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#Capitolo 68:p.s I love You

Noi umani crediamo sempre di essere onnipotenti, di vivere in un'eterna vita, siamo sicuri del fatto che ogni problema verrà risolto e che niente potrà distruggere il nostro benessere. Pensiamo di essere i padroni del mondo quando invece siamo solo una piccola macchia dentro un'immensa distesa.
Pensiamo di essere forti e pronti in ogni situazione,pensiamo di essere i padroni del nostro destino quando invece il giorno dopo non sappiamo nemmeno se saremo ancora vivi.
Possiamo solo sperare in tutte queste cose ma in realtà siamo in balia del mondo e della sua cattiveria.
La bontà,qui,sulla Terra, non esiste.
Dovremmo smettere di credere al lieto fine e arrenderci all'idea che non siamo nulla.Il nulla nel nulla.
Smettiamola, di credere in tutte quelle michiate del vero amore, dell'eterna amicizia e delle brave persone. Non viviamo in una favola.
Dovremmo davvero capirlo ma non lo facciamo perché ci piace credere di essere eternamente felici e soddisfatti.

Continuai a fissare quei nomi sopra il citofono; il mio cuore cercava un appiglio o uno spiraglio d'aria.Purtroppo non ressi il colpo e svenni.

Attorno a me c'era soltanto il nero,terribilmente inquietante, mi sentivo destabilizzata.Odio questo,poiché mi sono sempre descritta come una persona forte ma adesso mi sento così vulnerabile e debole.
Notai che ero in ginocchio seduta sul nero, tutto era nero quando ad un tratto un punto della stanza si illuminò di una luce bianca, accecante.Vidi mia madre camminare verso di me furiosamente, con i pugni stretti, le sue gambe facevano grandi passi; con mia sorpresa il suo corpo passò dentro il mio, come se io fossi un fantasma. Dio, incredibile!
La donna continuò a camminare finché un'altro punto della stanza venne illuminato da una luce cadente,bianca,fioca e debole.
Quest'ultima cadde su una bambina, ranicchiata a terra, con la schiena appoggiata al muro, i suoi capelli erano disordinatamente depositati su una spalla, gli occhi azzurri erano spenti e fissavano il pavimento.
Quando la donna arrabbiata,mia madre,le andò davanti la bimba fece uno scatto all'indietro terrorizzata e fissò mia madre singhiozzando.

-ELEN! CHE CAZZO HAI FATTO?ALZATI! HO DETTO ALZATI!-

Osservai la scena sconvolta realizzando davvero che quella bambina piangente ero io e in silenzio continuai a guardare.

-FOTTUTA STRONZA PENSI DI POTER FARE QUELLO CHE VUOI?! SE JHON VUOLE SCOPARTI TU LO FAI E STAI ZITTA!-

La ragazzina, in questo caso io, sbarrò gli occhioni lacrimanti e si strinse sempre più a se stessa.La rabbiosa donna di fronte a lei le sferrò un calcio nello stomaco per poi rimpiazarlo con altri calci e pugni su tutto il corpo, la bimba cercò di ripararsi dalla madre al dir poco furibonda mentre singhiozzava.
Ad un tratto tornò il buio, l'oscurità,
il nero.Solo il silenzio e me stessa.

Spalancai gli occhi,con una mano tastai la superficie in cui mi trovavo sdraiata e vidi che mi trovavo a casa sopra il divano.Davanti a me c'era Eleanor che passava ripetutamente la mano sopra il mio viso per vedere se stessi bene.

-Oh grazie a dio!Stai bene!-

Esclamò scuotendo leggermente i capelli arricciati e mettendosi una mano sul petto preoccupata.

-Sto bene,sto bene-

Affermai cercando di sorriderle:

-Ma che è successo?-

Le chiesi confusa

-Io ero venuta qua, per darti un passaggio per andare a cena assieme, ricordi con le ragazze?Ma ti ho trovato stesa a terra priva di sensi sul marciapiede-

-Oh..-

-Già,sapessi come mi sono spaventata!-

Le sorrisi cercando di rassicurarla e mi alzai dal soffice divano, la sua mano mi afferrò il braccio:

-No no no no tu non ti alzi da qui!-

-Eleanor, sto bene-

-Ma...-

-Sto.bene.-

Salì le scale e indossai un vestito nero a cuore, stretto,con una gonna colorata.Raccolsi i capelli lunghi,biondi in una coda e applicai il rossetto rosso sulle labbra.

Scesi le scale, pronta a sfoggiare il mio tipico falso sorriso. Sorrisi ad Elea ma lei non ricambiò, preoccupata per la mia salute.
Salimmo in macchina in un netto silenzio,la tensione e la preoccupazione della ragazza accanto a me potevano essere capiti all'istante.Sospirai cercando di non pensare a quello che era accaduto poche ore prima e decisi che sarei dovuta essere nuovamente forte.
Bella merda,vero?

Entrammo nel ristorante:era decisamente originale,vari tavolini erano posti nella sala, ma al posto delle sedie c'erano delle altalene.Era tutto così nuovo ed etnico.
Smisi di ammirare il locale e mi misi seduta sulla mia altalena chiacchierando con le ragazze,del più e del meno, fingendo spaventosamente di stare bene.
Finì di bere la mia coca cola, smuovendo i ghiaccioli all'interno del bicchiere di vetro distrattamente;
Perrie spiegava a Mela e Elea di come fosse grandioso il suo nuovo colore dello smalto. Sospirai per l'ennesima volta, guardandomi attorno, con la speranza di trovare qualcosa di interessante ma esso non accadde e mi ritrovai a sentire il palloso discorso di Eleanor su come lo shopping sia eccitante e contro lo stress.Mugugnai terribilmente annoiata quando la voce gracchiante di Pez mi chiamò:

-Dio, El, ma che hai stasera?Sei nervosa,te ne stai sulle tue e non fai altro che sbuffare!Se non ti andava di venire potevi dirlo!-

Guardai le mie amiche e mi alzai diretta al Funky Buddha, bisognosa più che mai di alcool.

P.s I love You♥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora