La quiete...

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HELENA'S POV

Oggi ha fatto talmente caldo che ho bramato l'arrivo in stanza per tutto il giorno, e ora che la vedo in lontananza mi sembra un così atteso miraggio...

Attraverso il vialetto sterrato di corsa e quasi inciampo nella frenesia di far funzionare la chiave magnetica.

Il freddo mi investe il viso e asciuga il sudore che lo rende lucido.
Esalo con un sospiro di sollievo.

Lascio scivolare giù dalla spalla la borsa da mare e lascio che il mio sguardo venga catturato da un fogliettino posato accuratamente sulla scrivania.
Il sospetto che sia un'altro invito ad una serata a tema mi fa già arricciare le labbra in una smorfia.

Rimango invece piacevolmente colpita nello scoprire che è un invito per un'altro cocktail party.

Ignoro la presenza dei miei genitori alle mie spalle e mando subito una foto sul gruppo.

La risposta di Benjamin arriva immediata, come se avesse appena aperto la chat per fare la stessa cosa.
"Ci vediamo in spiaggia alle 18"

Tutti quanti aggiungiamo una reazione positiva al messaggio, per confermare la nostra presenza. Tutti tranne Carl.

Non ne rimango sorpresa. Ricordo che Carl non fosse presente nemmeno al primo cocktail party, ma non venire ora che sa di poter passare del tempo con noi mi sembra egoista, o forse semplicemente deprimente.

Strano poi che non voglia stare con Jasmine.

Ignoro per un attimo il pensiero di Carl e mostro il foglio a mia madre.

<Un altro?> domanda mio padre sbirciando da dietro la spalla di mamma
<Sarà per i nuovi arrivati> suppongo.

Mia madre studia il biglietto, rigirandolo tra le mani e soffermandosi su ogni dettaglio della carta.
<Ci saranno anche i tuoi amici?> domanda infine.
<Certo che sì> rispondo.

Dopo un attimo di esitazione posa nuovamente il pezzo di carta sulla scrivania.
<Allora vestiti bene> dice prima di girare i tacchi e chiudersi dietro la porta del bagno.


Il cielo è spennellato da nuvole rade e di un leggero colore rosa.

L'atmosfera è la stessa di dieci giorni fa, eppure qualcosa nell'aria è diverso.

Non saprei dire cosa.
Intorno non è cambiato nulla. La disposizione dei tavoli è sempre la stessa, il mare non si è mosso di un centimetro, così nemmeno la piscina e il bar.

È la mia consapevolezza ad essere diversa, nuova. La consapevolezza di aver vissuto quello che avevo davanti e di averlo fatto al meglio. La consapevolezza di essermi fatta degli amici e di aver trovato persino qualcuno verso cui provo sentimenti più vicini all'amore di quanto io abbia mai fatto.

Certo, la paura del futuro c'è ancora, ed è forse anche più forte di prima; ma sotto sotto a questa paura c'è comunque felicità.

Sono felice. Ho paura ma sono felice. Una felicità inaspettata, e per questo più bella e travolgente.

Prendo una boccata d'aria e mi avvio verso la spiaggia, dove non mi sfugge di certo la presenza dei Lind, questa volta in anticipo rispetto a me.

Benjamin è il primo a notarmi, e con un cenno della mano mi invita ad avvicinarmi al suo tavolo.

Lancio uno sguardo verso i miei genitori, e con un cenno della mano li invito a seguirmi.
Nonostante i loro sguardi titubanti, nessuno dei due dice nulla e mi seguono in silenzio.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora