A mio nonno, Gino. Da sempre e per sempre
il mio fan numero uno.Vi invito a leggere la nota a fine capitolo, ma nel mentre...buona lettura🤍
Non è la prima vacanza che faccio qui, alle Maldive.
La prima volta che arrivai qui, in questo paradiso terrestre, avevo circa 11 anni. Mia madre ama questo tipo di vacanze e per il decimo anniversario di matrimonio dei miei genitori, mio padre, ha deciso di riportarci qui.
Onestante amo anche io trascorrere le vacanze invernali in mete calde e tropicali, sopratutto se sono le Maldive.
Se mio padre potesse entrare nella mia testa in questo momento mi direbbe "sei identica a tua madre"
Sono partita da casa circa 18h fa, era il primo gennaio ancora. Il che vuol dire che mi sono solo sognata il festino di capodanno che Simon e Cristian avevano organizzato. Hanno pregato mia madre fino all'ultimo chiedendole di lasciarmi andare ma sfortunatamente lei è stata irremovibile.
Forse alla fine è stato meglio così, sarà per l'anno prossimo.
Le ore di attesa in aereo porto mi hanno sfinito, per non parlare del volo di 10 ore sul quale non sono riuscita a trovare una posizione comoda per dormire. O meglio, c'ero finalmente riuscita, peccato che mancassero 40 minuti all'atterraggio.
Quando finalmente siamo atterrati a Male e siamo usciti dall'aereoporto, il sole, il caldo e il mare mi sembravano un miraggio. Ora non restava che raggiungere l'isola.
Ho dormito 40 minuti su quella maledetta barchetta che ora sono talmente stordita che non capisco se è per il volo o per il pisolino.
Mio padre ha già preso fuori il telefono dalla tasca per scattare centinaia foto che finiremo per mandare sul gruppo di famiglia solo per far rosicare tutti.
Non faccio in tempo a fare un tuffo nei miei pensieri che una ragazza che lavora nel resort mi infila una collana fatta di foglie e di fiori di qualche pianta tropicale.
Sorrido entusiasta e la ringrazio.Nell'attesa che le nostre valigie vengano scaricate, io controllo che effettivamente il mio bagaglio sia in mezzo agli altri, sperando che durante il viaggio in barca, non sia caduto nel fondo dell'oceano portando con se tutti i miei mille vestiti e libri che mi sono portata dietro.
Il controllo dei documenti è la parte più noiosa, perciò mi limito a stare zitta e a darmi un'occhiata intorno
<Che figata, ci sono le navette! > urlo come una scema nell'esatto momento in cui vedo una serie di macchinine, simili a delle golf car, aspettarci poco lontano dalla reception.
<le ho viste> risponde mia madre svogliata, in preda ad un attacco di calore.
Mio padre ride e continua a fare foto anche a una qualsiasi foglia caduta in terra.
Finalmente saliamo sulla nostra navetta, che ci stava aspettando per portarci in stanza.
Il nostro numero di camera è 814.Quando il pilota della navetta si ferma davanti alla stanza io e i miei genitori, non possiamo fare a meno di contorcere i muscoli facciali in un'espressione al quanto confusa.
<sicuri che sia questa?> domando a mia madre, che sembra più stupita di me.
<il numero è corretto> risponde sbrigativa. Poi prende subito fuori e telefono e prende a controllare le email.La camera davanti a cui ci eravamo fermati era una villa di terra con una piccola spiaggia privata sul retro, un bagno esterno ed un patio davvero grazioso. Il problema? Ero convinta che i miei avessero prenotato una water villa con piscina. Ed a quanto pare ne erano convinti pure loro.
STAI LEGGENDO
twelve days are not enough for us
Romanzi rosa / ChickLitHelena ha 16 anni, una grande passione per la lettura, suona la chitarra e sogna una relazione come quella dei libri romance che legge. La nostra protagonista è appena arrivata su un'isola delle Maldive per il decimo anniversario di matrimonio dei s...