Siamo chiusi nel capanno da oltre due ore, e in due occasioni Jay ha risposto alle chiamate che gli arrivano sul cellulare, ammetto che avrei voluto origliare ma parlava troppo piano rivolto verso l'angolo più lontano possibile.
Ci siamo raccontati un po' delle nostre vite, gli ho detto di essermi laureata quest'anno e che vorrei tantissimo diventare insegnante di lettere, che mio padre e mia madre sono separati e che ho due fratelli, io vivo con mia madre in Inghilterra mentre i miei due fratelli vivono a new York con mio padre.
In realtà non è del tutto vero, vivono a Los Angeles, ma ho preferito non essere troppo precisa.
Jay sembra essersi rilassato, ha detto di avere 28 anni, di essere nato a Gwangju ma di vivere stabilmente a Seoul, ha una sorella e confessa di essere dispiaciuto perché a causa del suo lavoro non può stare spesso in sua compagnia.
Fuori non c'è nessun cenno di miglioramento, il vento si intrufola fra le fessure del legno provocando strani sibili, il ticchettare della pioggia è stranamente rilassante.
In un momento di silenzio il contorcersi del mio stomaco ci fa sorridere.
Sento le mie guance arrossire.
<Scusa, non ho mangiato nulla perché pensavo di farlo qui, ma ora ci sei tu e non mi sembra molto educato....>
Fa un gesto noncurante con la mano dicendo:
<Non fare caso a me, se hai qualcosa da mettere sotto i denti nello zaino mangialo pure!>
E così addento il mio sandwich, gliene offro un pezzetto ma lui rifiuta educatamente.
Sembra una persona a modo, gentile.
Ha un sorriso capace di illuminare un'intera stanza e uno sguardo capace di attrarre chiunque.
<Sai cosa facciamo adesso?> gli dico mentre bevo un sorso di acqua.
<No, cosa?> risponde divertito.
Tiro fuori dallo zaino la bottiglia di whisky, gliela porgo ed esclamo:
<Giochiamo!>
Lui batte le mani ridendo e facendo una delle sue buffe espressioni.
<A cosa vuoi giocare esattamente con una bottiglia così preziosa?>
<Sasso, carta, forbici! Chi perde beve ed è obbligato a rispondere alle domande dell'altro!>
Spalanca gli occhi e arriccia le labbra.
<Mmmmmm, ok, ci sto!> si alza dalla sedia e si accomoda a gambe incrociate di fianco a me sul divano.
Il cuore mi tradisce iniziando a battere più veloce.
Ma cosa mi succede? È come se il corpo e la mente abbiano vita propria ed io non sia in grado di controllarli.
Iniziamo a giocare. Vince lui.
<Sei fidanzata?>
Bevo attaccandomi alla bottiglia.
<No, lo ero fino ad un mese fa, l'ho lasciato io.>
<Perché?>
<Perché non lo amavo quanto avrei dovuto, cerco un amore in cui perdermi, dolce, doloroso... che valga la pena di essere vissuto>
<Come sei drammatica!> dice ridendo.
Altro turno. Vinco io.
Beve.
<Sei fidanzato?>
<Ma non vale fare le stesse domande!!>
<Lo sei?> insisto.
<Ovviamente no!> risponde scandalizzato.
<Perché? Cos'è una cosa proibita?> chiedo.
Sembra essersi tradito, gli compare in viso un'espressione colpevole ma non risponde.
Perdo diversi tiri, bevo diversi sorsi, sento le ginocchia più sciolte.
Mi chiede cose banali: colori preferiti, cibi preferiti, ha voluto sapere se le tavole da surf sono mie, di chi è il capanno in cui siamo rinchiusi.
La bottiglia è quasi vuota visto che beve assieme a me anche se le regole iniziali non erano queste.
<Sei imbattibile, basta, cambiamo gioco!> gli dico strappandogli il whisky dalle mani.
<No no continuiamo!> esclama puntandomi un dito in mezzo alle sopracciglia.
Altro tiro, vince lui.
Bevo. Beve.
Vedere la sua gola inghiottire mi fa sentire uno strano sfarfallio in fondo allo stomaco.
Un tuono fortissimo ci fa sussultare, Jay mi fissa con uno strano luccichio negli occhi.
<Sciogliti i capelli> sussurra avvicinandosi un po'.
Ha un profumo buonissimo, di legno, di rose....di miele.
<Ma questa non è una domanda>
<È lo stesso....fallo....>
Tiro l'elastico e i capelli mi cadono sulle spalle, lui allunga una mano e me li accarezza.
