CAPITOLO 36.

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Carol's pov:

<<Nicholas vieni con me, ho bisogno di parlarti in privato>> presi la chiave dalla sua tasca e lo portai in disparte.

<<Che c'è? Qualcos'altro da rivelare e di cui ti penti?>> esclamò con un'ironia tagliente e io roteai gli occhi.

<<Voglio far partire le indagini su questo caso. Con il rapimento di Blanca, lo stalker ha dato il via ad una guerra di cui non so chi otterrà la vittoria, ma sicuramente non ho intenzione di dargliela vinta senza combattere>> sentenziai passandogli dei fogli su cui ogni volta avevo appuntato le sue mosse.

I luoghi che avevamo frequentato e nei quali ci aveva filmati, le persone con cui mi aveva spiata più frequentemente e tutti i vari segnali che ci aveva lasciato sotto il naso e che forse prima di allora non avevamo mai notato.

Tutto il mio lavoro dell'ultimo mese insomma.

<<E voglio che tu mi sia affianco... Tieni a Blanca quanto me e soprattutto e mi fido di te ciecamente>> alzò lo sguardo che aveva sul documento che gli avevo porto e lo posò su di me.

<<Adesso ti fidi di me... E ieri, l'altro ieri e tutti gli altri giorni da ormai un mese a questa parte, di chi ti fidavi?>> dovevo aspettarmela questa risposta.

Uno dei difetti di Nicholas era l'essere troppo permaloso e tanto rancoroso, bisognava trattarlo con le pinse quando accadevano cose del genere.

<<Nicholas, per favore, prenditela con me quanto vuoi, me lo merito, ma Blanca non può essere lasciata nelle mani di quel pazzo perché non è giusto, lei forse sarebbe stata l'unica a rivelarti tutto>> mi parai dinanzi a lui che sbuffò passandosi una mano sulla fronte.

Vorresti provare a convincere te stessa che facendo questo gesto buono nei suoi confronti, lei ci passerà sopra quando lo verrà a sapere? Lo sai meglio di tutti che hai perso Blanca per sempre Carol, fattene una ragione...

<<Assolutamente, io non condannerò Blanca... Ma non so se ora ho voglia di aiutare te. Fatto sta che non permetterò che le accada qualcosa a prescindere>> replicò voltandomi le spalle e dirigendosi verso la porta.

<<E cosa vorresti fare... Trovarla da solo?>> alzai la voce per far sì che non andasse via.

<<Ricordati che sarai sempre tu ad aver bisogno di me, mai il contrario... Ho più anni e più esperienza di te, so come agire in questo campo perché non è di certo il primo caso di stalker, killer o quel che è, che seguo, e non sarà di certo l'ultimo>> mi zittì e io mi sentii una completa fallita senza un minimo di qualità a confronto suo.

Come se improvvisamente avessi gettato nel cesso quattro anni di puro lavoro.

Da quando sei stata rapita da Fred sei diventata una rammollita, ritorna in te...

Ahh cazzo di coscienza mi verrebbe da strapparti dal mio petto a mani nude se solo tu fossi materiale, premi un attimo quel cazzo di tasto off e spegniti per sempre.

Non ero una rammollita... Stavo cercando di ricostruire la mia corazza, quella che mi era stata distrutta in poche mosse.

Ma i materiali per la costruzione scarseggiavano sempre di più e fino a quando non sarei stata protetta al cento per cento, la Carol del primo anno, forte e che non se ne fregava delle conseguenze, non si sarebbe risvegliata.

<<Tu sì ma io no e non so districarmi in un qualcosa che è più grande di me, cazzo>> sbottai dando un calcio ad una sedia.

<<Hai risolto il caso dei fratelli Wilson in meno di due giorni, arrestato uno dei più grandi ladri d'arte d'America e seguito con successo molti altri casi che non sto qui a ricordarti. Hai capacità e doti strabilianti. Concentrati, ritrova te stessa... La vera Carol cazzuta, e risolverai anche questo>> fu l'unica cosa che mi disse.

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟐 (𝑺𝒆𝒒𝒖𝒆𝒍 𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 𝟏).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora