Il cottage dei nonni si trova in cima ad un piccolo promontorio a ridosso del mare.
Con il tetto in paglia e la forma rettangolare, al piano terra ci sono salotto e cucina e al primo piano le tre camere da letto, una per i proprietari e le altre per i nipoti.
Paul e Connor sono anni che non vengono, da quando hanno preso la decisione di lavorare stabilmente a Los Angeles.
Io quando posso rimango con piacere qui, in questo luogo remoto, un angolo di paradiso, lontano dal caos londinese, dove i ritmi sono più lenti e la natura lenisce i pensieri.
Apro il piccolo cancello pedonale e ci avviamo lungo il vialetto.
<Imogen, tesoro, sei tu?>
La vicina di casa spunta all'improvviso dalla siepe che divide le due proprietà.
È una signora di bassa statura, rotonda, con i capelli candidi e ricci, la ricordo con questo aspetto da quando ero piccola, ma il tempo scorre per tutti, quindi immagino abbia ormai ottant'anni.
<Signora Finch! Che piacere vederla! Come sta?>
<Ah, vorrei avere la tua età ed essere nel fiore degli anni, invece devo lottare con l'artrite ed il mal di schiena!>
Sorrido cortesemente, vedo che si aggiusta gli occhiali sopra al naso osservando curiosa il ragazzo di fianco a me.
<Sei in compagnia?> chiede.
<Ehm, si, questo è un nipote coreano venuto a trovare la nonna... è mio cugino!>
<Oh perbacco! Mina ha sempre detto di non aver parenti nel suo paese...>
Guarda Hoseok da capo a piedi ed esclama:
<Se tutti i ragazzi laggiù sono così dovresti prendere in considerazione l'idea di trasferirti mia cara!>
<Ci farò un pensierino signora Finch, grazie!>
Ci congediamo ed io e Hobi entriamo in casa.
<Ho capito bene? Le hai detto che sono tuo cugino?>
<Si>
Ci guardiamo, ci mettiamo le mani davanti alla bocca e soffochiamo una risata, poi appoggiamo i bagagli e mostro l'interno del cottage a Hobi.
<Il tempo qui dentro sembra essersi fermato... è incredibile!> esclama.
<Voglio portarti giù alla spiaggia, sono sicura che ti piacerà!>
Dal lato opposto della via c'è una collinetta, interamente coperta di erica che, a fine estate, quando fiorisce colora tutto come se fosse un tappeto viola, in cima al pendio si snoda un sentiero che porta fino al mare.
È una giornata limpida ma ventosa, all'orizzonte le nuvole sono come batuffoli bianchi, entro domani dovrebbe arrivare la pioggia, quindi o andiamo ora oppure rischiamo di non poter andare i prossimi giorni.
Ci incamminiamo mano nella mano, più scendiamo più il terreno diventa morbido, i nostri piedi sprofondano ad ogni passo.
Dopo circa quindici minuti di cammino arriviamo alla spiaggia.
<Oh wow!> esclama Hobi, poi corre verso la riva e mi aspetta.
Il mare è mosso, il rumore delle onde e lo stridio dei gabbiani sono gli unici suoni presenti.
Il vento muove i suoi capelli, gli occhi brillano, è di una bellezza commovente, voglio imprimere questa immagine nella mente per sempre, quando saremo lontani e qualcun'altra sarà al suo fianco avrò almeno questi momenti e...no forse non è una buona idea ricordare, forse è meglio non pensarci.
<A cosa stai pensando? Perché hai quell'espressione triste? È stupendo qui!> e allarga le braccia camminando all'indietro.
<Lo so!>
Passeggiamo lungo la riva, a volte un'onda più lunga ci costringe ad allontanarci in punta di piedi per non bagnare le scarpe.
<Questo è uno dei miei posti preferiti al mondo> dico sospirando, guardando l'orizzonte.
Intreccia le sue dita alle mie, mi ascolta con attenzione.
<Quando eravamo piccoli, io Paul e Connor scendavamo spesso qui a giocare, laggiù c'era un piccolo capanno di legno, facevamo finta che fosse la nostra nave, e noi eravamo i pirati, ogni volta ci inventavamo nuove storie...>
<Non c'è più nessun capanno!> osserva.
