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Il mio nome sussurrato all'orecchio da Hobi mi strappa da un sonno profondo, non so quanto ho dormito ma fuori il sole è completamente sorto.
Mi stropiccio le palpebre e allungo le gambe, sono sempre su un fianco, nella posizione in cui mi sono addormentata ieri sera, ero talmente stanca che molto probabilmente non mi sono mossa.
Hobi mi sta abbracciando e sta dandomi dei piccoli baci sulla spalla.
<Che ore sono? È tardi?> non ho il cellulare vicino.
<Sshh>
Le sue mani si infilano sotto la maglia del mio pigiama, mi accarezza la pancia e poi scende un po' più giù, mi accorgo che qualcosa di rigido sta' premendo contro le mie gambe.
Oh, santo cielo!
<Co... cosa fai?> chiedo.
<Sshh>
Con le dita scosta l'elastico dei pantaloni e si infila sotto, il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
Mi accarezza le natiche, poi si fa spazio fra le mie gambe.
<Ho.. Hobi? Avevamo detto che non avremmo fatto nulla di tutto questo...>
<Mmmm, infatti non faremo niente, ma la mattina in cui siamo partiti dalla casa in montagna avrei voluto fare una cosa e non ce n'è stato il tempo, quindi la faccio ora...>
La sua mano è sotto al mio intimo, sento il mio respiro tradirmi e diventare veloce, la sua bocca è vicina al mio orecchio e sussurra:
<Girati verso di me, voglio toccarti>
Faccio come mi ha detto, lo guardo in viso in cerca di rassicurazioni, ha gli occhi gonfi ed è assonnato, è adorabile ai limiti del consentito.
Lui però tiene le palpebre socchiuse come se stesse assaporando qualcosa di buono, non è la prima volta che siamo in intimità, ma è come se lo fosse, mi sento indifesa e vulnerabile, mi ha toccato così solo quella volta al capanno, e da allora sono cambiate molte cose.
Mi invita ad aprire le gambe e comincia ad accarezzarmi, mi sto' sciogliendo, temo seriamente di generare una pozzanghera sul letto...le sue dita lunghe scivolano dentro di me, e poi escono, entrano ed escono, mi sfiora dove sono più sensibile.
Mi aggrappo con le mani alla maglia del suo pigiama, sono accaldata, provo a toccarlo come lui sta facendo con me, ma allontana l'inguine dal mio palmo.
<No Imogen, è il tuo turno ora, tieni le mani a posto!> dice scherzando, ma neanche troppo.
È una tortura, una dolcissima tortura.
Alza la mia maglia e scopre il seno, con la lingua inizia a tormentarne la punta, lo lecca e lo morde piano. Sto impazzendo.
<Hobi...oh.... Hobi....>
Con le dita mi riempie, non ce la faccio più, mi metto le mani sul viso, sento il mio piacere pulsare e crescere sempre più finché non soffoco un grido.
Lo vedo alzare le sopracciglia e fare un'espressione soddisfatta , poi mi sistema il pigiama e mi osserva sorridendo.
Aspetto che il battito torni regolare e spero possa passare il terribile imbarazzo che sto provando per quello che è appena successo.
<Questo è giocare scorrettamente Hoseok!>
Lui sghignazza.
<Lo so!>
<Mi sento in colpa per moltissime cose ultimamente, nei tuoi confronti soprattutto, se poi ci aggiungi anche questo e cioè che tu puoi pensare alle mie necessità ed io non posso pensare alle tue...>
Credo di essere arrossita.
<Ci penserai a me, vedrai che arriverà anche quel momento> mi dà un piccolo bacio sulla fronte <la nostra storia Imo è iniziata al contrario, è stato istintivo e bellissimo ma...voglio assaporare l'attesa!>
<Ti piace soffrire quindi!>
<Sono abituato a soffrire, più di quanto immagini!>
Sbuffo e cambio discorso.
<Ti sei riposato? Sei riuscito a dormire?>
<Si! Devo ammettere che questa casetta è confortevole... adesso però avrei bisogno di un bel caffè!>
<Ok, allora facciamo così: ti lascio la precedenza in bagno, ci prepariamo e diamo inizio al nostro weekend!>
<Ci sto!> si alza con un salto, fa un piccolo passo di danza che mi strappa un sorriso e cominciamo la giornata.
Usciamo di casa a mezzogiorno passato, Hobi ha indossato un cappello di lana calato sugli occhi e tiene la sciarpa a coprire quasi tutto il viso, in pieno giorno nel centro di Londra essere riconosciuti è facilissimo e per lui sarebbe davvero un problema senza nessuno del suo staff a tutelarlo.
Andiamo a piedi allo Starbucks più vicino per prendere il suo iced coffee ed io faccio tappa da Laduree per prendermi un the ed una scatola di macarons da mangiare mentre guido, li adoro, so che sono costosi e un po' frivoli, ma ogni tanto me li concedo.
Non perdiamo più tempo del necessario e torniamo verso casa per recuperare la mia auto che è parcheggiata lungo la via.
