Ammetto di avere un problema e di non sapere bene come risolverlo.
Circa un anno fa ho deciso di lasciare la casa dove ho sempre vissuto con la mia famiglia a Kensington e di trasferirmi in un piccolissimo appartamento ricavato da una villetta vittoriana a Covent Garden.
Al piano terra c'è un piccolo negozio che vende articoli per la pittura e per le belle arti in generale e al primo piano ci vivo io, la ristrutturazione ha mantenuto il più possibile i dettagli originali, perciò cammino su un parquet d'epoca meraviglioso ed ho un piccolo camino in camera da letto.
Adoro il mio appartamento, è piccolo e confortevole.
Ma c'è comunque un problema.
Quando ho traslocato ho deciso di portare con me Fleur, la mia gatta di 10 anni, mia madre non era assolutamente d'accordo, ma sono stata irremovibile.
Peccato che Fleur si comporti bene e mi faccia compagnia gran parte del tempo, ma che mi combini i peggiori disastri quando non sono a casa.
Quasi ogni volta che esco, al mio rientro trovo una bolla di pipì sul tappeto del soggiorno, ed è un chiaro segnale di sfida, visto che normalmente i bisogni li fa nella sua cassetta!
Questa sera non sarò a casa e devo provare un'altra strategia per monitorare Fleur che mi è stata consigliata da uno specialista comportamentale felino.
Sto finendo di truccarmi, devo raggiungere Benedict ad una serata organizzata nel club privato di proprietà di mio padre che si trova a Greenwich.
Ben è un PR, dietro moltissimi eventi mondani in UK c'è la sua firma, ha conoscenze in ogni ambito, ed a sua volta è conosciuto da moltissimi personaggi della moda, dello spettacolo, della politica, fino ad arrivare alla casa Reale.
Questa sera sarà presente la stampa, Kristal mi ha prestato un abito per l'occasione, è un po' stile anni '20, dorato, con le spalline strette, cortissimo ed interamente ricoperto di piume.
Siamo a fine ottobre, è una serata umida e nebbiosa, prendo un taxi per arrivare a destinazione e, quando arrivo, mi dirigo all'entrata posteriore, dove non può entrare nessuno se non gli addetti ai lavori.
Il locale all'interno è già affollato, è tutto un insieme di luci soffuse, folti tappeti e tende voluminose.
Mi dirigo al bar ma due braccia mi afferrano da dietro prima che possa arrivarci.
<Hai deciso di travestirti da gallina stasera?>
Ben.
<Il vestito è di Kiki, non è mio!>
<Non avevo dubbi!>
Ci abbracciamo, un fotografo immortala la scena e già mi immagino i titoli che spunteranno quando le foto saranno pubblicate, verremo etichettati per l'ennesima volta come una coppia, ma non lo siamo mai stati e mai lo saremo.
Non che Ben non sia affascinante, anzi, assomiglia molto a Jude Law quando era giovane e bello, è un dandy inglese fatto e finito: biondo, alto e filiforme, con quell'aria da sciupafemmine appiccicata addosso.
Ammetto che ci fu un tentativo di seduzione da parte sua tanti anni fa, provammo a fare diventare la nostra amicizia qualcosa di più....di più intimo diciamo, ma fu un disastro, ridemmo tutto il tempo, ci conosciamo troppo bene, siamo come fratelli e va bene così.
Un invitato passando vicino a noi mi urta inavvertitamente la spalla, si gira per scusarsi e il cuore mi salta un battito.
Si tratta di un ragazzo con gli occhi affilati, a mandorla, non assomiglia per nulla a Jay ma in un attimo i ricordi tornano a galla.
Mi gira la testa.
Mi sono imposta di prendere quelle sei ore trascorse in sua compagnia e di chiuderle sottochiave in un angolo recondito dentro di me.
Non voglio soffrire, sarebbe inutile e dannoso, ma non so bene come gestire quei ricordi, soprattutto quando fanno capolino nei momenti più inaspettati.
<Imo? Tutto ok? Sei sbiancata, hai visto un fantasma?> esclama Ben.
<No, ho solo ricordato una cosa che credevo di aver dimenticato!>
Mi mette un braccio sulle spalle e mi guida al bancone del bar.
