Attraversiamo lo Strand e ci dirigiamo verso il Tamigi, camminiamo mano nella mano,il mio abito, senza i tacchi, striscia a terra, sono costretta a tenerlo sollevato con la mano libera per non pestare l'orlo.
Sono le undici di sera ed io non ho ancora cenato, mi fermo ad un chiosco che conosco da sempre per acquistare una porzione di fish and chips da mangiare mentre passeggiamo.
Le luci di Westminster si riflettono sulle acque scure del fiume in lontananza.
<Il nostro pollo fritto è più buono, questo pesce sembra essere ricoperto di spugna!> si lamenta.
<Non ho avuto occasione di provarlo quando sono stata da voi, perciò ti credo sulla parola!> gli dico, ed addento una patatina.
<Ti piace vivere qui Imogen?>
<Non lo so, ci sono nata qui, è la mia città.... perché?>
<No chiedevo... così....> e mi ruba una patatina.
<Londra di notte è incantevole, io ci vivo e la do' per scontata, ma non dovrei farlo, dovrei guardarmi attorno più spesso!>
<Si, è davvero bellissima...> sembra lo dica con una punta di tristezza.
Ci fermiamo, mi appoggio alla balaustra che separa la strada dal lungofiume, Hobi mi solleva e mi aiuta a mettermi seduta sul parapetto, poi si infila tra le mie gambe e mi abbraccia stretta.
Ascoltiamo i rumori attorno a noi: un gruppo di ragazzi che stanno ridendo fuori da un pub, una sirena dell'ambulanza, una musica lontana proveniente da un'auto con il finestrino abbassato.
<Starei così per sempre!> gli dico, e appoggio la guancia sulla sommità della sua nuca.
Lui mi guarda, mi invita ad abbassare il viso e mi bacia, prima il naso, poi le sue labbra scendono sulle mie e la sua mano si appoggia sul mio seno, che non credo riesca nemmeno a sentire, visto gli strati di tessuto che ci separano.
Il suo respiro è caldo e si fonde con il mio, la sua lingua sfiora la mia, poi me ne cattura la punta ed inizia a succhiarla.
Oh Gesù....ci baciamo come se da questo dipendesse la nostra vita.
Quando, dopo un tempo indefinito, ci stacchiamo, appoggia la fronte sulla mia spalla.
<Imogen, ti giuro che se sapessi dirti cosa mi succede quando sono con te, te lo direi...sei come una droga, un qualcosa che so di non dover alimentare, per tanti motivi, ma del quale non riesco a fare a meno!>
Mi accarezza le sopracciglia con un dito guardandomi negli occhi.
<Hai il naso rosso e freddo...fammi scendere, andiamo a casa...>
E così ritorniamo verso lo Strand passando per Charing Cross e poi ci incamminiamo verso Covent Garden.
Mi racconta di tutti gli impegni avuti nel mese appena trascorso, i successi raggiunti, l'emozione di sentire vicino il fandom anche se il progetto è solista.... attraversiamo la piazza del mercato, siamo quasi arrivati, giriamo nella via di casa.
Hobi osserva incuriosito le villette a schiera.
Mi fermo davanti alla mia, tiro fuori le chiavi ed apro il cancelletto.
<È questa casa tua?> chiede sorpreso.
Sorrido.
<Si!>
<Ma c'è un negozio di... pennelli?>
<Io abito al primo piano!>
Apro la porta e saliamo le scale, che scricchiolano un po' al nostro passaggio.
<Benvenuto nella mia dimora!> dico aprendo le braccia al centro del mio salotto.
Lui si guarda attorno.
<Imo... è minuscola!>
<Oddio quanto sei snob! Vivo sola, c'è tutto quello che serve....ti piace?>
<È carina....sembra vecchia...>
<Lo è! È una casa vittoriana d'epoca!>
Lo prendo per mano e lo porto in camera:
<C'è anche il camino di fianco al letto!>
Il suo sguardo però cade sul materasso, credo ne stia valutando la grandezza, effettivamente non è matrimoniale, è stato fatto su misura per la testata antica ed è più piccolo della media, è poco più grande di un letto singolo.
<Ti preoccupa dovermi stare troppo vicino stanotte?>lo prendo in giro.
<Beh, un po' si!>
Ci mettiamo comodi, lui chiama qualcuno dello staff per farsi portare le sue cose, è seduto sul divano a gambe incrociate quando mi avvicino per chiedergli un favore.
<Hobi... potresti sbottonarmi l'abito sulla schiena? Poi giuro che ti lascio in pace e vado a farmi una doccia!>
Mi siedo vicino a lui, mi sposto i capelli, che ne frattempo ho sciolto, su un lato e aspetto che inizi a sbottonare tutti i minuscoli bottoncini ricoperti di tessuto.
La sua mano mi accarezza il collo, poi la spalla nuda e poi piano piano comincia il lavoro.
Sento le sue dita scendere sempre più in basso, non posso evitare la pelle d'oca sulle braccia, forse la sta vedendo ma non dice una parola.
Quando arriva all'ultimo bottoncino devo tenere il corpetto con le mani per non farlo cadere.
Mi giro e lo guardo in viso, le pupille sono dilatate, arriccia le labbra e fa una piccola smorfia.
<Mi hanno insegnato ad avere molta disciplina Imogen, negli anni ho imparato a controllare certe situazioni...>
<Meglio così allora....>
Gli stampo un piccolo bacio sulla guancia e mi dirigo in bagno chiudendo la porta.
Faccio una lunga doccia bollente, mi strucco minuziosamente, mi pettino i capelli fino a farli diventare lucidi, mi spalmo la mia amata lozione di Diptyque su tutto il corpo ed indosso un pigiama con stampate sopra delle sirene.
Vista l'occasione avrei dovuto usare qualcosa di più sexy e adatto ma non possiedo nulla di troppo provocante e poi, vista la piega che sta prendendo questa strana relazione è davvero inutile far leva su aspetti puramente fisici, Hobi pare irremovibile quindi puntiamo sulla comodità.
Quando esco vedo che si è steso sul letto, ha indossato anche lui il pigiama, un completo con stampato sopra una fantasia di Kaws ed ha il cellulare in mano.
<Cosa direbbe tuo padre se sapesse che sono qui con te?> mi chiede.
<Non lo so e non lo voglio sapere!>
Ci infiliamo sotto le coperte, è stata una giornata lunga e piena di emozioni contrastanti, sento montare una stanchezza infinita.
Sbadiglio.
Siamo costretti a stare appiccicati ma a lui non sembra dispiacere, ha un sorriso irresistibile stampato sul volto.
Appoggia il gomito sul cuscino e si sostiene la testa con una mano.
<Sei una delle poche persone che conosco ad essere più attraente senza trucco!> dice sfiorandomi le lentiggini con un dito.
<Anche tu sei più bello così, senza filtri!>
Scoppia a ridere.
<Non è vero! Nessuno mi considera bello...magari talentuoso...ma bello no!>
<Perché dici così?>
<Perché è così! È noto che fra i Bangtan io sia quello che ha avuto più critiche fin dall'inizio per il mio aspetto fisico...>
La sua espressione è dolcissima, disarmante, da spezzare il cuore.
<Vieni qui...>lo attiro a me, e lui appoggia la testa sul mio seno, gli accarezzo i capelli.
<Non hai bisogno delle mie rassicurazioni, sai perfettamente l'entità del tuo valore...>
<Vorrei averne per te, di valore, tanto quanto ne ho per tutti i nostri fan!>
Ah, è un arista, è bravo con le parole, ed è abituato a sentirsi al centro dell'attenzione, è molto amato ed ha bisogno dell'approvazione di chi gli sta accanto...oppure è qualcos'altro? Tiene davvero così tanto a me anche se i momenti passati assieme sono stati così pochi? Non so darmi una risposta, e non so darla nemmeno a lui.
È tutto così incerto.
Spengo la luce.
<Sono esausta Hobi...> ed è la verità.
Lui non dice nulla, la sua mano nel buio mi sfiora i fianchi, la punta del naso sta indugiando sul mio collo.
Chiudo gli occhi e stringo i pugni, il bisogno di sentirlo dentro di me è talmente tanto da sovrastare la stanchezza, ma le sue parole sono state chiare prima, le nostre necessità sono diverse e lo rispetto.
Mi corico sul fianco girandogli la schiena.
Lui si accoccola dietro di me, il mio sedere è contro il suo inguine, mi mette un braccio sul torace e sussurra:
<Buonanotte!>

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SOLE DENTRO
ChickLitJ-Hope talentuoso membro del famoso gruppo dei BTS, ballerino eccezionale che con la sola forza di volontà ha raggiunto traguardi inimmaginabili, si ritrova a dover lottare contro un destino difficile per conquistare quello che desidera di più al m...