HELENA'S POV
La mattina arriva troppo velocemente. Non sono pronta a tornare nel mondo reale.
Questa notte ho fatto un sogno assolutamente straziante.
Aron stava partendo, ma prima di salire sulla barca si era fermato per regalarmi un anello a forma di cuore. La fascia era larga e nel mezzo c'era un cuore vuoto, colorato all'interno dal colore della mia pelle. A contornarne la forma una fila di piccole perle lucenti.
Me lo aveva lasciato in mano, guardandomi in silenzio, per poi girarmi le spalle e andarsene.
Questo dovrebbe essere il destino che si prende gioco di me?
Potrebbe, ma comunque sia mi guardo la mano sinistra e non vedo nessun anello al dito, perciò tanto vale alzarmi da letto e affrontare la giornata.
In realtà vorrei tirarmi su le coperte fino ai capelli e scappare dalle mie emozioni tornando tra le braccia di Morfeo, ma la fine della vacanza si avvicina e non voglio perdermi nemmeno un'istante.
Allora costringo me stessa a scoprirmi e andare in bagno.
Come previsto, non appena alzata da letto, mio padre, già operativo da qualche minuto, é venuto a darmi il buongiorno e abbracciarmi.
<Ti senti meglio piccola mia?>
No
<Si>
Lui mi guarda e so che vorrebbe darmi della bugiarda, perché infondo è quello che sono, ma non mi aiuterebbe e questo lo sa, perciò si limita a sorridere e spingermi verso il bagno.
Quando mi chiudo la porta alle spalle tiro un sospiro di sollievo fin troppo teatrale.
Pensavo di essere scappata dal pericolo, invece mi sbagliavo.
<Buongiorno> pronuncia la voce soffice di mamma.
Il suo tono accorto e amorevole mi fa capire che la giornata sarà lunga.
<Buongiorno> rispondo con un sorriso.
Se sono la prima a ignorare il problema così faranno anche gli altri. O almeno spero.
Mamma si avvicina a me e mi sistema i capelli disordinati.
<Stai megl...>
<Ho dormito bene, grazie. Tu?>
Mamma esita per un secondo, senza parole.
<Anche io grazie, anche se avrei voluto tenere l'aria condizionata accesa>
Apprezzo la collaborazione, e devo ammettere che non mi aspettavo me la sarei cavata così facilmente.
<Non dirlo a me> mi limito a rispondere. E poi non parliamo più.
Ho deciso di consolarmi con il cibo.
Ho fatto avanti e indietro dal buffet più volte di quanto lo abbia fatto papà, il che la dice lunga.
Ingurgito una ciambella dopo l'altro, cercando di ignorare la pelle che spinge contro il bottone degli shorts. È una sensazione che ho sempre odiato, ma fa meno male del mio cuore in procinto di spezzarsi.
Mamma mi guarda da sotto le ciglia con un sopracciglio inarcato, ma non proferisce parola.
Di Carl non c'è traccia, il che è un bene, perché ho la sensazione che sia arrabbiato con me e non voglio assolutamente sentirmi peggio di come sto.
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twelve days are not enough for us
ЧиклитHelena ha 16 anni, una grande passione per la lettura, suona la chitarra e sogna una relazione come quella dei libri romance che legge. La nostra protagonista è appena arrivata su un'isola delle Maldive per il decimo anniversario di matrimonio dei s...