<Vieni, beviamo qualcosa, ne avrai bisogno quando ti dirò chi c'è qui stasera!>
Ordiniamo un cocktail con gin, strani aromi ed assenzio.
<Imogen!> sento chiamare.
Riconosco la voce, maledizione, me ne servirà un'altro di questo intruglio alcolico, vista la piega che sta prendendo la serata.
Ben si sente colpevole e velocemente mi informa:
<Scusa tesoro, avrei voluto evitare, ma purtroppo non ho sempre carta bianca per quanto riguarda la lista degli invitati!>
<Imogen? Stai cercando di evitarmi?>
Andrew si è avvicinato, mi affianca e mi afferra la vita con fare possessivo, Ben alza gli occhi al cielo e ci lascia soli.
<Ciao Andy> allontano educatamente il suo braccio dai miei fianchi, lo guardo in viso e, come sempre, noto la sua aria stanca, sciupata.
I capelli scuri sono corti e ordinati, ma gli occhi azzurro chiaro sono lucidi e slavati, deve aver bevuto un po' più del dovuto.
<Smettila di fare la preziosa, vieni dai, facciamo una foto assieme!> e mi prende per mano invitandomi a seguirlo.
Lo trattengo.
<Andy ascolta, non è un problema se veniamo visti assieme, il problema è quello che tu speri di ottenere.
Non ci vediamo da mesi, lascia perdere, non sfruttare la nostra relazione finita per un po' di visibilità!>
<La nostra relazione finita? Ma quanto sei stronza!>
<No, sono realista e dovresti esserlo anche tu?>
<Te la fai con Benedict? Vi ho visto prima quando eravate abbracciati, è per colpa sua che non vuoi più vedermi?>
<Stai scherzando spero! Ben non ha colpe, e lo sai benissimo che non c'è nulla tra noi, credevo ci fossimo chiariti ma vedo che non è così!>
<Vaffanculo Imo!>
<Gesù quanto sei infantile Andrew, io sono disposta a parlarne ancora se ti serve per accettarlo, ma lo faremo quando sarai sobrio e mi porterai rispetto!>mi giro per andarmene.
Lui si scola in un solo sorso quello che ha nel bicchiere e mi urla dietro:
<Non finisce qui!>
Quando dico che attorno ho un campo minato intendevo proprio questo, due anni fa ho completamente sbagliato le valutazioni su Andrew, ed ora il gioco ha preso una piega difficile, sarebbe bello poter cancellare tutto ed iniziare da capo, ma non è possibile.
Cerco Ben e lo trovo intento ad intrattenere due splendide ragazze.
<Ben io vado a casa, ci sentiamo!> gli dico all'orecchio.
<No aspetta! Vengo con te!> salutiamo diversi invitati di nostra conoscenza poi mi segue fuori.
<Non è da te lasciare le feste così presto!> scherzo.
Fa un gesto noncurante con la mano.
<Ah, domani sera ho una presentazione, ieri ero ad un altro evento e giovedì ne avrò un'altro ancora, sono a pezzi tesoro!>
Mi accompagna con la sua auto fino casa, sono le due del mattino, il mercato di Covent Garden è già in fermento per l'indomani, è una zona di Londra che non dorme mai.
Ci salutiamo con la promessa di ritagliarci una serata solo per noi.
Salgo le scale ed entro in casa, mi tolgo scarpe e cappotto, sto per entrare in bagno quando qualcuno suona il campanello.
Ben deve aver dimenticato qualcosa.
Ma quando apro la porta è Andy che mi trovo davanti, mi spinge dentro ed entra a sua volta.
<Cosa ci fai qui?> chiedo allarmata.
<Volevo vedere se prima mi hai detto la verità, ti ho vista andare via con quel puttaniere e vi ho seguito!>
<Ma sei pazzo? Mi ha solo dato un passaggio!> questo dovermi giustificare mi infastidisce in modo indicibile.
<Allora se non frequenti nessuno possiamo riprovare noi due....>
Si liscia i capelli all'indietro, si toglie la giacca e la tira sulla sedia dove era stesa Fleur, che balza a terra e si dirige offesa in camera da letto.
Il mio istinto mi sta dicendo di stare calma e di provocarlo il meno possibile.
<Andy ascoltami, è tardi, vai a casa, possiamo vederci per parlare, anche domani se vuoi....>
<Parliamo adesso!>si avvicina, mi accarezza la spalla e continua:
<Ma lo sai quanto sei sexy con questo vestito? Eri la più bella stasera....sei sempre la più bella....> sussurra socchiudendo gli occhi.
Tenta di baciarmi attirandomi verso di lui, ma lo respingo.
<Non è così che risolveremo la situazione, smettila Andy!>
<Oh si invece! Penso di doverti ricordare chi comanda!> esclama con tono calmo, troppo calmo.
Afferra il mio mento per tenermi ferma e potermi baciare, lo allontano schiaffeggiandogli il braccio e me ne pento subito perché vedo che si sta infuriando.
<Smettila ti ho detto!>
Sogghigna.
<Quello che mi piace di te Imogen è che sei difficile da domare, ma quando poi ti lasci andare sei irresistibile....>
Mi spinge con forza sul divano, provo a respingerlo ma non ce la faccio, Andrew è alto 1,90 ed è muscoloso, è impossibile spostarlo.
Si siede sulle mie gambe nude, il vestito si è alzato, sono completamente esposta, inizia a sbottonarsi la camicia, mi bacia il collo tenendomi ferme le braccia, mi sta facendo male, le sue dita sono come tenaglie.
Scalcio con le gambe, provo a muovere il bacino, niente, lui mi bacia, con la testa provo a girarmi per evitare il contatto ma mi blocca, ci scontriamo, i denti mi feriscono il labbro, sento il sapore del sangue sulla lingua.
Nella mia mente è come se tutto stesse accadendo a rallentatore, ma mi rendo conto che invece è tutto velocissimo.
Con una mano mi tiene fermi i polsi sopra la testa, con l'altra si slaccia i pantaloni.
No, no, non voglio. No.
Si alza e cerca di sfilarmi l'intimo, fa una fatica immane perché mi sto dimenando come un anguilla, ma alla fine riesce nell'intento.
Una spallina dell'abito si è rotta l'altra è scesa, sono praticamente nuda, vorrei non mi guardasse, vorrei potermi coprire, ma non posso muovermi, mi fanno male tutti i muscoli del corpo.
Vorrei piangere ma le lacrime non arrivano.
Non posso credere che stia succedendo realmente.
<Non lo fare Andrew, non lo fare, ti prego, non lo fare!>
Ma ormai ha passato il limite.
Entra dentro di me con prepotenza, è un dolore fortissimo, si muove velocemente, sento un bruciore tremendo.
<Sei uno schifoso bastardo!>
urlo.
Lui non dice una parola, e continua a muoversi, nel momento in cui sta per raggiungere il culmine però allenta un po' la presa sui miei polsi, libero una mano ed afferro il vaso di cristallo che si trova sopra al tavolino dietro di me.
Non so come ma riesco a sbatterglielo sul viso, ed immediatamente si porta entrambe le mani a coppa sulla faccia.
Urla.
Vedo del sangue colare attraverso le sue dita, sgocciola sul vestito e sul mio seno nudo.
<Mi hai rotto il naso!> esclama incredulo.
Si alza, si fissa i palmi sporchi di rosso, si abbottona con mani tremanti i pantaloni poi mi tira uno schiaffone fortissimo sulla guancia.
Ormai non sento più niente, il vaso che tenevo stretto in mano mi scivola a terra e si frantuma.
Afferro una parte appuntita ferendomi il palmo e gliela mostro.
<Se provi ad avvicinarti ancora giuro che te lo pianto nel collo!>
Andrew continua a tenersi una mano sul naso sanguinante e, non contento di avermi ferito in ogni modo possibile esclama:
<Sei una puttana, non ho bisogno di avvicinarmi, ho già preso tutto quello che volevo> afferra la giacca e se ne va senza neanche chiudere la porta.

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SOLE DENTRO
Chick-LitJ-Hope talentuoso membro del famoso gruppo dei BTS, ballerino eccezionale che con la sola forza di volontà ha raggiunto traguardi inimmaginabili, si ritrova a dover lottare contro un destino difficile per conquistare quello che desidera di più al m...