Canoe

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<Come dovrei usare questo coso?> chiedo a mio padre mentre armeggio con il remo della canoa.
<muovilo a destra e a sinistra facendo leva sull'acqua nella direzione in cui devi muoverti> spiega lui, quasi urlando, mentre gira intorno con la sua.

Inizio a fare come mi ha detto e l'unico risultato che ottengo è un minuscolo movimento verso sinistra. Sono salita su una canoa prima di adesso ma non ero certo io che la facevo andare. E si vede.

Rido, prendendomi in giro da sola, mentre cerco di puntare la barca nella stessa direzione di quella di mia madre.

<dai che ce la fai!> mi sprona mamma con un tono simile al mio vecchio maestro di tennis.
Quando finalmente riesco a far andare la canoa nella direzione giusta tiro un urletto di gioia.

<Helena!> ho appena tamponato mia mamma.
<scusa> mi affretto a scusarmi. <muoviti però, finalmente ho capito come farla andare> la incito prima che il mio cervello resetti quello che ho imparato a fare fin ora.

<sì vado vado> mia madre inizia a muovere il remo e la barca inizia ad andare in contro a quella di mio padre, che si trovava poco più lontano.
<finalmente> dice sollevato mio padre. A quanto pare non aveva molta fiducia nelle mie capacità da pilota.

<scusate> richiamo l'attenzione dei miei genitori <ora dove andiamo?> mi sembra una domanda più che lecita la mia.

<raggiungiamo l'isola che vedi là> senza guardare indietro mia madre mi indica con il dito l'isola di fronte a noi.
<è quella per soli adulti?> chiedo.

Il resort si espandeva su tre differenti isole collegate tra loro tramite dei ponti.
Quella dove é la nostra camera, il bar, e la reception, è quella più grande; nonché la principale.
Quella dov'è si trovava il ristorante e la spiaggia dove passavamo la mattina invece è un'altra isola. A piedi, dalla nostra camera, il ristorante, che si trova al centro di esse, dista circa 7 minuti.
L'ultima isola è infine quella più nuova, ed è per soli adulti. Ci sono alcuni comfort che sulle altre due isole mancano, come il bar intero alla piscina e una specie di spiaggia con dei lettini più belli e più comodi degli altri. Da quello che ho capito leggendo sul sito ci sono anche delle altalene e delle camera private per delle notti d'amore.
Credo che anche non potendoci andare vivrò lo stesso.

<fino là?> mi lamento <non faccio palestra come mamma io, ho le braccia deboli.>
<ma falla finita> mi zittisce mia madre in tono ironico.
<un po' di esercizio di fa bene, leggi solo> urla mio padre da davanti alla fila indiana di canoe che si era creata.

<guarda che sfogliare le pagine è faticoso> difendo in mio hobby a testa alta.
<rema e stai zitta> mi radugnisce papà.
In tutta risposta sbuffo e nella mia testa lo mando a 'fanculo

<perché siamo arrivati fin qui se tanto io non posso nemmeno scendere per vederla?>
La mia canoa ha appena toccato la sabbia dell'isola.
<perché noi vogliamo vederla.> il sorriso finto di mia madre mi fa venire i nervi.
<quindi io che faccio? I castelli di sabbia?!> il mio sarcasmo fa ridere mio padre.
<sarebbe bello, come quando avevi 6 anni> mi guarda con un pizzico di nostalgia negli occhi.

<ultime notizie, ultime notizie! non ho più sei anni> chiudo la mano a mo di microfono e me la metto vicino alla bocca mentre parlo.
Mio padre ride e si avvicina a me. Quando sporge una mano per accarezzarmi la testa la mia espressione diventa un broncio.

<mi avete ingannato> piagnucolo mentre la mano di papà fa su e giù tra i miei capelli.
<ora che sai come si fa puoi tornare indietro> la butta lì lui.
<per forza, se sto ferma qui sotto al sole finirà che quando tornerete per me sarò un'ammasso di cenere> borbotto

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora