualche anno prima e man mano che procedevano nei loro ritrovamenti niente sembrava sconvolgerli ormai più di tanto.
Nemmeno il grosso congelatore bianco nella stanza da letto della signora Hutcher sembrò loro particolarmente fuori luogo. Dal rumore che emetteva si capiva che era acceso e perfettamente funzionante.
Un ronzio sommesso e costante che manteneva alta e viva la tensione.
Lo aprirono e sul fondo di alluminio ghiacciato tra gli altri resti, spiccarono in modo nitido un paio di occhi verdi incastonati in una testa imbustata nel cellophane e una matassa di capelli rossi attaccati su un'altra testa in una busta accanto.
Anche i cristalli di ghiaccio aldilà della plastica erano stati contaminati dal rosso di quei capelli. Lo stesso rosso del grano bruciato dalle sbavature violente di un tramonto incandescente ed ingannatore.
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La Casa di Legno
Misterio / SuspensoUn racconto a tinte scure, non adatto ai minori e ai soggetti particolarmente impressionabili. Una storia sospesa, con varie chiavi di lettura, in cui il confine tra il bene e il male è evanescente come il ricordo di un brutto sogno.