Cosa sta succedendo? Un attimo fa stavamo dicendo un mare di sciocchezze, come siamo arrivati a questo?
Per fortuna la burrasca fuori copre il rumore del battito del mio cuore.
<Beh, se il gioco è questo allora anch'io voglio fare una cosa...> azzardo, e sfioro il neo che ha sul labbro con la punta delle dita.
Lui chiude gli occhi e alza impercettibilmente l'angolo della bocca.
No, qualsiasi cosa stiamo facendo dobbiamo smetterla immediatamente.
<Scusa, davvero, non è il caso. Scusami...> e ritiro a malincuore la mano.
Ci guardiamo senza sapere bene cosa dire, le sue dita giocano con i laccetti del cappuccio della felpa, poi si avvicina al mio orecchio e dice:
<Facciamo che quello che succede qui dentro rimarrà per sempre qui dentro e non lo saprà mai nessuno, ok?>
Perché cosa deve succedere? Oddio.
Con il naso mi accarezza la guancia e le sue labbra si appoggiano sulle mie.
<Sei d'accordo?> mi chiede, allontanandosi leggermente.
La mia risposta sembra essere la parte decisiva del patto.
Non lo conosco, non mi conosce, non sono la persona che fa queste cose con qualcuno incontrato da due ore, ma nemmeno con qualcuno incontrato da due giorni di solito.
Se dico "si" cosa succede? Ci baciamo soltanto oppure... oppure cosa?
I ragazzi con cui sono stata a letto si contano sulle dita di una mano, e nessuno di loro è rimasto al mio fianco.
Ma qui non si parla di questo. Oddio.
Qui si parla di fare una follia. Cosa gli dico?
Forse sto esagerando, corro troppo, forse vuole solo baciarmi...forse non succederà nulla di più.
Ma io invece? Cosa voglio?
Non so cosa darei per vedere com'è sotto tutti quegli strati di vestiti, voglio toccarlo. Lo voglio sentire.
<Credo di aver concluso contratti di lavoro in meno tempo...> mi sorride ma c'è anche una punta di nervosismo nella sua voce.
Prendo il suo viso tra le mani e lo bacio, le nostre bocche si schiudono, tutto diventa indistinto, sento solo il suo respiro, la sua lingua e le sue mani muoversi dietro il mio collo.
Jay viene più vicino e si mette a cavalcioni su di me, è una posizione estremamente esposta per lui, io non posso muovermi e mi sovrasta, di molto.
Prendo coraggio e gli infilo le mani sotto la felpa, alzo la t-shirt che ha sotto e finalmente sono a contatto con la sua pelle.
Lui trattiene il respiro, le sue espressioni sono una delle cose più eccitanti mai viste.
Prende il palmo della mia mano destra e lo guida sulla patta dei suoi pantaloni, poi preme per farmi sentire cosa c'è sotto.
Oh Gesù.
Sbottono i jeans ed inizio ad accarezzarlo, la sua bocca piomba sulla mia, ci spogliamo velocemente.
Io indosso un intimo semplice, troppo semplice, maledizione, ma come avrei potuto pensare che sarebbe successa una cosa del genere?
Jay sembra ipnotizzato da quello che sta vedendo e pare non dare importanza a quello a cui sto pensando io.
Il suo corpo è magrissimo eppure non è esile, si muove in modo estremamente sinuoso, non riesco a togliergli gli occhi di dosso.
Le sue mani si fanno strada sul mio seno, sullo stomaco, sui fianchi, vanno giù, sempre più giù...
Oh è bellissimo.
<Jay ..J...ay....>le sue carezze sono quasi insopportabili, d'istinto stringo le gambe.
<Sei bellissima...> sussurra.
E poi si mette in piedi davanti a me, mi afferra per le caviglie e mi attira verso di lui per mettermi in posizione, ci fissiamo...o adesso o mai più.
Sta scendendo su di me, gli metto le mani sul petto e lo blocco:
<Jayjayjay... aspettaaspettaaspetta....sei sicuro?>
<Mai stato tanto sicuro nella vita, tu?>
Io annuisco.
<Non guardarmi così...> dice socchiudendo gli occhi.
Perché come lo guardo?
<Così come?>
<Così!> ed entra lentamente dentro di me.
Non ho dubbi, questa è sicuramente la follia più bella che io abbia mai fatto.

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SOLE DENTRO
ChickLitJ-Hope talentuoso membro del famoso gruppo dei BTS, ballerino eccezionale che con la sola forza di volontà ha raggiunto traguardi inimmaginabili, si ritrova a dover lottare contro un destino difficile per conquistare quello che desidera di più al m...