Lacrime di pioggia

194 14 45
                                    



HELENA'S POV

Il tempo, questa mattina, è esattamente come aveva previsto il meteo.

Il cielo è ricoperto da nuvole grigiastre, ogni tanto spunta un raggio di sole, che però dura poco, e la solita brezza calda della mattina si è trasformata in un vero e proprio venticello non proprio caldissimo.

Io e i miei genitori siamo nella solita sala a fare colazione, ma dalle grandi vetrate non entrano raggi di sole, e il mare, solitamente calmo e azzurro, oggi è agitato dieci volte più del solito e più scuro.

Mia madre sbuffa. Il suo umore è a terra a causa del brutto tempo. Non oso immaginare  quando inizierà a piovere.

<domani il meteo mette già di nuovo sole, non c'è bisogno di abbattersi così> cerca di rassicurarla mio padre.
L'unica risposta che ottiene è uno sguardo triste e sconsolato.

<che facciamo oggi se non possiamo nemmeno stare in spiaggia?> domando io.

In realtà a me non importa più di tanto. Potrei stare tutto il pomeriggio sul letto a leggere. Mi alzerei ogni tanto per andare a bere qualche sorso d'acqua, poi tornerei a sedermi con la schiena contro il muro e continuerei a leggere.

Sono giorni che non mi rilasso veramente.

Svegliarsi presto per me è una tortura. Negli ultimi due giorni ho passato davvero tanto tempo con i Lind e la cosa è comunque stancante. In più tutte le mattine sono costretta a rimanere in spiaggia sotto il sole cocente, cosa che davvero mi stende.

Il rumore della pioggia in sottofondo, la musica nelle orecchie e un buon libro, per me, sono il paradiso del relax.

<cosa pensi che potremmo fare Helena? Staremo in camera a troveremo il modo di passare il tempo!> mi lapida mia madre.
Evito di risponderle solo perché potrei peggiorare il suo umore e non mi sembra il caso.

Dopo avermi sistemato per bene, mia madre, si alza furiosa e va a farsi un giro al buffet.

Io e papà la guardiamo senza emettere un fiato, e, solo dopo che si è allontanata abbastanza, mio padre si azzarda a fare una battuta pungente.
<certo che tua madre non è mica a posto> borbotta guardandomi.

Scuoto la testa a destra e sinistra per fare cenno di no.
Lui scoppia in una risata e mi prende la mano.

Mentre papà ne accarezza il dorso, io mi godo la mia ciambella al cioccolato.

<allora> fa per dire papà. Spalanco gli occhi. Conosco bene quali sono le sue intenzioni. Quando vuole farsi un bel sacco di affari miei inizia sempre la conversazione con un "allora" e con il tono innocente.

<risparmiami> tento di fermarlo subito <abbi pietà di me> biascico, lasciando cadere la mia testa sul tavolo.

Papà ridacchia, ma non si da per vinto.

<ieri sera sei tornata in perfetto orario> mi dice.
È stato un miracolo che io sia riuscita ad arrivare in camera estremamente puntuale con tutto quello che è successo ieri sera.

<pensavo steste già dormendo tutti e due> mi lascio sfuggire.
<ti ho sentito rientrare e, mentre ieri in bagno, ho controllato l'orario sul telefono> mi spiega papà.

Annuisco. Fortunatamente sono tornata in tempo.

Quando mi sono struccata, ieri sera, ho tolto tutto il trucco tranne la massa di correttore e cipria sul mio collo.
Sono grata che nessuno lo abbia ancora notato.

<ti sei divertita?> mi domanda mio padre, riscuotendomi dai miei pensieri.
<abbastanza> rispondo con un mezzo sorriso.

Papà annuisce, abbastanza convinto dalla mia risposta.
<la cena com'è andata?> chiede ancora lui.
<tutto bene. È stata piacevole e divertente. E non ho fatto nessuna figuraccia> dico <credo dovreste conoscerli, i genitori intendo> aggiungo poi.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora