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Il mio trasferimento a Seoul è avvenuto in una giornata estremamente afosa e umida di agosto.
Per tutto il trasloco sono stata accompagnata dall'efficienza di Calipso e Keto, dall'eccitazione incontenibile di Hoseok e dalle lacrime di mia madre che mi ha seguita la prima settimana nella capitale coreana.
I mesi estivi prima del cambiamento definitivo sono stati una centrifuga di stati d'animo contrastanti, impegni, di cose da fare e da risolvere, di saluti e di discussioni a non finire.
Come mi aveva anticipato Cal, Hoseok voleva avermi vicino ad ogni costo, è un po' il modus operandi al quale è abituato, vivere separati ma a poca distanza l'uno dall'altro, i membri del gruppo hanno deciso così, lo capisco e lo appoggio ma io non ne faccio parte, e non ho voluto seguire i suoi suggerimenti.
Il quartiere dove vive Hobi è effettivamente una zona tranquilla, sicura, prevalentemente frequentata da persone altolocate che possono permettersi i mutui e gli affitti esorbitanti di Seoul , il suo enorme appartamento si affaccia sulle rive del fiume e non dista troppo dall' agenzia.
Ma, anche se il tragitto che devo fare per andare al lavoro è più lungo e al mattino devo svegliarmi prima, io ho scelto un piccolo bilocale nella zona universitaria.
Il disappunto di Hobi su questa mia decisione è stato causa di conflitti e litigi, per lui è più difficile muoversi in questa zona, è piena di ragazzi giorno e notte ma per lui sarebbe stato comunque complicato, è difficile per lui spostarsi nella città in cui vive a causa della sua celebrità, per me invece era importante non sentirmi isolata, volevo avere persone attorno, dove vivo posso uscire e raggiungere a piedi la casa di Calipso, ho ristoranti, piccoli supermercati di ogni tipo sotto casa e anche un ospedale in caso di necessità.
Hoseok ha tutte le migliori intenzioni, ma i suoi impegni e il suo stile di vita non gli concedono troppo tempo per vivere la nostra relazione ed io non voglio e non posso rimanere ad aspettarlo senza fare nulla.
Alla fine comunque abbiamo trovato l'accordo che non verrà lui da me, sarò io ad andare da lui tutte le volte che ne avremo la possibilità. E va bene così.
Mia madre era l'unica a non aver avuto l'occasione di conoscere Hope, nei mesi prima del mio arrivo a Seoul ho fantasticato molto su come si sarebbe potuto svolgere un loro incontro, lei così algida e regale, lui così solare e sorridente.
Non è andato come mi ero immaginata: i giorni in cui mia madre era con me, Hobi era impegnatissimo, doveva partecipare ad un programma televisivo assieme al gruppo, non c'era una sera libera per poterli presentare, ma un pomeriggio, mentre eravamo intente a suddividere le maglie nell'armadio in base alla stagionalità, lui ha pensato di farmi una sorpresa ed è arrivato a casa senza preavviso.
Mia madre era tutta sudata con i capelli, di solito setosi e lucenti, incollati alla fronte perché il condizionatore sarebbe stato messo in funzione il giorno seguente, lui ovviamente sempre luminoso e splendente ma con un leggero timore... timore infondato posso dire, visto che dopo un certo imbarazzo iniziale, tanti inchini da parte sua e tante scuse per il suo aspetto trasandato da parte di mia madre, si sono salutati ed abbracciati, con la solenne promessa di Hobi di prendersi cura della sua amata figlia nel migliore dei modi.
Il mio lavoro in agenzia è iniziato dopo neanche dieci giorni dal mio arrivo, con ancora il fuso orario che mi faceva tenere gli occhi spalancati per gran parte della notte.
Inizialmente sono stata affiancata dalla ragazza che mi lascerà il suo incarico a breve, prima del mio arrivo a Seoul ho preso lezioni di coreano per rispolverare le mie conoscenze, per il momento comunque devo preoccuparmi perlopiù di tradurre  il parlato e di dare lezioni di conversazione ai ragazzi che ne hanno bisogno.
È un ambiente giovane, stimolante, il lavoro d'ufficio è poco, sono sempre in relazione con persone diverse e non ho orari stabiliti, e questo può essere un problema, perché nemmeno Hobi ne ha,  e trovare del tempo per noi è ancora più difficile, ma il lavoro mi piace, è un'opportunità di crescita e una sfida continua con me stessa.
Vivere in una metropoli come Seoul è stato un cambiamento talmente grande che non so quanto mi ci vorrà per trovare un equilibrio.
Ho vissuto tutta la mia vita a Londra, che non è propriamente una città piccola, ma qui le distanze sono dilatate, ancora più che a NY, ci sono tanti contrasti, sociali ed architettonici, il clima è estremo, quando è caldo è caldissimo, quando piove diluvia e le strade si allagano nel giro di dieci minuti, il tutto accompagnato da un'umidità senza precedenti.
Ora siamo in autunno ed il freddo rigido ancora non è giunto.
Anche se una parte di me è coreana, non lo sono abbastanza a quanto pare, devo scavare un po' di più dentro di me per adattarmi a loro, i miei modi sono molto diretti, a volte sono troppo chiassosa ed il mio stile è troppo eccentrico.
La mia prima impressione su questo popolo affascinante è che sono eleganti e silenziosi, mi è capitato di ricevere sguardi curiosi ma anche di disapprovazione, spero comunque di riuscire ad integrarmi e di essere accettata.
Diciamo che una parte positiva in tutto questo tsunami che sto vivendo è che sono talmente impegnata che quando tocco il cuscino mi addormento, non ho tempo per pensare, sono dentro ad un vortice continuo di emozioni e di cose nuove.
Capitano però anche sere in cui Hoseok non c'è, in cui Keto o Calipso non sono disponibili e mi ritrovo sola, a cenare con un piatto take away perché troppo tardi per mettermi ai fornelli, ed è in questi momenti che mi assale la nostalgia, mi mancano i rumori di Covent Garden, la sicurezza di casa, i punti fermi che avevo, il sorriso rassicurante di Ben e l'amicizia incondizionata di Kiki, in queste sere sento venir meno la mia fiducia, la mia forza e realizzo l'enormità di quello che ho fatto.

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