Paragrafo 35
Vacanza.
Quasi contemporaneamente all'inizio del racconto da parte della signora Hutcher, poco dopo mezzogiorno, l'auto rossa della famiglia Johnson arrivò nel posto che Bob aveva scelto per piantare la tenda. Una zona pianeggiante a pochi metri dal lago, alla quale si accedeva deviando dallo sterrato in salita e cercando una via percorribile in mezzo al fitto dedalo di alberi e rocce. Nell'incedere sobbalzante su una traiettoria spigolosa, Bob urtò col paraurti dell'auto una pietra scura che cadde spezzandosi in due con un tonfo sordo, senza accorgersene. Probabilmente era un piccolo sacrario o un raro cippo funerario risalente a chissà quando. Di sicuro era più antico della diga costruita decenni prima e di tutti gli alberi che popolavano quella pineta. I ragazzi e la moglie lo aiutarono a scaricare l'attrezzatura con l'entusiasmo di un gruppo di bradipi prossimi al letargo. Dylan si graffiò leggermente il polso sullo spigolo di alluminio del tavolino da campeggio, una ferita a secco come la definì Bob prendendolo in giro, ma il ragazzo sfruttò l'occasione per essere esonerato dalle noiose operazioni di montaggio dell'accampamento.
"Con una ferita del genere, non sarebbe il caso di tornare alla civiltà e farmi visitare da un buon dottore papà?"
"Non preoccuparti figliolo, qui nel bosco è pieno di creature dagli strani poteri, chiederemo un parere al primo sciamano ricoperto di piume e catrame che incontreremo passeggiando." Sperava di strappargli un sorriso, visto che il viaggio era stato molto noioso e con un lamento continuo di sottofondo, ma peggiorò solamente la situazione. Quando ebbero finito di montare la tenda e di sistemare all'interno tutte le attrezzature, Samuel guardò la mamma e le chiese sconsolato: "noi dovremmo dormire lì dentro?"
"Certo" rispose il padre, intervenendo prontamente al posto di Lucy "sei abituato a dormire in camera tua, tra calzini sulla scrivania e felpe in libreria, quindi puoi dormire ovunque."
Lucy guardò il figlio con aria rassegnata, come per dire "te la sei cercata" e scrollò le spalle sorridendogli. Come un imperatore vittorioso sul campo di battaglia, Bob uscì trionfante dalla tenda, attraverso la zip della zanzariera con il sorriso che si apriva di pari passo alla cerniera dell'uscita in nylon: "è ora di pranzo! Che dite? Abbattiamo il primo mammut che ci capita a tiro o arrostiamo questo abbondante bottino di ottima salsiccia, gentilmente fornita dal Sally Market in offerta a 8,99?"
I ragazzi e la madre si guardarono sconsolati e si sedettero sull'erba in attesa che Bob preparasse la brace e rendesse commestibili le salsicce. Per quattro persone Bob arrostì tre kg di salsiccia ed affumicò un'area boschiva grande come due campi da calcio. Per fortuna erano completamente soli in mezzo al nulla e non c'erano vicini a lamentarsi per il fumo sul bucato appena steso. A stomaco pieno l'umore dell'allegra compagnia migliorò notevolmente e le birre bevute da Bob contagiarono con una ventata di euforica ilarità anche chi a pranzo aveva bevuto solo acqua e limonata.
La situazione diventò più interessante nel pomeriggio, almeno per Dylan e Samuel, quando il padre gli propose di scegliere tra la pesca sul lago e la caccia al cinghiale selvatico nella boscaglia. Ovviamente i ragazzi non ebbero dubbi e fecero brillare i loro vispi occhi neri quando il padre si sbilanciò con la promessa che avrebbero potuto sparare almeno un colpo a testa con la sua carabina M17. Rinfrancati da questo entusiasmo inaspettato che li aveva invasi di colpo, aiutarono addirittura Bob a sciacquare la griglia e lo spiedo a bordo lago.
Lucy si distese al sole sulla nuova brandina a molle smontabile, aprendo il libro che a casa non trovava mai il tempo di leggere e fu sfiorata dal pensiero che tutto sommato quella vita da campeggio non era poi così male come se l'era immaginata. Inforcò gli occhiali da vista, si avvicinò il tavolino con la spremuta e le arachidi e gridò nel vuoto: "chiuso per ferie, rivolgersi al sig. Bob Johnson".
... ormai siamo in tre a conoscere la storia....
Mai pomeriggio di caccia fu più infruttuoso di quello che vide Bob e i due ragazzi impegnati ad arrampicarsi su crinali e collinette scoscese nella speranza di veder saltare fuori un cinghiale o qualcosa di simile... si sarebbero accontentati anche di una lepre o di una piccola volpe. A Bob sarebbe servita per rafforzare la sua immagine di padre "cool", come i suoi figli definivano spesso i genitori dei loro compagni e ai ragazzi per avere qualche foto speciale da pubblicare sui social al loro rientro alla modernità. Ma ovviamente di animali disposti ad immolarsi per le loro cause nemmeno l'ombra. Avrebbero dovuto essere dei kamikaze per sbucare fuori tra il chiasso delle risate e il rumore dei passi di quell'allegro trio. L'importante, però, era il clima di serenità e distensione che li coccolò fino al loro rientro al campo base dove ad attenderli c'era Lucy con il viso sorridente e lo sguardo amorevole.
...nessuno porterà via il mio Stern...
"Mamma, Dylan e papà hanno fatto rutti per tutto il tempo, approfittando che tu non ci fossi."
"Ma che dici Samuel? Erano gli orsi, ti sbagli."
Lucy scompigliò i capelli a quel piccolo uomo, gli sorrise con un velo di malinconia, pensando a come fosse passato velocemente il tempo da quando ancora gli cambiava i pannolini ad ora, che lo vedeva ritirarsi con il fucile da caccia del padre a tracolla e sentì nell'aria una canzone che ascoltava sempre da piccola sulle ginocchia del suo papà quando aveva bisogno di dimenticare tutte le sue paure da figlia unica.
Un attimo e si accorse che era lei stessa a canticchiarla.
Bob raggiunse quasi il massimo del punteggio come papà dell'anno quando cacciò dal suo zaino un binocolo ultraleggero con visore notturno, con ancora attaccato il cartellino del prezzo. Lo strappò immediatamente prima che Lucy potesse vederlo e porre fine a quell'idillio, dopo averlo mostrato con orgoglio ai suoi figli che spalancarono gli occhi alla vista degli zeri che seguivano il 15.
"Stanotte faremo i turni di guardia intorno al fuoco, il primo che avvisterà un grosso animale selvatico è autorizzato a svegliare l'intero accampamento per un brindisi notturno."
Se li abbracciò forte e si scambiò con Lucy uno sguardo tenero e fiero.
... so che amavi tuo padre Stern... ma ho dovuto farlo per il tuo bene...
Dopo cena le stelle comparvero prepotenti a dare un senso a quell'enorme tela blu sulle loro teste e tutti e quattro si addormentarono sfiniti nei loro sacchi a pelo, altro che turni di guardia, uno accanto all'altro con il fuoco prossimo a spegnersi fuori alla tenda e i tizzoni di legna ancora fumanti.
STAI LEGGENDO
La Casa di Legno
Mystery / ThrillerUn racconto a tinte scure, non adatto ai minori e ai soggetti particolarmente impressionabili. Una storia sospesa, con varie chiavi di lettura, in cui il confine tra il bene e il male è evanescente come il ricordo di un brutto sogno.