Gelosia o indifferenza?

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HELENA'S POV

Jasmine gira la testa di scatto e grida <Carl!>
Se non fosse per la situazione lo accoglierei anche io con entusiasmo.

Dalia continua a cercare di parlare con Aron, che le risponde con frasi composte da poco più di 4 parole ed un entusiasmo pari a quello di un morto.

<ehi Hel! Ho visto i tuoi genitori al molo, tu perché non-> Carl si interrompe non appena nota la presenza di Dalia. Si ferma di colpo e rimane a guardala per qualche secondo con le sopracciglia aggrottate.

Anche Dalia nota che è calato il silenzio, perciò si guarda intorno, cercando di capire il perché.

Ancora una volta, tocca a me fare le presentazioni.

Titubante mi avvicino a Dalia e con un cenno gli indico Carl. Lo sguardo di Aron slitta dalla morettina a me. Deglutisco.
<Dalia, lui è Carl, anche lui fa parte del gruppo> dico, rimanendo con lo sguardo fisso su Carl.

Lei rivolge un'ultimo sguardo ad Aron, che ha ancora gli occhi freddi puntati su di me, poi si avvicina a Carl e gli allunga la mano, che lui le stringe.

<piacere> dicono all'unisono.

Rimango a guardare la scena in silenzio, fin quando una presenza si palesa proprio dietro alle mie spalle. Mi viene da pensare che sia Aron, perciò mi volto di fretta, e scopro che dietro di me non c'è chi mi aspettavo. Klara.

<sì?> chiedo, leggermente intimida.
Lei sospira, annusando l'odore dei miei capelli.

<mi accompagni in bagno?> chiede, senza scomporsi troppo.
Rimango stupita, non era quello che mi aspettavo.
<va bene> le dico.

Subito dopo, Lara picchietta un dito sulla spalla di Jasmine, e quando lei si gira la informa del fatto che dobbiamo andare alla toilette.

Le gemelle si scambiano due parole e poi, senza dire nulla, Klara mi supera, facendo cenno con la mano di seguirla.

Cammino spedita per raggiungerla. Una mano mi afferra il polso, rischiando di farmi cadere indietro per la sorpresa.
<che c'è?> chiedo spazientita ad Aron, sapendo già che fosse lui.

Lui non sembra voler dire nulla. Il mio sguardo slitta sul mio polso, ancora chiuso fermamente nella sua mano.

Scrollò leggermente il braccio, per togliermi di dosso la mano di Aron, che però non accenna a volersi staccare.

Torno a guardalo negli occhi, stavolta molto più spazientita ed arrabbiata. Non oso controllare se Klara non si è volata oppure sta guardando tutta la scena in silenzio.
<ma che diavolo ti prende?! Mollami.> dico in cagnesco ad Aron.

Il biondo continua a stare in silenzio a guardarmi.

<devo accompagnare tua sorella in bagno, lasciami> ho una mano libera, potrei spingerlo via, ma non voglio fare una scenata.

<io e te dobbiamo parlare> finalmente Aron parla. Avrei preferito stesse zitto, il mio ultimo nervo salta.
<ora basta, parleremo quando mi andrà!> cerco di liberarmi una seconda volta, questa volta con più forza e convinzione.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora