un viziato in camicia bianca

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<Avete visto i video?> chiedo a Simon e Cristian mentre siamo al telefono.

Mi ero svegliata relativamente tardi, alle 9.20, ma fortunatamente i miei genitori mi avevano aspettato. Ho fatto una corsa per andare a fare colazione e sono riuscita a rimediare solo una banana e una ciambella al cioccolato bianco. Carini mamma e papà che non mi hanno preso niente quando sono andati prima di me a mangiare

Ora sono più o meno le 11.10. Ovviamente sono al bar della piscina perché solo li prende la connessione. O meglio la connessione sufficiente per poter chiamare dall'altra parte del mondo.

<sì che le abbiamo viste> mi dice esasperato Simon.
<a me quel biondino li sembra un po' uno stronzo> Cristian non è per niente convinto.
<vi giuro che non è stronzo come sembra. Almeno non lo è sempre> mi correggo alla fine.
<ma porta sempre le camicie?> domanda Cristian con un tono quasi disgustato.
Certe volte non li capisco, sopratutto vedendo i loro gusti nelle ragazze.

<per adesso si è messo solo quelle, non so se ha solo quelle in valigia però.> <volete che glielo chieda?> domando in tono al quanto sarcastico.
<sì chiediglielo per favore> mi asseconda Simon, facendo l'idiota.

<ma lui ti piace?> mi chiede Cristian dopo un momento di silenzio.
Non rispondo, in un primo momento. Non mi sono mai innamorata, o meglio, non mi sono mai innamorata di persone di cui potevo innamorarmi.
I personaggi dei libri, gli attori,loro sono sempre state le persone di cui supponevo di essermi innamorata. Certe volte capisco che sia colpa mia. Ho degli standard talmente alti che mi è quasi impossibile provare una vera cotta, figuriamoci innamorarmi di qualcuno.

<no> mi blocco un secondo prima di completare la risposta. <no, non mi piace> concludo.
"Almeno non per il momento" vorrei aggiungere, ma non lo faccio.

<beh io lo voglio conoscere nel caso poi vi cacciate un limone> dice Cristian ad un certo punto.
<CRI!> lo sgrido io. Certe volte non so se quello che dice viene filtrato per il cervello.
Dall'altro capo del telefono sento Simon ridere.

<magari un giorno ve lo farò conoscere ma credetemi, non è molto amichevole> sospiro divertita, mentre li avverto che Aron non è Mister Simpatia.
<però Benjamin vi piacerebbe> dico loro.
<Benjamin è quell'altro con i capelli marroni?> chiede Simon per essere sicuro.
<sì è lui> gli dice Cri. Poi un momento di silenzio. <Vero Hel?> mi chiede per assicurasi di non aver detto una stupidaggine
<sì è lui> ridacchio.

<comunque a me il biondo non piace, sembra un viziato> Simon non dà pace a quel poveretto di Aron.
<è un viziato in camicia bianca> gli va dietro Cristian. Sembrano darsi un cinque immaginario.

Esasperata, caccio fuori la scusa che devo andare e concludo la chiamata nel mentre che loro stanno ancora ridendo tra loro.

<sapete quanto costa un'uscita in immersione per una persona?> mio padre arriva da me e mia madre con una faccia sconcertata. Non mi ero nemmeno accorta se ne fosse andato in giro, pensavo si stesse facendo un bagno.

<si> avevo letto ieri sera il cartello. Ovviamente non mi ricordavo la cifra precisa ma mi ricordo che supera i 200$.

<no> mia madre fa finta di non sapere per non umiliare papà.

<264$!> ora mi sta guardando e gesticola in modo strano. <264$! Piuttosto vado da solo e affondo> continua a lamentarsi.
<anzi no, ho il brevetto! Mi basta rubare> si vanta
<stai tranquillo, nessuno qui ha intenzione di fare immersione insieme agli squali> lo tranquillizzo in tono chiaramente ironico.
<bene, meglio. Anche perché io non avrei pagato un bel niente> probabilmente mia madre non lo sta più ascoltando e da adesso in poi smetterò anche io.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora