Mentre scendo le scale invio un messaggio a Ben e K per informarli che il mio obiettivo è stato raggiunto e che non ritornerò da loro in sala ma raggiungerò direttamente Hoseok in hotel.
Non so bene come mi sento, sollevata sicuramente, ma pensavo fosse più gratificante prendermi una rivincita contro qualcuno che mi ha ferito così profondamente, in realtà invece è stato difficile e sgradevole.
Mi dirigo verso il guardaroba, ritiro il cappotto e chiamo un taxi.
Esco dal museo e respiro a pieni polmoni, l'aria è cambiata, non è più freddo come prima, forse arriverà la pioggia i prossimi giorni.
Salgo sull'auto che ne frattempo è arrivata davanti all'entrata e chiedo al tassista indiano alla guida di portarmi al Savoy.
<Il più velocemente possibile! Grazie!> aggiungo.
In realtà sarei dovuta passare prima da casa a cambiarmi e a togliermi questi sandali alti e scomodi, ma ho bisogno di vederlo, un disperato bisogno, tanto da non riuscire a stare ferma sul sedile dietro, e comunque il Savoy non dista troppo da casa, posso sempre andarci dopo.
L'auto si ferma davanti all'imponente entrata dell'hotel, pago la corsa e mi precipito nella hall, qualche ospite si gira a guardarmi, il mio abbigliamento effettivamente dà un po' nell'occhio.
I tacchi rimbombano sui pavimenti di marmo, alla reception sono al corrente del mio arrivo e una ragazza tutta impettita mi dice:
<Buonasera signorina Gordon, il signore della 458 la sta aspettando, prego si accomodi, Javier la accompagnerà di sopra>
A fianco a me si è materializzato un concierge in divisa verde che mi invita a seguirlo.
Prendiamo l'ascensore, sono agitata, mi fa male la pancia, guardo la mia immagine riflessa negli specchi attorno alle pareti, il trucco è perfetto, qualche filo di capelli è sfuggito allo chignon basso ma ancora regge.
Arrivati al piano Javier mi indica il corridoio giusto e mi saluta rigidamente.
Oddio la voglia di vederlo si sta velocemente tramutando in paura.
Percorro il tragitto che mi separa da Hoseok contando i numeri delle camere, la moquette a terra attutisce il rumore dei miei passi, arrivo davanti alla stanza giusta e busso piano con il cuore in gola, dopo neanche dieci secondi la porta viene aperta e Hobi è davanti a me.
Ci guardiamo senza sapere bene cosa dire poi è lui a rompere il silenzio.
<Merda Imogen, sei bellissima, vieni qui!> mi afferra il polso e mi attira fra le sue braccia.
Oh Gesù, il suo profumo di rose e miele mi è mancato più di quanto pensassi. Lo stringo forte.
<Hey! Non dici niente? Non sei contenta di vedermi?> chiede mentre chiude la porta alle mie spalle.
<Si tantissimo, tantissimissimo!>
La sua risata rimbomba dentro al petto.
<Fatti ammirare! Questo vestito è stupendo! Sembri una creatura fatata!>
Mi stacco da lui e faccio un piccolo giro su me stessa.
<Dior vintage> ed aggiungo alzando la gonna <e sandali Jimmy Choo, che sono come due tagliole!>
Scoppiamo a ridere.
Mi guardo attorno, la stanza è lussuosissima, il salotto è riccamente decorato, la camera da letto sembra enorme, non ero mai stata al Savoy prima d'ora.
Hobi indossa pantaloni neri di velluto a costine, larghi e sopra una felpa arancione con il cappuccio, ha un'aria solare, è radioso, sento come se dentro al petto avessi un calorifero acceso.
Ci sediamo sul divano di broccato, mi tolgo i sandali e raccolgo le gambe sotto i vari strati della gonna.