Appena Hobi vede la mia Mini Cooper rossa scoppia a ridere.
<È confermato che ti piace vivere nei piccoli spazi!>
<Sapevo che avresti avuto da ridire! Mi dispiace non sia il veicolo bello ed elegante al quale sei abituato, ma è veloce, maneggevole e c'è lo spazio che serve!>
Lui alza le sopracciglia ma non ribatte, carichiamo i bagagli e partiamo.
<Ti fidi della mia guida?> chiedo scherzando.
<Non ho scelta! Non sono capace a guidare al contrario....mi gira già la testa!>
<Avremo un'ora e mezza di viaggio,se devi vomitare dimmelo prima così mi fermo...> infila la mano sotto al mio piumino e mi dà un pizzicotto su un fianco <ahia!>
Mi dirigo verso la periferia est di Londra per prendere la M20, lui si mette comodo, si toglie il cappello, il giubbotto e sorseggia il suo caffè.
<Posso sapere dove mi porti oppure è una sorpresa fino alla fine?>
<Siamo diretti nel Sussex, sulla Manica, ti porto in un posto dove ho vissuto momenti felici e al quale sono molto affezionata!>
<Cioè?>
<È un paese...si chiama Rye, ci vivono poche anime, credo tu possa essere al sicuro là, l'età media è abbastanza alta, non ne sono certissima ma non penso che il K-pop sia molto ascoltato....almeno lo spero...>
<Ci andavi da piccola?>
<Si, perché ci vivono i miei nonni, staremo a casa loro!>
Hobi si gira di scatto verso di me.
<Staremo a casa dei tuoi nonni?>
Scoppio a ridere.
<Si ma non ti agitare, avremo la casa tutta per noi, loro non ci sono, sono in crociera e torneranno la prossima settimana!>
Imbocco l'autostrada in direzione Maidstone, è venerdì ma il traffico è abbastanza scorrevole.
<Come si chiama tua nonna Imogen?>
<La chiamiamo tutti Mina, ma il suo vero nome è Mi-Cha>
<Non è mai voluta tornare al suo paese? Non ha parenti in Corea?>
<È figlia unica, i miei bisnonni non ci sono più, non ha mai ricordato nessun cugino, o almeno nessuno ancora in vita...>
Rimane in silenzio, è molto pensieroso, vorrei chiedergli cosa lo affligge, ma ho paura della risposta.
Domenica pomeriggio devo accompagnarlo a Heathrow per il volo di rientro, dopodiché c'è il vuoto.
Non so francamente come lui possa vederci del buono in quello che stiamo combinando, non gliene faccio una colpa, siamo entrambi complici e a conoscenza di cosa stiamo andando incontro, cerchiamo di vivere ogni istante, ma quando arriverà il conto da pagare sarà dura.
<Hobi, ieri per me è stata una giornata davvero difficile, ho concluso un capitolo davvero complicato e triste, ma voglio iniziarne un'altro, voglio rassicurarti, sento che sto guarendo, in parte anche grazie a te...e quando penso a quell'episodio ora fa male ma è sopportabile....ecco...vorrei che ti sentissi libero di essere e di fare quello che ti senti con me, che non fossi frenato...>
Mi accarezza un ginocchio.
<È bello sentirtelo dire.... quando dici che è iniziato un nuovo capitolo cosa intendi?>
<Beh che voglio riprendere in mano la mia vita, voglio reagire, tornare a fare quello che amo, inizierò una nuova specializzazione per i miei studi, mi chiuderò ancora in biblioteca!>
<Ah>
La sua reazione è strana.
<Perché questa esclamazione?> gli chiedo.
<No, è solo che devo parlarti di una cosa, ma non è il momento giusto...>
<Puoi dirmi tutto, abbiamo tempo, manca ancora una mezz'oretta!>
Scrolla la testa.
<No, non adesso!>
Così lascio cadere il discorso, parliamo di altro, mi chiede di me dei miei fratelli, se andavamo d'accordo da piccoli, a cosa giocavamo, io gli racconto di quanto mi facevano arrabbiare, dei loro dispetti, di tutti i litigi.
Arriviamo a Rye nel primo pomeriggio, attraverso il centro abitato e mi dirigo verso la costa.
Fermo l'auto davanti alla nostra destinazione ed aspetto una sua reazione.
Lui guarda fuori, poi guarda me, poi ancora fuori.
<Imogen? È questa la casa dei tuoi nonni?>
<Si, è un cottage!>
<Ma...il tetto è di paglia...sembra finta!>
<Non lo è, vedrai che ti piacerà!>
<Credevo di avere visto tutto, ho viaggiato in lungo e in largo...ma questo mi mancava!>
Lui è un ragazzo estremamente moderno e cool, immagino non sia molto nelle sue corde tutto quello che è antico...ma fa parte di me, voglio fargli conoscere un po' del mio mondo.
<Benvenuto nella mia infanzia Hobi!>

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