INFERNO

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#Capitolo 54:p.s I love You

Finalmente la giornata scolastica era finita! Con passo lento peggio di una lumaca arrivai davanti casa. Fissai la casa in ogni angolazione, nel suo color pece sbiadito, in tutto il suo tremendo orrore.

Appoggiai una mano sul legno della porta riuscivo a sentire il mio battito cardiaco pulsare nella porta. Con un gesto estremamente lento, aprì la porta.
BENVENUTI NELL'INFERNO.

C'era troppo silenzio e fidatevi quando c'è silenzio si deve aver davvero paura. Silenziosamente misi lo zaino a terra e andai in cucina, poiché avevo fame a causa della mancanza di cibo nello stomaco. Aprì il mobile ,presi una barretta di cereali e la mangiai; afferrai un bicchiere di vetro dalla lavastoviglie ma esso cadde. Si udì il passo felpato e furioso di qualcuno sulle scale. Dio, la mia vita è uno schifo.

I genitori dicono sempre ai propri figli di inseguire i loro sogni; a me non è mai stato detto ma in compenso ho capito una cosa. Io non sto inseguendo un sogno sto cercando di scappare da un incubo.

L'imponente figura di mia madre arrabbiata si avvicinò. Con mani tremanti cercai di raccogliere i frammenti di vetro sul pavimento, sappiamo tutti che su quel pavimento non c'erano solo i frammenti di vetro ma c'erano anche i frammenti del mio cuore.

Mia madre afferrò i miei capelli biondi in un pugno e con irruenza buttò la mia faccia sopra il vetro.

-Che cosa hai fatto?-

-I-io...mi dispiace non lo farò più!-

Sentì il vetro penetrare nella mia pelle e farne casa. Riuscivo a sentire solo me stessa cedere ad ogni insulto che mia madre, se così si può chiamare, mi sputava in faccia.

-T-ti Prego!-

-No! Ora tu pulisci tutto con la lingua!-

Delle lacrime rigarono il mio viso, come sempre. Dopo poco non sentì più la sua presenza quindi mi alzai da terra con il viso pieno di schegge di vetro. Andai in bagno e mi specchiai, ero un intriso di sangue e vetro. Cristo!

Decisi che da quel momento in poi nessuno, e dico nessuno, mi avrebbe trattata come un zerbino.E così fu,cercai di ribellarmi in ogni modo,ma qualcosa cambiò, cambiò qualcosa in me:Sentivo freddo, sentivo il vuoto dentro di me,non sapevo nemmeno io cosa fossi precisamente, ma mi accorsi che io non ero più io,non avevo voglia di sperare, di credere in un futuro, di fantasticare sulla inutile esistenza che non sarebbe cambiata e iniziai ad avere quel tono arrogante, iniziai a rispondere male a tutti, anche alle persone a cui volevo bene, volevo far capire a tutti che nessuno avrebbe continuato a distruggere Elen levon , nessuno avrebbe potuto farmi soffrire, perché sono io quella che deve fare soffrire.

Posso sembrare stronza, menefreghista o cattiva ma sono semplicemente stanca di essere distrutta dalle persone. 

FINE FLASHBACK

Fissai il gioiello tra le mie mani, quando sentì delle mani posarsi sui miei fianchi. Il mio Harold. Con un bacio mi avvolse, il profumo di colonia mi invase i sensi. Le sue dita armeggiarono con l'anello e poi me lo mise nel dito delicatamente. Fissò il diamante nel mio dito e sorrise come un bambino, con le fossette. Affondai il pollice in una di esse; lui sorrise ancora di più. Rideva lui. Ridevo io. 

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