NESSUNO

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#Capitolo 61:p.s I love You

Ci innamoriamo di chi è in grado di tenerci testa, di chi non cede,di chi ci sfida, di chi è misteriosamente affascinante, di chi è in grado di distruggerci, di chi è il nostro degno avversario, quello con cui siamo alla pari per gusti e pensieri.
Ci innamoriamo dell'impossibile perché siamo fatti così. In fondo, ci innamoriamo di chi ci assomiglia ma non ha tutti i nostri difetti. O li ha ma li rende perfetti. Lui era tutto,ma il tutto passa, niente è per sempre.

Avete presente quando considerate una persona la cosa più importante che avete,senza la quale non potreste e non vorreste vivere? Ecco, e avete presente quella sgradevole sensazione che vi sentite nelle ossa quando vi rendete conto, che per quella persona siete meno importanti di una cicca su un marciapiede? Bene, io mi sento così. Gli ho dato tutto, davvero, ma l'uomo dalle tante promesse ha fatto quello che hanno fatto tutti, se ne è andato. Be', certo,la via più semplice.

Ora come ora, mi sento il nulla, nulla su nulla ma con la consapevolezza che il mondo fa schifo. Vorrei sparire, vorrei mettete a tacere tutto, compresa me stessa, che mi illudo e sogno cose che non accadranno mai.

-Non sono nessuno-

Dissi alla stanza vuota in cui mi trovavo. Mentre assimilavo l'idea, fui sopraffatta dal dolore che mi mi stava attanagliando da un mese. Io non appartenevo a nessuno.Non mi ero mai sentita tanto sola in vita mia.

Sapete che c'è? Non capisco. Non capisco perché mostro sempre le mie debolezze. Non capisco perché lascio sempre che mi prendino in giro, senza avere la fantasia di combattere. Non capisco perché sono sempre in lotta contro me stessa,non capisco perché sono così tremendamente lunatica. Non capisco perché quel dannato principe azzurro ci metta tanto ad arrivare. Non capisco perché tra tutta la gente che c'è al mondo, debba tutto capitare a me. Non capisco perché tutti scappano, facendomi credere che sono io il problema. Non capisco perché le dolci parole vadano dette solo a chi sa di essere perfetto,e non a chi muore dentro,o a chi non se le è mai sentite dire. Non capisco me stessa perché non mi piaccio, e so che il problema di tutto sono io.

Per questo sono dell'idea che i disastri come me, non devono esistere.

HARRY'S POV

Scesi dall'aereo ringraziando l'hostess e salì sul furgoncino bianco che mi avrebbe portato a casa. La mia casa, a Londra. Finalmente, Dio aveva deciso di darmi una mano facendo combaciare la fine del tour con la mia partenza per Londra. Londra. È semplicemente stupenda e affascinante al punto giusto.

Sorrisi all'autista e assieme alla mia valigia mi trovai davanti casa. Che dovevo fare? Dovevo suonare il campanello, con la probabilità che Elen non mi aprisse o entrare con le mie chiavi di casa così facendole prendere un tamponamento cardiaco?!

Scelsi di suonare il campanello come tutti i comuni mortali.

-Ecco!-

La voce della mia bionda si sentì dall'interno dell'edificio, sorrisi istintivamente; lei mi aprì alla porta. Perfetta era dir poco nei suoi confronti:capelli legati in uno chignon pendente, dei pantaloncini (troppo corti per la mia mentalità maschilista) e dei bellissimi occhioni azzurri che mi squadravano.

Ci guardavamo soltanto. Solo sguardi, colpevoli ;omicidi da parte sua. La voglia di piangere è tanta ed è strano, insomma, voglio dire, io non ho mai pianto per nessuno. Le donne con cui sono stato non meritavano e non meritano tutt'ora una lacrima,ma lei. Lei. Merita tutto, merita anche che io mi prosti ai suoi piedi. Perché lei, lei è la mia donna

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