HELENA'S POV
<Mi sembra che ieri sera tu ti sia divertita molto>
Addento la mia solita ciambella al cioccolato mentre ascolto mia madre mettere in tavola una supposizione un po' troppo pericolosa.
<Sì> rispondo in maniera vaga.
<Sei tornata in camera presto, come mai non sei rimasta un po' di più?> continua mamma, cercando di fare la disinvolta, ma so che c'è qualcosa dietro tutto questo; la conosco.
<Ero davvero stanca> dico semplicemente.
<Ci credo> controbatte mia madre, cercando di nascondere un sorriso compiaciuto.
Poso aggressivamente la ciambella mezza morsicata sul tavolo, facendo vibrare il bicchiere e attirando così l'attenzione dei nostri vicini.
<Arriva al punto mamma.> sentenzio.
Ho un vaga idea di quale possa essere il punto dove vuole arrivare, e per quanto mi piacerebbe poter evitare questo tipo di conversazione, questo giochetto mi sta innervosendo.
<No no, volevo dire che non ti biasimo, tutti quei baci saranno stati molto stancanti...>
Sento la faccia diventare bordeaux e, per quanto me lo aspettassi, vorrei solo scappare via da qui e buttarmi in mare, sperando che la corrente mi porti lontano.
<Non devi essere imbarazzata Hel, è bello che tu abbia un fidanzato> cerca di consolarmi papà.
<Era anche l'ora> aggiunge sarcastico.
<Io e Aron non siamo fidanzati> dico, cercando di tirare fuori un po' di sicurezza.
<Scusami, è vero che voi adolescenti gestite le vostre relazioni in maniera assurda> borbotta mia madre, <Come lo devo chiamare? Amante?> domanda ironicamente.
<Non chiamarlo proprio, per favore> mugolo, ormai divorata dall'imbarazzo.
<Stasera potresti invitarlo a cenare con noi, così lo conosciamo bene> propone mio padre, eccitato dalla situazione.
Metto le mani avanti <Stasera non invitiamo nessuno da nessuna parte, intesi?>
La risata sfottente di mio padre mi manda giù di testa. Sento che il mio limite di sopportazione è stato altamente superato.
Mi alzo velocemente dal tavolo, scappando verso il buffet nel tentativo di porre fine alla conversazione più imbarazzante che io abbia mai avuto con i miei.
<Se lo vedo in giro glielo chiedo io, se stasera vuole venire a cena con noi> mi urla dietro mia madre, con l'unico scopo di farmi impazzire.
<Gli dico di non uscire dalla sua stanza allora!> grido di rimando, prima di scomparire dalla loro visuale.
Dopo l'imbarazzante conversazione avuta con i miei genitori non sono più tornata alla spiaggia.
A costo di prendermi un'insolazione, ho iniziato a girare per l'isola come una scema.
Non mi piace lasciare questioni o problemi irrisolti, ma certe volte è meglio scappare via e nascondersi fin quando il problema non si arrende e smette di perseguitarti.
La spiaggia in cui vado per vedere il tramonto, di giorno, da un'impressione completamente diversa.
La piscina a sfioro è piena di adulti che si rilassano e sorseggiano cocktails, e in giro per la spiaggia giocano bambini, sorvegliati da genitori cui unica preoccupazione è quella di abbronzarsi.
Non mi va di stare in mezzo alla gente. Vorrei solo trovare un posto tranquillo dove sedermi e godermi il dolce far niente senza essere disturbata, eppure quest'isola sembra stracolma di persone.
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twelve days are not enough for us
Chick-LitHelena ha 16 anni, una grande passione per la lettura, suona la chitarra e sogna una relazione come quella dei libri romance che legge. La nostra protagonista è appena arrivata su un'isola delle Maldive per il decimo anniversario di matrimonio dei s...