<Come stai Imo? Com'è andato il tuo appuntamento?>
<Il mio appuntamento sei tu, quello di prima era un problema, un nodo da sciogliere!>
<Ed è sciolto?>
Lo guardo negli occhi.
<Si, è davvero finita adesso>
Gioca con le mie mani, con un'unghia segue le vene del polso.
<Sono stato molto preoccupato questo mese, eri sempre nei miei pensieri...e sempre nei momenti meno opportuni!>
Ha un sorriso capace di sciogliermi, prendo il suo viso fra le mani e lo bacio.
Ho bisogno di sentirlo vicino, più vicino di così, lo voglio, non so se è una reazione alle emozioni della serata o cosa, ma è come se il sangue mi fluisse nel corpo più velocemente del dovuto.
Il suo respiro è irregolare, lo accarezzo sul petto, provo ad alzargli la felpa.
<Imo... Imo, aspetta io...> mi allontana delicatamente da lui.
<Cosa c'è?>
<C'è che quando ti ho vicino è come se tenessi fra le mani un bicchiere di cristallo e...ho paura di farti male...paura di correre troppo, io...non credo sia una buona idea dopo tutto quello che ti è successo!>
Lo sapevo! Lo sapevo!
Mi vede con occhi diversi, forse non prova più quello che provava prima, mi percepisce fragile, è comprensibile ma non per questo meno doloroso, ma allora perché è venuto?
Mi mordo il labbro inferiore, cerco di cacciare indietro le lacrime che minacciano di fuoriuscire.
<Imogen mi dispiace, non prenderlo come un rifiuto, abbiamo solo bisogno di più tempo...>
Quale tempo? Non abbiamo tempo noi due...ingoio.
<No, no certo, lo capisco...>
Mi liscio il corpetto del vestito e dico:
<Ascolta, qui è bellissimo,ed immagino tu sia abituato a tutto questo lusso ma ..io ho altri progetti per noi in questi giorni!>
I suoi occhi sono curiosi
<Cioè?>
<Beh, per prima cosa stanotte non dormirai qui, ma verrai a casa mia, e domani partiamo, ti porto in un posto bellissimo, solo noi due...non fare quella faccia!... perché fai quella faccia?>
Ride.
<È solo che non me lo aspettavo! Allora dico alla mia assistente di ritenersi libera fino a domenica!>
<Si, diglielo, e adesso usciamo di qui, ti porto a fare un giro, dopo andremo a casa mia a piedi, non è lontana!>
Hobi prende il telefono e parla con qualcuno del suo staff, poi riempie un borsone in pelle nero con pigiama, intimo, felpe, jeans e una trousse con ogni ben di Dio dentro.
Lo guardo muoversi fra le sue cose, è divertente.
<Perché sorridi così?> chiede.
<Perché è bello guardarti!>
Si avvicina e mi bacia il collo.
<Hobi, devo andare a cambiarmi prima, non ci avevo pensato ma non posso andare in giro così!>
<Si che puoi!>
<Ma ho freddo! Ho i piedi nudi!>
<Lascia fare a me!>
Mi fa alzare, prende una sua felpa e me la infila, è troppo grande, ma lui se ne infischia, afferra un paio di calzini e me li fa indossare, poi mi porge un paio di sue sneakers Luis Vuitton.
<Ma Hobi! Non posso andare in giro conciata così!>
<Si che puoi!>
<E poi le tue scarpe mi sono grandi!>
<A me sembra che tu abbia un bel piede lungo!>
<Hey, ma come ti permetti!>
Ridiamo fino alle lacrime, poi lui chiude la sua borsa, dà indicazioni su dove dovrà essere recapitata più tardi ed usciamo assieme nella notte londinese.

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SOLE DENTRO
ChickLitJ-Hope talentuoso membro del famoso gruppo dei BTS, ballerino eccezionale che con la sola forza di volontà ha raggiunto traguardi inimmaginabili, si ritrova a dover lottare contro un destino difficile per conquistare quello che desidera di più al m...