<No, è stato demolito qualche anno fa, cadeva a pezzi, il legno era corroso dalla salsedine, era pericolante. A noi piaceva chiuderci la dentro quando pioveva, era tutto più avventuroso quando il mare era in burrasca, sembrava davvero di essere in mezzo all'acqua, le onde arrivavano fino all'entrata!>
<Mi ricorda un po' la sera in cui ci siamo conosciuti!>
<Si, quel pomeriggio l'idea era la stessa, andare al capanno di papà per godermi la tempesta e rivivere questi ricordi così lontani...>
Si ferma e mi attira verso di lui.
<Ho avuto una vita piena finora Imogen, ho vissuto momenti che saranno per sempre impressi nella mia memoria, e quella sera è uno di questi...>
<Dai, non vorrai paragonare qualche ora in mia compagnia al tuo successo come artista, come gruppo, a tutti i premi vinti, a tutti i tuoi traguardi!>
Aggrotta le sopracciglia.
<È diverso>
<Lo credo bene!>
Mi mette le mani a coppa sul viso e mi bacia.
<È diverso ma non meno importante...da quando ti ho conosciuto le mie priorità non sono più le stesse, a volte mi sento perso, il bisogno di vederti è così intenso che non mi riconosco, è tutto nuovo per me...>
Il vento gli porta i capelli sugli occhi, glieli sposto delicatamente.
Lui infila le mani nelle tasche posteriori dei miei jeans e si struscia contro di me.
<Cosa stai facendo?> rido.
Avvicina la bocca al mio orecchio dicendo:
<Ti voglio...ti voglio talmente tanto che mi sembra di impazzire!>
Mi bacia il collo, poi le labbra sono sulle mie, mi morde il labbro inferiore e nel mentre preme la mia mano sul suo inguine, per farmi sentire che è sincero e che il desiderio è palese.
<Smettila!> allontano la mano <avevi detto di avere disciplina e di saper gestire la cosa!>
<Era una cazzata!>
Scoppiamo a ridere, poi mi afferra per i capelli e mi bacia con trasporto.
<Andiamo in fondo alla spiaggia, laggiù ci sono della cavità nella roccia...voglio toccarti...>
<Ma sei pazzo? Vuoi farlo qui? Qualcuno potrebbe vederci, in inverno è pieno di persone che portano i cani a passeggiare!>
Mi lecca il collo.
<Allora inizia a correre su per la collina, vediamo chi fa prima a tornare a casa...ti prego Imogen!>
Appoggia la fronte alla mia, le sue ciglia mi fanno il solletico.
<Se facciamo questo passo poi sarà ancora più difficile dirci addio domenica...> gli dico.
<Lo abbiamo già fatto questo passo Imo....e se era per te mi avresti tolto i vestiti già ieri in hotel!>
Rido
<È vero, ma effettivamente c'è una logica in quello che hai detto tu!>
<No, non ascoltarmi, non sapevo quello che dicevo, volevo sembrare un bravo ragazzo, ma non lo sono, non fino a questo punto!>
Come posso dirgli di no, quando il bisogno di lui è così forte, negarci quello che potrebbe esserci fra noi sembra una vera e propria punizione e lui non la merita, mi ritrovo a pensare le stesse cose che ho pensato appena l'ho conosciuto, decido di vivere il momento e di lasciare a dopo i problemi.
<Dammi due minuti di vantaggio per la salita, non sono allenata...>
Poi inizio a correre.
Mi giro a guardarlo, sta camminando seguendo i miei passi.
Non ho già più fiato, correre sulla sabbia è faticoso, se ci aggiungiamo la collina è un suicidio, ma continuo a salire, ho il fiatone, ad un tratto mi sento afferrare per la vita.
<Ah!> grido.
<Vieni, ti aiuto!>
Mi prende per mano e mi fa strada.
Arriviamo al cottage accaldati, apriamo il cancello e corriamo verso l'entrata, davanti alla porta mi afferra e mi bacia, con le labbra sulle mie dice:
<Pensa se ci fosse ancora la signora Finch! Chissà cosa direbbe vedendo che stai per farti tuo cugino!>
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SOLE DENTRO
Literatura FemininaJ-Hope talentuoso membro del famoso gruppo dei BTS, ballerino eccezionale che con la sola forza di volontà ha raggiunto traguardi inimmaginabili, si ritrova a dover lottare contro un destino difficile per conquistare quello che desidera di più al m...