Maledetto Harry Styles

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HELENA'S POV

Sono felice di aver incontrato la nonna di Aron, mi ha riportato di buon umore.

Dopo essere venuta a conoscenza dello spiacevole passato amoroso di Carl non sapevo più come riprendermi in modo abbastanza svelto. Sul serio, ci sono rimasta così male che mi sono trattenuta dal piangere. Certe cose non riesco a sopportarle.

Dopo avermi raccontato quello che gli era successo, Carl, aveva deciso di andarsene un po' in camera per cercare di tornare sereno. Io ero invece rimasta lì sulla spiaggia, con la testa piena di pensieri. Ero come immobilizzata, non riuscivo a dire niente. Pensavo solo, avevo la testa piena di parole che non riuscivano a venire fuori.

Nonna Flor è fortunatamente riuscita a riportate la mia bilancia sentimentale al pari.

E poi ho visto Aron, che non per dire, però è sempre un piacere per gli occhi.

Mi sento una brutta persona ad essere subito così felice dopo quello che ho appena sentito. Carl probabilmente avrà il morale a terra, mentre io sono qui tutta sorridente perché ho parlato con quel maledetto biondino.
Però insomma, non sono molte le volte in cui Aron è così sciolto e sorridente.

Quando torno al lettino, i miei genitori sono completamente ignari di quello che è successo poco fa, sia di Carl sia della signora Flor. Quest'ultima non sarà più un segreto a momenti, ma non intendo dire a nessuno quello che il mio amico mi ha confessato.

<ho incontrato la nonna di Aron e Benjamin> annuncio sorridente. Nonna Flor è davvero una bella persona, si vede.
<davvero? È simpatica?> chiede papà.
<molto> mi metto a sedere <lei e Aron stavano facendo una passeggiata> li informo, giusto per dare loro un'idea del contesto.

<sono già andati via?> chiede mamma, senza distogliere lo sguardo dal suo libro.
<sì, è ora di pranzo, quindi suppongo dovessero andare a mangiare> come al solito do una risposta troppo lunga per una domanda corta.

Mamma si limita ad alzare in alto un pollice all'insù.
A quanto pare nessuno di loro ha intenzione di andare a mangiare, perciò mi stendo sul lettino e scrivo un messaggio sul gruppo, quello insieme a Simon e Cristian.

«giuro di non essermi dimenticata di voi. Sono stati giorni pieni»

Le due spunte grigie subito si colorano di blu. Attendo che qualcuno dei due scriva un messaggio.

S: «sono sicura che limonarsi quel biondino tutto il giorno ti tenga piuttosto occupata, ma non così tanto da non scrivere nemmeno un "ciao"»
Roteò gli occhi al cielo sia per la sua squallida battuta, sia per il fatto che probabilmente si sia offeso dal fatto che lì abbia calcolati poco ultimamente.

C: «ma non le piaceva qull'altro? Intendo il fratello del biondo»
Sto per rispondere al messaggio di Simon quando per poco non mi va di traverso la mia stessa saliva.
Benjamin?! Nemmeno in quattordici universi paralleli.

Io: «Dio Cristian non dirlo mai più, nemmeno per scherzo» lo sgrido
C: «va bene, errore mio, scusa» ridacchio alle sue scuse piuttosto strane, ma lui è fatto così,
S: «quindi non hai niente da dirci?»
So che Simon vuole aggiornamenti, perciò procedo con il fare un recapito mentale di tutto quello successo dall'ultima volta che gli ho scritto.

Io: «vi ho già detto delle canoe?» chiedo non riuscendo a ricordare.
S: «si»
C: «si, ci hai chiamato»

Onestamente non ricordo di averlo fatto, ma se lo dicono loro allora va bene.
Potrei raccontarglielo un'altra volta, d'altronde è una bella storia, però sono abbastanza sicura che se lo facessi mi manderebbero a cagare.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora