Paragrafo 26
La moglie.
Intanto, nella sua casa in città al quinto piano di una palazzina stile liberty, nel quartiere residenziale dove viveva la maggior parte dei professionisti della zona, Rose la moglie di Bill Stapleton, era sveglia sul divano di pelle beige con in mano l'immancabile tazza di tisana bollente e il gatto persiano che sonnecchiava sulle sue gambe. A farle compagnia il sottofondo monotono dello speaker di "TLV News 24" che ininterrottamente trasmetteva i notiziari del giorno a ciclo continuo. Ormai conosceva a memoria la parte relativa alla vicenda di suo marito e la solita frase di rito con cui si chiudeva la notizia della scomparsa del noto e stimato dott. Bill Stapleton:
"Le autorità non rilasciano dichiarazioni ufficiali sulle indagini in corso, ma sembra che la polizia brancoli nel buio". L'ascoltò quasi disgustata questa volta. Si alzò dal divano ed infilò le sue morbide pantofole di velluto per andare a prendere il portatile che stava in cucina, passando davanti all'orologio digitale del soggiorno che segnava le ore quattro e trentasette del mattino. Pensava che riaccendere il pc per rispondere a qualche e-mail di lavoro le avrebbe fatto passare quell'oretta che mancava al sorgere del sole in modo meno angosciante rispetto alle precedenti.
Dal giorno della scomparsa di Bill, aveva avvisato la banca presso cui lavorava come direttrice di filiale, che avrebbe usato tutti i suoi giorni di ferie fino a quando non si fosse risolta, in un modo o nell'altro, quella vicenda. Non se la sentiva di presentarsi al lavoro con la mente completamente altrove, dal momento che il suo era un lavoro che consisteva soprattutto nel vendere certezze alla gente e lei in quel momento si sentiva come se gli fossero stati rovesciati addosso quintali di punti interrogativi.
E come se non bastasse, iniziò ad avere dubbi anche su quelli.
E se non fosse stato Bill la certezza che le era mancata?
Se insieme a lui era venuta meno la certezza di una vita come se l'era immaginata già da ragazza?
Carriera, matrimonio con un professionista che guadagnasse più della media dei suoi colleghi, una casa di lusso, cene al club dei ricchi il venerdì sera e tutte quelle cose che fanno parte della copertina della vita da benestanti come le classiche candeline che non possono mancare sulle torte di compleanno? In effetti era un castello sfarzoso e appariscente quello che aveva costruito con Bill e sembrava rispecchiare alla lettera il manuale di istruzioni per lo stile di vita della coppia affermata in carriera.
Lei era la moglie del dott. Bill Stapleton.
Il dottor Bill Stapleton guadagnava una cifra che ogni anno lasciava a bocca aperta il suo commercialista.
Il dott. Bill Stapleton, senza badare a spese, prenotava vacanze in hotel a cinque stelle di cui si poteva parlare per giorni con le amiche. Il dottor Bill Stapleton era il suo accompagnatore a quelle cene senza senso tra manager e direttori di banca, dove non si mangiava niente e si discuteva per ore della stessa cosa, cioè del niente.
Il dottor Bill Stapleton era anche quello che l'accompagnava a tutte le riunioni dei vari club a cui erano stati iscritti quasi d'ufficio, dopo che il loro tenore di vita aveva iniziato a superare una certa soglia. Erano riunioni che quasi sempre sembravano organizzate solo per sfoggiare orologi di lusso e diamanti in saloni sfarzosi dove vagamente campeggiava qualche piccolo manifesto con la solita scritta "Serata di beneficenza per raccolta fondi a favore di qualche popolazione sconosciuta in qualche punto sperduto del pianeta".
Il dottor Bill Stapleton era anche quello che lei accompagnava in qualità di spettatrice ai tornei di golf, dove poteva sedere accanto alle altre mogli annoiate a discutere di borse e scarpe, sorseggiando un bicchiere di champagne o l'ultimo cocktail alla moda inventato dal barman del momento. Ma poi a lei piaceva veramente il golf? E lo champagne? E i cocktail?
Le piaceva davvero trascorrere ogni anno una settimana in quei resort di lusso senza mai uscire da lì, avendo tutto a disposizione nell'appartamento super sfarzoso che prendevano in affitto?
E se Bill Stapleton fosse stato solo il tassello su cui si era retto per anni questo precario equilibrio di apparenza ed essenza?
Rose aprì il computer ed invece di trovarlo intasato da mail di lavoro, scoprì che nella sua casella di posta elettronica c'era qualcosa come duecentoventi messaggi non letti, tutti più o meno dello stesso tenore, inviati da amici e conoscenti che le esprimevano solidarietà e vicinanza per la scomparsa del marito, con toni più da condoglianze che di conforto. Ne lesse un paio ma poi non le sembrò una buona idea proseguire oltre. Del resto negli ambienti che frequentavano lei ed il marito, l'originalità e la spontaneità non erano accessori molto diffusi, si ci accontentava piuttosto del lusso dell'omologazione verso l'alto. Tornò sul divano e tirandosi la copertina di pile sulle gambe, riprese in mano la tazza di tisana che intanto era diventata tiepida, aumentò di qualche grado la temperatura del caminetto artificiale che faceva bella mostra di sé sulla distesa di tappeti nel salone e spegnendo l'enorme televisore ultrapiatto da sessantadue pollici, fissò il suo sguardo su un'immagine dalle dimensioni molto più ridotte: la foto del loro matrimonio in una cornice di madreperla.
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La Casa di Legno
Mystery / ThrillerUn racconto a tinte scure, non adatto ai minori e ai soggetti particolarmente impressionabili. Una storia sospesa, con varie chiavi di lettura, in cui il confine tra il bene e il male è evanescente come il ricordo di un brutto sogno.