CAPITOLO 11.

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New York, 16 settembre 2021.

Blanca's pov:

<<Ragazzi sedetevi>> esclamai appena entrai nell'aula, richiamando l'attenzione di quegli adolescenti.

Improvvisamente rivissi come un déjà-vu: il mio primo giorno di lezione con Martinéz.

*Inizio flashback...*

<<Su Blanca, muoviti o faremo tardi>> mi richiamò Carol e io afferrai lo zaino al volo specchiandomi un'ultima volta.

Era la prima settimana di scuola, del primo anno, in una nuova città.

Avevamo già la nostra prima lezione di negoziazione e io avevo ansia, la fretta di Carol di certo non mi aiutava.

<<Allora mettiamo le cose in chiaro chioma rossa, io sono una persona che odia essere pressata... Quindi sta' tranquilla>> esclamai facendo scoccare le mie labbra lucidate dal gloss prima di uscire dalla stanza.

<<Si ma è la nostra prima lezione, non vorrai mica arrivare in ritardo di già?>>

<<Non ti preoccupare, non faremo tardi>> commentai scendendo le scale e lei mi seguì sbuffando.

<<Visto, siamo in perfetto orario>> affermai rivolgendomi a Carol, non appena arrivammo in classe e la campanella suonò.

<<Che palle, devo dirti che avevi ragione... Così fai ancora un po' la vanitosa?>> domandò prendendosi gioco di me, mentre andavamo a sederci agli ultimi posti e io mi finsi offesa.

<<Buongiorno ragazzi... Prego accomodatevi>> arrivò il professore e io rimasi colpita.

Era un uomo sulla quarantina, di colore e occhi di un verde ammaliatore.

Tutto il contrario di ciò che mi aspettavo... Un uomo anziano, con i capelli bianchi e la solita faccia da professore noioso e severo.

<<Io sono Nicholas Martinéz, il vostro professore di negoziazioni>> si presentò scrivendo il suo nome sulla grande lavagna.

<<Voglio subito fare una premessa... Con me, questi, non serviranno>> sentenziò allontanando il libro di teoria dalla scrivania.

<<Le uniche cose che saranno utili sono: ascoltare, seguire con costanza e dedizione... E soprattutto saper usare questo... Perché è qui che le cose dovranno essere conservate e ricordate, se un giorno vorrete diventare qualcuno>> continuò indicandosi la fronte.

<<Perché non sono i voti a fare la persona... Non vi identificherò mai in numeri. Per me non sarete mai il signor nove o la signorina quattro più, per me siete e sarete adolescenti, che diventeranno adulti e che dovranno laurearsi e uscire da quest'Accademia sapendo ragionare, tenendo testa alle situazioni difficili, non abbattendosi, combattendo per ottenere ciò che si vuole e per ciò che si crede>> le sue parole diedero una botta di autostima a tutti noi, me compresa.

<<Dieci minuti che parla e già mi sono innamorata di lui>> mormorò Carol sottovoce e io annuii concordando.

Ero così tanto presa dalle sue parole che, in quel momento non importava nulla di ciò che stava accadendo attorno a me.

<<Vorrei parlarvi in breve di me per farvi capire quanta verità c'è nelle mie parole>> ritorno a parlare.

<<Prima di insegnare in questa scuola, sono stato un alunno di quest'Accademia e, sinceramente, non ero per nulla il migliore... Perché? Semplicemente perché mi stufavo di passare interi pomeriggi sui libri ad imparare a memorie cose che dopo qualche anno avrei dimenticato sicuramente>>

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟐 (𝑺𝒆𝒒𝒖𝒆𝒍 𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora